Che cosa rende piacevole un un posto di lavoro? Uno stipendio più alto? Orari più flessibili? Un capo accomodante? Servizi dedicati ai dipendenti? Forse, la soluzione è nello studio condotto dal periodico Great Place to Work Italia, che individua le 40 migliori aziende che risultano essere le migliori nella classifica dell’istituto, sulla base dei giudizi dei lavoratori. Ebbene, dall’analisi emergono due cose su tutte: si lavora meglio dove l’azienda predispone servizi che vadano incontro ai bisogni personali del lavoratore; se l’azienda pone le basi per un miglior rapporto di lavoro con i propri dipendenti, guadagna di più.
Di fatti, afferma l’analisi, le aziende che si posizionano meglio nella classifica dei luoghi in cui è più piacevole lavorare, si sono garantite un fatturato maggiore che va dal +13% del 2008 sul 2007 al +18% del 2011 sul 2010 fino al +10% del 2015 sul 2014. Insomma, come a dire che l’aumento del giro d’affari non è mai venuto meno, nemmeno negli anni della recessione.
Evidentemente, di tale rapporto sono ben consce le imprese che da anni sono protagoniste delle classifiche Best Workplaces Italia, in maggioranza americane e per il 37% europee. Tuttavia, nonostante tale attenzione, non sono mancate le sorprese in vetta: Microsoft, ad esempio, che era arrivata come prima classifica nel gruppo delle grandi aziende per tre anni consecutivi, scende dal podio e si piazza soltanto quarta, lasciando invece il primo posto alla Dow, la multinazionale americana della chimica che ha sede a Milano. Ma cambiano anche la seconda e la terza posizione: nel gradino intermedio del podio sale ad esempio ConTe.it, l’azienda assicurativa del gruppo britannico Admiral, nel primo anno in cui entra nel gruppo delle aziende sopra le 500 persone arriva seconda.
“E’ un caso unico — commentava Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Institute Italia sulle pagine di CorrierEconomia dello scorso 29 febbraio — perché crescendo di dimensioni è riuscita a migliorare anche in termini di percezione interna, mentre di solito le cose sono inversamente proporzionali”.
Nel gradino più basso del podio troviamo l’azienda francese Kiabi, Kiabi, che partecipa per la prima volta in assoluto all’osservazione. A proposito di aziende transalpine, è francese anche la vincitrice della classifica delle “small“, la Criteo. Tra le medium corporate, invece, Cisco Systems ritorna in vetta dopo un anno di pausa, seguita dall’unica italiana presente tra i primi posti, Vetrya, società di information technology di Orvieto, che ha ricevuto anche il premio speciale per il welfare.
“E anche questo è un bel segno – faceva notare Zollo – perché abitualmente vincono le aziende del Nord Italia”. Sul terzo gradino si trova invece un altro gruppo americano, Mars, che partecipa con le aziende Mars e Royal Canin.
Su quali siano i motivi che rendono un’azienda un posto migliore nel quale lavorare, lo stesso Zollo non ha dubbi indicando il welfare aziendale come la determinante più considerata. “I lavoratori apprezzano le aziende che danno supporto nel risolvere i problemi personali e familiari e la situazione può migliorare visto che il governo, con la legge di Stabilità 2016, ha potenziato le agevolazioni fiscali per le imprese che concedono servizi e prestazioni ai dipendenti”.
Dunque, non sorprende nemmeno vedere come una buona parte delle aziende delle classifiche Best Workplaces Italia 2016 offra già a tutti i collaboratori una polizza sanitaria integrativa in aggiunta a quanto previsto dal contratto nazionale di categoria (85%). Il 40% delle aziende offre servizi di assistenza medica direttamente in sede. La maggior parte ha inoltre introdotto una forma di flessibilità dell’orario di lavoro e offre permessi aggiuntivi per occuparsi dei familiari a carico. Molte offrono dei vantaggi per i figli, quali asili nido in sede o convenzioni. Altre ancora forniscono buoni per l’acquisto di libri scolastici, stipulano convenzioni con centri estivi e offrono campus aziendali o zone dedicate per il doposcuola.
Da non sottovalutare anche l’aspetto legato alla sede di lavoro. “L’85% delle persone ritiene che le strutture contribuiscono effettivamente a creare un buon ambiente di lavoro e il trend è in aumento (+2%) — diceva Zollo — Oggi il dibattito tra open space e uffici chiusi è finito. Tutte le aziende preferiscono gli open space con sale meeting e dedicate a un utilizzo specifico. Gli ambienti sono più familiari: molti hanno la cucina, i divani, in modo da creare un ambiente che permetta alle persone di rilassarsi. Si riducono i metri quadri per dipendente e si concede più spazio alla condivisione e al relax, ma anche a sale per concentrarsi e per trovare il silenzio necessario per telefonare”.
E voi che ne pensate? Quali sono i 3 motivi che a vostro giudizio dovrebbero rendere migliore un posto di lavoro?
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