Gli alberghi più stellati pagano più di 6 mila euro all’anno, mentre le scuole ed i centri per anziani possono ottenere l’esonero
Il canone Rai in bolletta? Dopo tante difficoltà e polemiche, il decreto attuativo che ne sancisce definitivamente l’avvio è entrato in vigore ieri. A poco più di un mese di distanza dalla data della prima riscossione. Le novità introdotte dal governo Renzi – che, lo ricordiamo, con questa misura, spera di ridimensionare la dilagante evasione della tassa sul piccolo schermo domestico – non hanno interessato, più di tanto, coloro che dovranno continuare a pagare il canone Rai speciale perché detengono apparecchi fuori dall’ambito familiare. Di chi stiamo parlando? Dei gestori di attività commerciali e di locali pubblici o delle tante strutture ricettive che consentono ai loro clienti di guardare la tv in camera (e non solo). Le modalità di pagamento restano, per loro, le stesse e prevedono importi ben più pesanti rispetto ai 100 euro annuali chiesti agli altri abbonati.
Il canone Rai speciale è la tassa che devono corrispondere tutti coloro che detengono apparecchi tv fuori dall’ambito familiare. Si pensi alle televisioni accese nei negozi, nei bar, nei pub o nei ristoranti. Ma anche a quelle presenti nelle filiali delle banche o negli alberghi che dotano le loro stanze di televisori per rendere la permanenza più gradita ai loro ospiti. L’importo da pagare varia di anno in anno e dipende – ovviamente – dal tipo di attività avviata. Per fare qualche esempio: gli alberghi a 5 stelle che dispongono di più di 100 camere dovranno pagare qualcosa come 6.789, 40 euro all’anno. Mentre il canone Rai speciale, che permette ai clienti degli alberghi a 5 stelle con meno di 100 camere di guardare comodamente la tv a letto, costa ai gestori più di 2 mila euro all’anno. Va un po’ meglio alle strutture ricettive a 4 e 3 stelle che se la cavano con poco più di 407 euro all’anno, secondo una logica che fa “sborsare” di più a chi di più guadagna.
Ma se le cose risultano chiare per le tipologie commerciali fin qui menzionate, un po’ di confusione potrebbe crearsi, invece, quando si parla di bed& breakfast. Prendiamo il caso – sempre più diffuso – di un giovane single che vive in un immobile di quattro stanze e che sceglie di affittarle per periodi più o meno lunghi ad occasionali visitatori. Qual è il canone che deve corrispondere alla Rai? Anche nel suo caso, trattandosi di un’attività che gli procura guadagni, dovrà pagare quello speciale. Nonostante gli apparecchi tv si trovino nell’abitazione in cui egli stesso risiede. E per evitare che gli venga richiesto anche il pagamento del canone Rai ordinario, dovrà compilare e inviare la famosa autocertificazione per ottenerne l’esonero. Il rischio, nel suo caso, è che all’importo del canone speciale (che verrà stabilito da un ufficio competente, sulla scorta di determinati parametri), si aggiungano anche i 100 euro addebitati, da luglio, nella bolletta elettrica.
Ma c’è anche chi, pur disponendo di apparecchi tv che esulano dall’ambito familiare, può ottenere l’esonero dal pagamento del canone Rai speciale. Si tratta delle scuole e delle università (che dimostrano di utilizzarli esclusivamente per fini didattici), dei centri sociali diurni per anziani e degli enti assistenziali e culturali senza scopo di lucro che, su apposita richiesta (che verrà presa in carico dagli uffici competenti della Rai), possono chiedere di non pagare il canone speciale. Ai trasgressori che verranno “pizzicati” dall’Autorità di controllo ricordiamo, infine, che verrà chiesto di corrispondere non solo il canone Rai non pagato, ma anche una somma aggiuntiva. “Il mancato pagamento del canone da parte degli abbonati – si legge sul sito della Rai – può essere accertato dalla Guardia di Finanza, che procederà a comminare una sanzione amministrativa di importo compreso tra euro 103,29 ed euro 516,45.
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