I colloqui di lavoro rappresentano un’opportunità da cogliere al volo ma, seppur desiderati e tanto attesi, quando si presentano, possono diventare fonte di agitazione e stress. Se poi il colloquio è in inglese e non nella propria lingua madre una maggiore dose di ansia e preoccupazione è più che giustificata. Affrontare un colloquio di lavoro in inglese non è certo semplice, a meno che non si abbia un’ottima padronanza di questa lingua. Se si è già fatta una buona impressione con una lettera di presentazione in inglese, è ancor più probabile sentirsi sotto pressione e in dovere di non deludere le aspettative. D’altro canto, il colloquio in inglese è ormai un’eventualità sempre più frequente, non solo per chi decide di trasferirsi all’estero, ma anche per chi sostiene colloqui con società multinazionali. Ecco allora i consigli giusti per affrontarlo al meglio ottimizzando la prestazione, così da limitare il più possibile gli errori.
Ecco 8 consigli
Il presupposto base dal quale non si può prescindere per affrontare questo genere di colloquio è la conoscenza della lingua, che, come si suol dire, deve essere fluent. A partire da questo dato di fatto, si possono prendere in considerazione alcuni consigli per riuscire a destreggiarsi al meglio.
- Circoscrivere il raggio d’azione: si può conoscere una lingua straniera ma non si può essere preparati e impeccabili su ogni fronte. Per questo è importante conoscere bene, se non la lingua, almeno il linguaggio relativo al proprio ambito lavorativo: se si sta affrontando un colloquio in qualità di Food and Beverage Manager ci si aspetta un certo tipo di “vocabolario” e l’utilizzo di termini specifici di cui un ingegnere informatico potrà ben ignorare l’esistenza senza veder compromesso il proprio posto di lavoro.
- Mostrare sicurezza e determinazione: prima di tutto. Se essere sicuri di sé e prepararsi in anticipo per rispondere alle domande più frequenti dei selezionatori è uno step d’obbligo per un qualsiasi colloquio di lavoro, a maggior ragione la regola vale per quello in inglese. È molto utile quindi scrivere e memorizzare tutte le risposte che si dovranno fornire durante il colloquio. Non si tratta d’imparare a memoria delle frasi da ripetere in modo automatico, bensì di avere delle linee guida da seguire e da poter utilizzare all’occorrenza.
- Esercitarsi: in occasione di un colloquio in inglese potrà risultare utile esercitarsi davanti allo specchio, organizzare il discorso nella propria mente e pronunciarlo a voce alta, magari facendo attenzione alla pronuncia e alla correzione di eventuali errori. Questo passaggio è importante per ridurre al minimo i margini d’improvvisazione.
- Creare feeling e condivisione: nei giorni precedenti il colloquio in inglese sarà bene studiare a fondo il sito aziendale e individuarne la mission in modo da poter arricchire il proprio lessico e utilizzarlo all’occorrenza (nonché “riconoscerlo” nelle domande poste dai selezionatori).
- Immedesimarsi nel ruolo: il consiglio per fare una buona impressione ad un colloquio in inglese? Iniziare con un “Good morning“! Il fatto che la sede della multinazionale sia nel centro di Milano non vuol dire che si è autorizzati a parlare in italiano e a “cambiare modalità” una volta seduti alla scrivania. La regola da tenere in debita considerazione è che il colloquio comincia e si conclude quando si varca la soglia dell’ufficio del personale. Per la stessa ragione, in caso di difficoltà è meglio cercare di aiutarsi con la mimica e la gestualità che cadere nella tentazione di spiegarsi in italiano.
- Essere sinceri: di solito un colloquio di lavoro segue uno schema ben preciso con domande standard che si ripropongono ad ogni occasione. Questo aiuta a mantenere la calma e a sapere già cosa aspettarsi (e cosa rispondere) ad una determinata richiesta. Lo stesso vale per un colloquio in inglese. E nel caso in cui la frase pronunciata dal selezionatore risulti incomprensibile? Meglio chiedere gentilmente di ripetere che arrampicarsi sugli specchi.
- Essere chiari ma sintetici: il che non vuol dire di certo rispondere con monosillabi ma quando ci si esprime in una lingua straniera è sempre meglio pronunciare frasi semplici e brevi, parlando lentamente e scandendo bene. Così facendo si limitano gli errori.
- Evitare i tic verbali: last but not least è il consiglio di evitare di pronunciare a raffica tutti i cosiddetti “riempitivi” come ad esempio ok, right, for example, yes, of course e via di seguito. Risultano sempre fastidiosi, anche durante un colloquio in inglese.
Good luck with your interview!
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