Dal 1° luglio arriva il bonus per chi accetta pagamenti elettronici. Credito d’imposta al 30% e limite di 2 mila euro per le transizioni di denaro in contante.
Il Governo continua a mettere in campo misure per incentivare i pagamenti elettronici tracciabili a discapito di quelli effettuati in contanti. Lo scopo è quello di tenere sotto controllo il movimento di denaro, così da limitare le varie forme di evasione fiscale. Dal 1° luglio arriva il bonus per chi accetta pagamenti elettronici. Vediamo di cosa si tratta e chi può godere della misura in questione.
Indice
Bonus pagamenti elettronici: stop al contante
Avere la piena tracciabilità dei movimenti di denaro tra persone fisiche e non solo, è molto importante nella lotta all’evasione fiscale. Per questo motivo, anche prima dell’emergenza Coronavirus, sono state messe in campo misure che hanno incentivato il pagamento elettronico a discapito di quello in contanti. Per scoraggiare l’uso di contanti, il Decreto Legge n° 124 del 26 ottobre 2019, ha istituito a favore degli esercenti attività d’impresa, arte e professioni con ricavi non superiori i 400 mila euro, un credito d’imposta sulle commissioni su transazioni di denaro con metodologie elettroniche e tracciabili. Tale credito d’imposta sarà attivo a partire dal 1° luglio 2020. Inoltre, il decreto ha anche stabilito il limite di 2 mila euro per effettuare transazioni in contante. Oltre tale cifra è necessario effettuare pagamenti elettronici.
Bonus e credito d’imposta del 30%
Dal 1° luglio sono in arrivo delle novità fiscali relative le modalità di pagamento e di transazione di denaro. A commercianti, artigiani e professionisti a partire dal prossimo mese, spetta un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni applicate dai prestatori di servizi di pagamento, per la vendita di beni e servizi ai consumatori, regolate con carte di credito, carte di debito o prepagate. Si incentivano i pagamenti elettronici, effettuati con mezzi tracciabili che consentono al Fisco di controllare gli spostamenti di denaro. Dati molto importanti, in quanto permettono di limitare uno dei grandi problemi che affligge il nostro Paese, ossia l’evasione fiscale. Attenzione, in quanto questa misura non è per tutti ma è riservata agli operatori con ricavi e compensi relativi al precedente anno d’imposta, non superiori i 400 mila euro.
Le modalità di utilizzo del bonus
Come accennato nelle righe precedenti, potranno godere del bonus in credito d’imposta del 30% i commercianti e professionisti con ricavi e compensi relativi lo scorso anno di imposta, non superiori i 400 mila euro. Il credito d’imposta può essere utilizzato:
- in compensazione con il modello F24 a partire dal mese successivo quello in cui è stata sostenuta la spesa;
- il credito d’imposta deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi in riferimento al periodo d’imposta di maturazione del credito ma anche in quelli seguenti, fino a quando non si conclude l’utilizzo;
- tale misura non concorre alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e neanche al valore Irap;
- il credito d’imposta è riconosciuto nei limiti fissati dalle norme europee in materia di aiuti de minimis. Il regolamento europeo prevede un massimo di 200 mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari. Per i produttori agricoli il limite è più basso, pari a 15 mila euro, così come per chi opera nel settore della pesca e dell’acquacoltura il cui limite è di 30 mila euro.
Limite di 2 mila euro per le transazioni in contante
La legislazione connessa alla Legge di bilancio 2020, ha anche introdotto nuovi limiti per le transazioni in contanti. In particolare dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021 sono vietati i passaggi in contante con valore pari o superiore i 2 mila euro, siano essi in euro o valute estere, effettuati tra soggetti differenti, sia persone fisiche che giuridiche. Dunque tutti gli spostamenti di denaro superiori i 2 mila euro devono avvenire obbligatoriamente con modalità elettroniche e tracciabili. A partire dal 1°gennaio 2022 il tetto scende ulteriormente, arrivando a 1.000 euro. Ci incamminiamo verso un futuro dove il contante sarà utilizzato sempre meno e sarà preferita la moneta elettronica.
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