I bonus assunzioni non sono molto diffusi all’interno del panorama imprenditoriale italiano, e pochi sembrano voler usare questi benefit recentemente predisposti dal governo. A dimostrazione di ciò, i dati statistici elaborati dalla Fondazione Studi, che cerca di comprendere quale sia stato il livello di “accettazione” dei bonus all’interno delle imprese, e quali siano i risultati conquistati mediante l’indostruzione di questi benefit nelle piccole imprese, che oggi rappresntano almeno il 90 per cento delle tessuto produttivo italiano.
Ebbene, secondo quanto afferma il sondaggio compiuto tra i consulenti del lavoro, il 73 per cento degli intervistati avrebbe affermato che le imprese non avrebbero sfruttato adeguatamente l’agevolazione. Tra i principali punti di supporto al miglioramento dell’incisività del bonus, il suggerimento di innalzare il limite di età previsto (dai 29 ai 35 anni) al fine di allargare la platea di potenziali lavoratori coinvolgibili all’interno del processo di assunzione. Ancora, sempre secondo quanto affermato dalla Fondazione, una parte prevalente di quelle imprese che hanno “snobbato” l’agevolazione risiederebbe al Sud, dove la convenienza al bonus appare essere minore di spetto a quelli previsti da altri incentivi.
In aggiunta a quanto sopra, il sondaggio ha altresì evidenziato come l’ottenimento dei bonus per le assunzioni non abbia costituito il soddisacimento delle prioritarie preoccupazioni da parte delle imprese italiane. Secondo la Fondazione, infatti, le imprese avrebbero preferito maggiormente un intervento nei confronti della riduzione del cuneo fiscale e contributivo, anzichè lo sfruttamento di incentivi a termine.
Come se quanto sopra non bastasse a tracciare un quadro molto deludente dei bonus assunzioni, si consideri come ben il 63 per cento degli intervistati abbia lamentato significativi problemi nei primi 60 minuti di inoltro delle candidature per l’ottenimento dei benefit. Il problema dei click day è d’altronde molto noto, e se alle difficoltà infrastrutturali da parte degli istituti aggiungiamo altresì le carenze di connettività delle imprese italiane, il risultato è presto fatto.