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Che cos’è la “Legge Ferragni”

Il governo partendo dalla vicenda di Chiara Ferragni ha emanato una legge che regolamenta le attività benefiche degli influencer.

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In queste ultime settimane sta tenendo molto banco la vicenda che riguarda la donna più famosa d’Italia e tra le più note al mondo, l’influencer ed imprenditrice digitale Chiara Ferragni. Salita alla ribalta delle cronache negative per alcune vicende di beneficenza risultate non del tutto chiarite e per le quali ha anche ricevuto una multa dall’antitrust, la Ferragni è ora pure sottoposta a inchieste giudiziarie. Ed è inoltre nel centro del mirino pure di quei social che l’hanno resa una sorta di imperatrice della comunicazione. Ricordando che chiunque è da presumersi innocente fino a prova contraria, il governo ha comunque voluto intervenire per regolare un mondo che da tempo è da molti ritenuto un po’ sopra le righe, quello degli influencer, disciplinando di fatto in maniera più stringente un settore lavorativo diffusissimo in tutti i campi e frequentato ed utilizzato a tutte le età, ma che cosa dice la nuova legge sulla beneficenza degli influencer? Iniziamo dall’antefatto, ovvero da dove è partito il tutto.

La vicenda da cui è scaturita la legge

Le accuse agli influencer sono (praticamente da sempre) quelle che riguardano la pubblicizzazione di prodotti dietro pagamento ma sostanzialmente senza comunicarlo, facendo in un certo qual modo finta di essere imparziali. Ovviamente come sempre succede, accusare di qualcosa un’intera categoria lavorativa è evidentemente una stupidata. Quindi esisteranno casi così, ma generalizzare è senza dubbio sbagliato. Inoltre contrariamente a quando sono nati, da diversi anni ormai gli influencer sono sulla cresta dell’onda in ogni ambito, dalla politica alla medicina, al mondo dei motori, a quello dell’ambiente e via dicendo, senza vendere assolutamente nulla ma facendo semplicemente opinione.

In ogni caso la cosiddetta “Legge Ferragni”, ovvero la nuova legge sulla beneficenza degli influencer, ha preso di mira le operazioni commerciali che riguardano eventi solidali. Accolta con favore dalla stessa Ferragni, la nuova legge mette nero su bianco cosa gli influencer (e anche i produttori) dovranno fare per comunicare esattamente ciò che accadrà in riferimento all’evento di solidale da loro progettato e realizzato. I produttori sono probabilmente stati coinvolti perché il caso più eclatante riguardante la Ferragni coinvolge appunto anche un produttore, la Balocco, nota casa dolciaria e riguarda la vendita di una particolare versione del pandoro della Balocco, griffato Ferragni.

Tale versione era legata ad una donazione in favore di un ospedale. Su questa donazione ruota tutta la vicenda. L’influencer, secondo l’antitrust che l’ha multata e ora anche secondo la procura avrebbe fatto una sorta di pubblicità ingannevole facendo credere che la donazione fosse legata alla percentuale di vendite. In realtà invece tale donazione, a quanto risulta era fissa, stabilita precedentemente ed effettuata direttamente dalla Balocco.

Le nuove regole

Senza dilungarci sul caso, visto che non è questo l’argomento che vogliamo affrontare, è da chiarire che l’esecutivo ha voluto mettere un punto sul comportamento da tenere in caso di eventi benefici. La questione principale sta nella chiarezza della comunicazione, così si è provveduto a stabilire che la cifra destinata alla beneficenza, se è fissa (come nel caso Ferragni-Balocco), dovrà essere stampata a chiare lettere sui prodotti utilizzati per l’operazione commerciale legata all’evento solidale. Stessa cosa vale per i servizi eventualmente offerti.

Se invece la donazione è legata alle percentuali di vendita del prodotto o del servizio, allora bisognerà indicare su ogni singolo pezzo la cifra esatta destinata alla solidarietà. In soldoni significa che un prodotto venduto a 5 euro di cui il 10% va in beneficenza, dovrà riportare sulla confezione che 0,50 euro sono destinati alla stessa. Questo ovviamente rende trasparente ai consumatori quanti dei loro soldi aiuta concretamente qualcuno rispetto a ciò che hanno speso per comprare il suddetto prodotto.

Non solo. La nuova legge sulla beneficenza degli influencer stabilisce anche che dovranno essere comunicati esattamente, sia il fine dell’operazione, sia il destinatario finale (ad esempio il tal ospedale allo scopo di comprare un determinato macchinario. Tale associazione che ha bisogno di uno specifico veicolo e cosi via…). In modo che chi compra il prodotto o il servizio, oltre a conoscere esattamente la cifra donata, sappia anche a chi va questa cifra e per quale precisa ragione. Inoltre, chiunque si impegni in un’iniziativa solidale dovrà da oggi in poi comunicarlo all’Autorità garante, riportando anche la cifra che si è intenzionati a donare e la data in cui lo si farà. Fatto questo avrà tre mesi di tempo per fare realmente il versamento e comunicare il fatto che lo stesso è avvenuto concretamente.

Le sanzioni, effettivamente affrontabili da influencer molto ricchi, possono invece essere pesanti per chi con questo lavoro ci mangia, magari anche benino, ma non diventa milionario. Possono infatti andare dai 5000 ai 50.000 euro, ma in caso di recidiva è prevista anche la sospensione dell’attività per un anno. E’ abbastanza chiaro che il provvedimento miri sì a contrastare eventuali grandi casi limite, ma anche a regolamentare in maniera ferrea tutto il il mondo di influencer più o meno famosi che potrebbero essere invogliati a fare operazioni poco chiare. Anche qui va ricordato che l’accusa generalizzata alla categoria è piuttosto assurda. Non si può infatti presumere che solo perché qualcuno ha la possibilità di ingannare i consumatori lo faccia davvero. Però è chiaro che la nuova legge punta a bloccare in partenza ipotetici fenomeni di questo tipo ad ogni livello.

Un esempio concreto

Per capire meglio la dinamica che dovrà verificarsi dopo l’entrata in vigore della nuova legge sulla beneficenza degli influencer, possiamo affrontare un esempio concreto. I nomi sono ovviamente di fantasia, ma la situazione potrebbe essere molto reale. Maddalena è un influencer piuttosto nota nel mondo dell’animalismo. E’ una volontaria in canile, ma grazie alla rete ed ai social diffonde conoscenza sul mondo del volontariato, fa educazione cinofila perché è anche educatrice, spiega quali sono le difficoltà, ma anche semplicemente la vita di tutti i giorni di un volontario che si occupa di cani abbandonati o rifiutati dalle famiglie per le più disparate ragioni.

Siccome è molto seguita, un giorno una nota azienda di gioielli, la “Shiny” la contatta per proporle un’operazione commerciale con scopo anche benefico a favore proprio di un’associazione che si occupa di cani senza padrone, la “Love dog”. L’iniziativa consiste nella produzione di un ciondolo a forma di quattro zampe, con un design molto particolare ed accattivante, attraverso la vendita del quale verrà finanziato l’acquisto di un furgone attrezzato per le staffette.

Spiegata la struttura dell’esempio, vanno specificate subito alcune cose, punto numero uno: l’argomento animalismo è molto sentito ed anche molto delicato. Coinvolge sensibilità molto alte, quindi un’iniziativa benefica che riguardi questo microcosmo è piuttosto complicata da gestire. Seconda precisazione: la “staffetta” è una pratica per la quale (solitamente) dei volontari si mettono alla guida di un mezzo attrezzato per spostare degli animali abbandonati da un rifugio alle loro nuove famiglie, oppure presso un altro rifugio meno affollato e più confortevole.

In Italia normalmente avvengono dal Sud verso il Centro o il Nord, ma non è sempre così. Detto questo, cosa dovranno fare Maddalena e la Shiny per essere in regola con la nuova legge sulla beneficenza degli influencer? Il ciondolo verrà venduto a 20 euro. Di questa cifra il 20% è destinato alla Love Dog per l’acquisto del veicolo di cui ha bisogno. Quindi stiamo parlando di una iniziativa benefica che opera attraverso le percentuali di vendita.

In questo senso sulla confezione del ciondolo dovrà chiaramente essere indicato il fatto che 4 euro (ovvero il 20% di 20 euro, prezzo di vendita del ciondolo), sono destinati all’iniziativa solidale in favore della Love Dog, e quale è lo scopo esatto (l’acquisto del furgone). Quindi sul prodotto dovrà essere riportata una frase tipo “Del totale di 20 euro, 4 euro sono destinati alla Love Dog per l’acquisto di un furgone per fare le staffette”. Oltre a questo, sia Maddalena, che dovrà essere molto chiara e precisa nella sua comunicazione promozionale riguardante il ciondolo, sia la Shiny dovranno comunicare all’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, l’intenzione di attuare questa iniziativa, nonché la data in cui prevedono di fare la donazione.

Da questa data avranno tempo tre mesi per farla realmente e comunicarla. Di conseguenza se la vendita solidale del ciondolo è prevista per un periodo di 6 mesi dell’anno X. Scaduti questi 6 mesi e dopo aver indicato all’Autorità quale sia questa scadenza ed anche la data in cui dovrà essere fatta la donazione solidale, ci saranno tre mesi di tempo per concretizzare l’operazione. Ovvero se i sei mesi dell’esempio finiscono a giugno e si comunica che entro il 31 luglio si effettuerà la donazione, si dovranno calcolare i tre mesi a partire da quel 31 luglio.

L’esempio è di fantasia (così come i nomi), ma è una situazione che potrebbe tranquillamente verificarsi nella realtà. Ovviamente le logiche e l’applicazione della nuova legge riguardano ogni caso possibile che coinvolga a qualche livello gli influencer (e in realtà anche i produttori). Quindi anche chi regolarmente pubblicizza prodotti suoi o di qualcun altro dovrà necessariamente attenersi alle nuove regole. Pena una multa fino a 50.000 euro e se la violazione è reiterata la sospensione dell’attività per un anno. Vedremo quindi quanto funzionerà la ribattezzata “Legge Ferragni” che però va sicuramente nella direzione di tutelare chi vuole operare in modo trasparente ed utilizzare la sua popolarità per aiutare concretamente chi è più sfortunato e rappresenta quindi un buon passo avanti nella protezione delle attività benefiche.

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