La tendenza ad accettare acriticamente lo stato delle cose deve essere combattuta, soprattutto al lavoro dove il contributo di persone abituate a dire sempre la loro può fare la differenza
Come capo della tua azienda, hai il dovere di indicare la rotta, quando gli altri faticano ad orientarsi. Ma attenzione: guidare non vuol dire pretendere che tutti ti seguano acriticamente nè tantomeno penalizzare chi osa esprimere un pensiero che non collima col tuo. Dirigere un’impresa richiede un dispendio enorme di energie che può impattare negativamente sulla qualità della tua vita. Ecco perché è importante circondarsi delle persone giuste, capaci di coadiuvarti e sostenerti nei passaggi più delicati. Se ogni volta che apri bocca, si affrettano tutti a darti ragione, non rallegrarti più di tanto perché potresti essere attorniato da persone svogliate, che hanno perso ogni tipo di motivazione. Come uscirne vivo? Cerca di trasformare gli yes men in pensatori autonomi ed affidati al contributo di chi dimostra di tenere veramente al benessere e alla crescita della tua attività.
Chi sono e cosa fanno gli yes men
Nessuno ti augura di trascorrere le giornate a battagliare con tutti, a lottare per sostenere la validità di una tesi o a discutere e polemizzare su ogni singolo punto, ma ritrovarti al cospetto di una corte di uomini e donne sempre pronti a dirti di sì può essere altrettanto frustrante e altamente nocivo. Gli yes men sono soggetti che non si espongono mai e che preferiscono accodarsi o seguire una corrente (anche se non la condividono appieno), anziché formulare una proposta autonoma. Perché lo fanno? Le ragioni possono essere tante:
- alcuni yes men pensano che il loro silenzio (che corrisponde al consenso) procurerà evidenti benefici al lavoro perché così entreranno nelle grazie del capo. Sono i famosi “leccapiedi” che si sperticano in complimenti ed elogi coi quali sperano di guadagnarsi avanzamenti di carriera;
- altri yes men scelgono di non esporsi per una mera questione di “quieto vivere” o perché sono affetti da una severa forma di pigrizia. Preferiscono non sforzarsi troppo e non consumare le energie a discutere o confrontarsi con gli altri;
- ci sono poi gli yes men che hanno paura di dire la loro e che tendono a pensare che le loro idee non meritino di essere difese al cospetto di eventuali obiettori. Sono persone che difettano di autostima o che, più semplicemente, fanno fatica a prendere una posizione o una decisione;
- altri yes men, infine, scelgono di annuire sistematicamente al capo perché hanno realizzato che è meglio non contraddirlo. Sono i collaboratori che stanno solitamente al fianco (o forse è meglio dire al seguito) di quei dirigenti che vogliono avere sempre ragione. E che amano circondarsi di persone addestrate ad esaltare le loro qualità.
Cosa puoi fare per trasformare gli yes men in pensatori autonomi
Occorre correre ai ripari per evitare che l’accidia o la paura di esporsi rendano i tuoi collaboratori del tutto improduttivi. Gli addetti ai lavori suggeriscono di stabilire delle regole ben precise e di dare loro delle direttive chiare, concedendo, al contempo, un certo margine di manovra. Ponili di fronte a delle sfide e spronali a ragionare e a riflettere su come convenga agire per portare a termine, nel modo più redditizio possibile, l’incarico che hai loro affidato.
Quello che devi assolutamente fare è favorire la formazione di una squadra di lavoro coesa, che collabori e si confronti costantemente e che cresca anche grazie alle critiche costruttive che verranno enunciate senza paura di rimbrotti o di vendette trasversali. Un’azienda che può fare affidamento sulla professionalità di risorse abituate a ragionare in autonomia può sperare di superare ogni avversità e trovare le giuste soluzioni ai problemi complessi che la minacciano. E’ dal contributo di pensatori liberi e motivati che bisogna (ri)partire per approcciarsi, in maniera strategica e vincente, al lavoro. Se abituerai i tuoi dipendenti a trovare, da soli, le risposte alle domande che porrai, allora potrai sentirti moderatamente sollevato perché potrai contare sulla collaborazione di un team che non si limita a dirti sempre sì, ma che s’impegna a ragionare con te, per il bene dell’azienda.
La tendenza ad annichilire il dissenso e ad accettare acriticamente lo stato delle cose deve essere combattuta. Riconosci il valore del pensiero dubitativo e concedi ai tuoi dipendenti la possibilità di mettere in discussione ciò che dici e proponi. Nessuno ti chiede di istigare i tuoi collaboratori a “scazzottare” tra loro o con te, ma di incoraggiarli ad esprimere serenamente il loro pensiero. E a scoprire la bellezza di dire un no – educato e ragionato – quando lo richiede la circostanza.
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