In quale attività vi impegnavate più spesso quando eravate dei bambini di otto anni? Ecco, proprio quell’attività, trasferita nel mondo degli adulti, è quella che molto probabilmente sottostà al vostro lavoro ideale, quello più adatto a voi, quello che se avete la fortuna di svolgere è in grado di rendervi felici e soddisfatti. Stando a quanto sostengono gli esperti del settore la nostra personalità si formerebbe appunto intorno agli otto anni. Certo non parliamo di orientamenti politici o gusti personali ancora da delineare ma di sicuro le fondamenta del nostro essere sono già ben solide. Anche le preferenze in merito a ciò che ci interessa, ci entusiasma e ci appassiona, o a ciò che invece non ci piace affatto, sono tendenze che poi nel corso della vita non cambieranno di molto.
Esiste una differenza, per dirla con la life coach Martha Beck, tra l’essenza del nostro io e il nostro “io sociale”. Recandovi da una professionista di questo genere (che vi aiuta a sviluppare e a raggiungere risultati ottimali, ridisegnando la vostra vita privata e professionale) con tutta probabilità le prime domande che vi sentirete rivolgere riguarderanno proprio la vostra infanzia e le inclinazioni che avevate da bambini. Cosa amavate fare quando avevate otto anni? Cosa non sopportavate quando eravate in seconda elementare? Di sicuro per molti le risposte non sono poi così immediate e necessitano di un po’ di tempo per riflettere e per andare a ripescare i ricordi nella memoria. E molti altri spalancheranno gli occhi, pensando che questioni del genere siano irrilevanti per un adulto insoddisfatto della propria vita privata o del proprio lavoro.
Al contrario pare proprio che la soluzione stia nel capire se e in quale misura il nostro io sociale, fatto di aspettative dei genitori da soddisfare, costrizioni e scelte “da adulti”, si sia allontanato, fino quasi a dimenticarsene, dall’essenza del nostro io, quella che all’età di otto anni si manifesta in maniera innata, spontanea e senza condizionamento alcuno.
Alle elementari eravate già un piccolo topo di biblioteca, amavate leggere i vostri libri e non vedevate l’ora di cominciarne un altro, riuscendo a rimanere immobile su un divano per ore con la testa immersa in mondi lontani e avventure fantastiche? Beh, probabilmente se ora vi occupate di vendite e rapporti commerciali o svolgete un lavoro a contatto continuo con il pubblico, non siete felici, vi sentite contro-natura e non vedete l’ora di cambiare professione. Al contrario, quando eravate bambino ogni occasione era buona per uscire di casa, correre con gli amici, arrampicarvi sugli alberi, giocare per strada alla ricerca continua di mille avventure da vivere? Ecco, ora siete impiegato in una società e trascorrete otto ore al giorno seduto davanti al computer. E non siete felice.
Non tutto è perduto. Cambiare prospettiva è possibile: magari il lavoro no, ma scegliere un hobby in grado di dar sfogo e spazio alla vostra indole è già un passo verso la felicità. Oppure rivedere in una diversa ottica il momento in cui andrete in pensione e viverla come una seconda occasione per potervi dedicare all’attività che avete sempre sognato, avviandone magari una in proprio. Sembrerebbe che scoprire le nostre passioni sia un percorso da fare nel corso della vita e invece ciò che ci appassiona ed entusiasma è dentro di noi fin dalla tenera età e ci accompagna lungo tutto il corso della vita. E quando la passione si sposa con il lavoro, allora la felicità è assicurata.
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