Un duro colpo per la già non certo rosea situazione dell’occupazione al Sud. Ad inizio settimana i vertici aziendali di Bridgestone Europe, la nota casa produttrice di gomme, hanno comunicato la volontà di chiudere entro la prima metà del 2014 lo stabilimento di Modugno (Bari), in cui lavorano circa 950 persone. Sulla questione il governo ha chiesto immediatamente un incontro con l’azienda, ed il Ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera ieri ha scritto una lettera all’Ad Masaaki Tsuyaai, definendo la chiusura “immotivata” e chiedendone quindi le ragioni, che potrebbero non essere di natura economica in senso stretto. Ufficialmente infatti, pare non sia così.
L’incontro con il governo avverrà il 14 marzo prossimo, in quanto Bridgestone ha accettato l’invito, ma ha comunque ribadito l’intenzione di avviare a chiusura il sito produttivo barese. In un’intervista a Domenico Arcuri, Ad di Invitalia (l’agenzia nazionale per gli investimenti e lo sviluppo d’impresa), lo stesso ha spiegato che la Bridgestone nel 2007 chiese un “finanziamento di venti milioni di euro” per il lancio di un nuovo pneumatico (l’investimento era stato stimato in 80 milioni). Invitalia approvò tale richiesta, ma nel frattempo Bridgestone (che a quanto pare ancora non si è servita di quel finanziamento) fece altre due richieste (per altri due progetti). Arcuri ha aggiunto che “in pratica, ma questa, purtroppo, è ormai una consuetudine nel tutt’altro che unito Vecchio Continente, la multinazionale giapponese ha messo l’un contro l’altro i suoi stabilimenti europei e, di fatto, anche gli Stati in cui questi stessi stabilimenti si trovano, ovvero, oltre all’Italia, la Francia, la Spagna, la Polonia e l’Ungheria”.
L’azienda però, sulla questione ha fornito motivazioni che non hanno toccato ragioni economiche. Ufficialmente lo stabilimento di Modugno (il quarto per grandezza in Europa, tra quelli Bridgestone), chiuderà per riposizionamento della produzione europea. Insomma, per strategie aziendali. Nel sito in provincia di Bari vengono prodotti pneumatici di “bassa gamma”, mentre Bridgestone avrebbe intenzione di incentrare la produzione nel vecchio continente su pneumatici di fascia più alta. Nello stabilimento barese ci lavorano attualmente 950 persone, ragionevolmente quindi, 950 famiglie traggono uno dei loro redditi da quell’azienda, se non l’unico. Se ne saprà di più il 14 marzo prossimo, giorno in cui è previsto l’incontro tra la Bridgestone e il governo.
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