Tempi non rispettati e mancanza di chiarimenti sui rimborsi: sono questi i punti deboli contestati con forza da Aduc, Unione Consumatori e Altroconsumo. Che ha deciso di rivolgersi al Tar
L’introduzione del canone Rai in bolletta continua a suscitare polemiche. Sul piede di guerra, le associazioni a tutela dei consumatori che denunciano i “guasti” (a loro avviso) di un provvedimento licenziato tra la confusione generale, senza rispettare le scadenze previste dalla Legge di Stabilità. Tra le note più dolenti, quella che riguarda i rimborsi. Il decreto attuativo del ministero dello Sviluppo Economico – pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 giugno – non ha ancora fornito indicazioni a riguardo, mentre pone paletti molto rigidi ai cittadini. Da qui la rabbia delle associazioni come Altroconsumo che, nello specifico, ha deciso di presentare ricorso al Tar.
Partiamo col dire che, qualche settimana fa, nel corso di un’audizione alla Camera, la direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha riferito che le richieste di esenzione (dal pagamento del canone Rai) presentate dai cittadini entro i termini stabiliti dal decreto erano 817 mila. Ad esaminarle sarà lo Sportello SAT di Torino dell’Agenzia delle Entrate che, se accerterà il rispetto di tutti i requisiti richiesti, trasmetterà la comunicazione all’Acquirente Unico s.p.a. che, a sua volta, dovrà poi riferire alle società elettriche. Cosa succederà a questo punto? Le società incaricate di recapitare la bolletta elettrica agli utenti, nel caso di clienti esentati dal pagamento del canone Rai, dovranno muoversi entro 45 giorni.
Il decreto che sancisce l’introduzione (dal prossimo mese di luglio) del pagamento del canone Rai in bolletta non piace affatto ad Altroconsumo che (come già detto) ha deciso di presentare ricorso al Tar. Perché? Innanzitutto perché la misura è stata emanata in ritardo rispetto alla data prevista dalla Legge di Stabilità e poi perché, qualche mese fa, ha subito la parziale preventiva bocciatura da parte del Consiglio di Stato. “E’ un decreto che presenta numerose incongruenze – hanno tagliato corto dall’associazione – uscito dopo mesi di ritardi, a ridosso della bolletta di luglio, con ulteriori rinvii a nuovi provvedimenti su aspetti essenziali per i consumatori, quale quello dei rimborsi per gli addebiti inesatti”. “In mancanza di indicazioni chiare a cui i consumatori possano fare riferimento – hanno proseguito – ci sono tutte le premesse perché si verifichino errori negli addebiti. Altroconsumo ha deciso quindi di impugnare il decreto attuativo Mise sul canone Rai davanti al Tar”.
Ma non si tratta dell’unica “contestazione”. Anche l’Unione Consumatori ha, infatti, preso di mira la misura pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 4 giugno. “E’ incredibile – si legge in una nota diramata nei giorni scorsi – che il decreto sia entrato in vigore dopo ben 20 giorni dalla scadenza per l’invio dell’autocertificazione sul canone Rai, considerato che, a differenza di quanto sostenuto dal Governo, ha dirette conseguenze sulla dichiarazione che dovevano fare i contribuenti. In particolare, nel decreto è scritto che, ai fini della dichiarazione di non detenzione – si legge ancora nella nota – gli utenti devono utilizzare esclusivamente il modello approvato dall’Agenzia delle Entrate il 24 marzo e le successive modificazioni. Una tesi assurda, che ci lascia perplessi dal punto di vista legale”. La convinzione dell’associazione è che debbano, invece, essere accettate tutte le dichiarazioni che risultano esaustive. Ovvero che riportano gli elementi che attestano il diritto a non procedere col pagamento. “Non può essere costretto a pagare il canone chi non ha compilato il modellino appositamente predisposto – hanno tuonato dall’Unione Consumatori – Sarebbe un cavillo burocratico assurdo“. Non solo: il segretario dell’associazione, Massimiliano Dona, prevede anche che a pagare (ingiustamente) il canone Rai sarà una buona porzione di italiani che non ha presentato per tempo l’autocertificazione con la richiesta di esenzione. “Almeno 127 mila famiglie – ha vaticinato – pagheranno almeno il 50% del canone, non avendo dichiarato in tempo di non avere la tv”.
Ed a sparare a zero sul canone Rai in bolletta è stata anche l’Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori. “E’ una bagnarola che va verso lidi sconosciuti – hanno affondato riferendosi al decreto attuativo del Mise – una navicella sgangherata che, mentre noi se sgarriamo un giorno per pagare qualcosa, come minimo paghiamo il doppio; loro, invece, sforano senza problemi le date previste dalle leggi e non succede nulla, se non che i soliti comuni mortali si devono adeguare alle loro scadenze brevissime. E la litania continua con i rimborsi: il canone lo pagheremo di certo a luglio, ma per i rimborsi se ne parlerà più in là”. Sulle modalità che riguardano l’eventuale rimborso per pagamenti doppi o non dovuti, infatti, la nebbia rimane fitta.
Cerchi un nuovo lavoro?
Per avere sempre offerte di lavoro reali e verificate nella tua casella email in linea con le tue esigenze: Registrati su Euspert Bianco Lavoro