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Call Center in crisi: le proposte dei sindacati

Quello dei call center è uno dei settori che ha risentito in modo particolare della crisi. Negli ultimi due si sono persi circa 8.000 posti di lavoro e 13.000 addetti sono a rischio in tutta Italia per il 2011. Preoccupanti sono i dati riportati nel “Quarto Rapporto sulla dinamica occupazionale nei call center in outsourcing”, …

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Quello dei call center è uno dei settori che ha risentito in modo particolare della crisi.

Negli ultimi due si sono persi circa 8.000 posti di lavoro e 13.000 addetti sono a rischio in tutta Italia per il 2011. Preoccupanti sono i dati riportati nel “Quarto Rapporto sulla dinamica occupazionale nei call center in outsourcing”, realizzato dalla Cgil.

Il sindacato dei lavoratori delle telecomunicazioni della Cgil ha fatto notare come alla crisi generale che ha colpito l’Italia si siano sommate le scelte sbagliate o insufficienti del Governo.

Per la dirigente sindacale Susanna Camusso, quello delle delocalizzazioni è uno dei problemi a cui sono state date risposte insufficienti, un tema che riguarda i call center ma anche altri settori.

La Camusso ha osservato che una certa politica introdotta dal ministero del Welfare non troppo indirizzata sui controlli, favorisce in questo settore un aumento del fenomeno del lavoro nero e del sommerso.

Tra gli addetti dei call center sette su dieci pensano ormai che il proprio lavoro non possa avere un’evoluzione positiva all’interno dell’azienda ed altrettanto pessimistiche sono le attese rispetto alle opportunità esterne.

Quasi la metà dei lavoratori ha più di quarant’anni e solo uno su cinque di loro non è ancora trentenne . Il settore mantiene la sua natura “femminile”, infatti il 77,2 per cento degli addetti è costituito da donne e sono proprio le donne quelle che hanno meno accesso alla stabilizzazione contrattuale.

In questo contesto piuttosto precario il sindacato dei lavoratori delle telecomunicazioni ha avanzato alcune richieste: il ripristino dell’osservatorio nazionale sui call center presso la Presidenza del Consiglio; la determinazione a livello nazionale di un’unica tabella di costo medio orario del lavoro per dipendenti del settore “costumer care”; il riconoscimento del settore call center come settore industriale a tutti gli effetti; infine l’istituzione di un piano straordinario di lotta all’illegalità e all’evasione assicurativa e contributiva.

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