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Canone Rai: chiarimenti sulla tassa tv

Cosa succede agli studenti fuori sede che hanno un televisore in casa? E quanto durerà la riduzione a 100 euro sbandierata dal Governo? A questi e altri dubbi tentiamo di fornire una risposta

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Come è ormai noto a tutti, l’importo del canone Rai verrà addebitato, da quest’anno, nella bolletta della luce. Con buona pace di chi – sostengono i promotori – è fin qui riuscito a farla liscia evitando di pagare la tassa sulla tv, che per molti dovrebbe essere abolita. Ma alcuni punti della misura meritano – a nostro avviso – di essere esaminati con più attenzione, in modo da comprendere fino in fondo quanto si debba pagare quando, ad esempio, si hanno più televisori in casa o più immobili di proprietà. Ma non solo.

canone Rai
image by Hoika Mikhail

Per rendere più “digeribile” il provvedimento, gli estensori del testo hanno più volte sottolineato che l’importo del canone Rai si abbasserà. Secondo la ratio che se tutti pagano, allora ciascuno potrà finalmente pagare di meno. E infatti, nel 2016, la tassa sul piccolo schermo domestico scenderà dai 113,50 ai 100 euro annui. Ma attenzione, secondo l’Istituto Bruno Leoni (il pensatoio che promuove studi e ricerche sui temi dell’energia, dell’ambiente e della fiscalità) si tratta della classica una tantum: Dal 2017 hanno fatto sapere dall’istituto – si tornerà a pagare 113,50 euro“. E già perché il testo approvato in Parlamento, nella parte in cui si precisa che l’importo è stato ridotto, fa riferimento al solo 2016. Cosa significa? Che se il Governo vorrà rendere la misura strutturale (ovvero durevole nel tempo), dovrà precisarlo con una specifica “aggiunta” al provvedimento.

Ulteriori chiarimenti vanno poi fatti a proposito delle persone che condividono l’abitazione. Tutti sanno, infatti, che anche nelle famiglie più numerose, che dispongono verosimilmente di più apparecchi tv, il canone deve essere pagato una sola volta. Ma cosa succede se a dividere il tetto sono due conviventi che hanno scelto di non convogliare a nozze? Secondo la legge, non costituendo un “vero” nucleo familiare, devono entrambi pagare la tassa, così come devono farlo (ad esempio) gli studenti universitari fuori sede. Per intenderci: se in un’abitazione con tv in cucina (o in qualsiasi altra stanza della casa) convivono 3 studentesse, tutte e tre dovranno andare alla posta a compilare l’apposito bollettino.

E infine la questione delle doppie case e delle residenze. Se si è titolari di due o più immobili, il canone Rai va pagato solo per la cosiddetta “prima casa”. Ma nel caso di più residenze, la tassa va corrisposta più volte. Per essere più chiari: se il marito ha la residenza nella casa di città e la moglie in quella di campagna, pur costituendo un unico nucleo familiare, entrambi dovranno “pagare dazio”. A meno che uno dei due non dichiari (con un’autocertificazione da inviare all’Agenzia delle Entrate) che, nella casa in cui ha la residenza, non c’è alcun apparecchio tv da accendere.

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