Quasi certamente molti di noi fin da piccoli hanno dovuto subire un leggero “lavaggio del cervello” crescendo nella convinzione che per diventare più produttivi, più felici e avere successo si deve lavorare duro e fare sempre e sempre di più. E se invece diventassimo più produttivi eliminando le cose da fare?
Il concetto s’ispira all’equazione “fare di più = avere di più” e ci è stato inculcato fin dalla nascita a scuola come al lavoro. Lavora sodo e avrai successo nella vita. Iscriviti a corsi che sono difficili per te e studia sempre di più e sempre più a lungo per ottenere il massimo dei voti. Fai sempre gli straordinari al lavoro e farai carriera e avrai la promozione che aspetti.
Per quanto sia una convinta sostenitrice del lavoro duro, dell’impegno che porta a risultati certi, sono altrettanto sicura che ci sono moltissime persone che s’impegnano e lavorano sodo ma su cose che sono sbagliate per loro (o per il loro business). Non riconoscono i propri talenti naturali e questo per lo più perché non sanno quali siano i loro punti di forza (e nessuno ha insegnato loro da piccoli a riconoscerli). Essendo schiavi della famosa equazione, cercano di diventare più produttivi al lavoro facendo di più e basta, impegnandosi sui loro non-talenti e cercando di migliorare i loro punti deboli per ottenere successo.
Diventare più produttivi: eliminare non-talenti e aggiungere talenti
L’unico modo per venire fuori da questa continua lotta (che ci intrappola in un circolo vizioso) è di fare due cose. Primo: fare un test d’orientamento, che esamini le inclinazioni, i talenti personali, il lavoro ideale. Secondo: fare una lista dei propri talenti personali e di ciò che invece si considerano dei non-talenti. In questo modo innescherai un vero e proprio processo di decrescente dipendenza dai tuoi non-talenti e crescente dipendenza dai tuoi talenti.
Massimizza la tua dipendenza dai talenti e minimizza la tua dipendenza dai non-talenti.
Abbandona l’equazione che ti ha intrappolato da quando sei piccolo e sostituiscila con
((+T)(-NT))∞ ovvero
aggiungi un talento
elimina un non-talento
ripeti all’infinito
Il concetto chiave è che per diventare più produttivi sono i talenti naturali a dover essere sviluppati, evitando invece di focalizzarsi tutta la vita a colmare lacune e carenze che ad ogni modo non porteranno mai al successo o alla soddisfazione personale.
Sul posto di lavoro, questo si traduce in risultati tangibili. Il concetto è importante sia per il dipendente che può svolgere le proprie mansioni dando il meglio di sé, sia per i responsabili del personale e i titolari d’azienda che a volte affidano alcuni incarichi senza tenere in debita considerazione i talenti e le inclinazioni naturali dei propri collaboratori. Il risultato è un buon lavoro (ma non brillante) ottenuto però con impegno sproporzionato da parte del dipendente e di certo molto più tempo del necessario.
La cosa migliore che si possa fare a partire da questo momento, per diventare più produttivi e ottenere livelli più elevati di performance, è cambiare il modo di approcciarsi al proprio ruolo e alle proprie mansioni, basandosi su ciò che funziona meglio per sé.
Diventare più produttivi significa lavorare con gli stessi obiettivi di oggi ben chiari nella mente ma trovando nuovi modi di raggiungerli. Questo richiede almeno nella fase iniziale, molta flessibilità per spostare il focus su ciò che si fa meglio (basandosi sui punti di forza) e delegando o rimuovendo quei ruoli che invece non fanno parte dei propri talenti innati.
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