Chi riceve l’Aspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, sarà soggetto a sanzioni nel caso rifiuterà un lavoro. L’XI Commissione del Senato ha infatti predisposto alcune novità al ddl delega, in relazione al mondo delle forme di sostegno al reddito e alle opportunità di lavoro concesse ai beneficiari di tali azioni di supporto economico. In particolare, è stata introdotta una norma che prevede delle sanzioni per chi riceve l’Aspi e rifiuta un lavoro, o una proposta similare (ad esempio inerente alla formazione) scoraggiando pertanto i comportamenti di coloro i quali non colgono le occasioni presentate loro in ambito professionale o formativo.
A stabilire la novità di cui sopra sono stati i senatori dell’XI Commissione, che in questi giorni hanno messo a segno alcune indicazioni utili all’interno del quadro del disegno di legge 1428, titolato “Deleghe al governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonchè in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro“.
Gli emendamenti approvati arricchiscono di previsioni il quadro già noto, andando – appunto – a prevedere una rete di sanzioni per coloro i quali – già percettori di una forma di sostegno al reddito (l’Aspi appunto) – voltano le spalle ad un nuovo impiego o ad un percorso formativo. È inoltre stato previsto un tetto massimo di ore lavorabili per tutti i dipendenti in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, al fine di favorire l’equa distribuzione del lasso di tempo di attività consentito a ogni occupato.
Tra le novità accolte, vi è inoltre la possibilità di conferire al ministero del Welfare alcune competenze in materia di verifica e di controllo del rispetto dei livelli essenziali di prestazioni di politica attiva del lavoro (ovvero, le iniziative per promuovere l’occupazione e l’inserimento nel mercato, come l’azione dei Centri per l’impiego), che dovranno essere garantite su tutto il territorio nazionale, e un’ulteriore iniziativa per incentivare la flessibilità dei congedi parentali, compatibilmente con le esigenze organizzative delle imprese. Viene inoltre conferito il via libera a una proposta che pone il divieto per le amministrazioni pubbliche di richiedere ai cittadini dei dati di cui sono già in possesso.
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