YouTube è una piattaforma web, creata nel 2005, sulla quale si possono condividere e visualizzare video. Molti pensano che ospiti soltanto video musicali. In realtà Youtube è diventata una fonte di lavoro per molti: i cosiddetti youtubers. Le loro identità sono note soprattutto ai giovani: i più famosi infatti sono ragazzi che parlando di videogiochi. Piano piano il loro numero è aumentato e questi personaggi caricano e condividono video legati a tante attività diverse. Ma come si può diventare uno youtuber? C’è una strada da seguire o è solo fortuna? A chi rivolgersi con i propri video?
Lo abbiamo chiesto a Domenico Delli Compagni, in arte “Dellimellow”, fondatore di un canale Youtube.
Ciao Domenico, quando hai iniziato a caricare video su Youtbe?
Su Youtube sono un utente attivo da circa tre anni, forse qualcosina in più. Prima utilizzavo Youtube da utente normale, guardavo soltanto i video. In quel periodo scoprii che non c’erano solo video musicali ma anche video di persone che parlano o che svolgono attività di vario tipo. Il mio primo video lo feci per caso. Ebbi una discussione in un bar con un ragazzo vegano e quando tornai a casa, vidi che aveva pubblicato un post in proposito su Facebook. Volevo rispondergli ma avevo tanto da dire e cosi’ feci un video. Quando mi accorsi che quel video, fatto anche abbastanza male, fu molto condiviso, mi resi conto delle potenzialità comunicative della piattaforma. In questi ultimi anni ho imparato ad usare meglio il mezzo, la mia capacità dialettica da utilizzare nei video e la qualità dei contenuti. Così oggi, nei miei video, affronto vari argomenti, tra cui la politica, Internet, l’attualità. E così sono diventato il vlogger più grande d’Italia. Tra l’altro questo ruolo mi è stato riconosciuto anche dal popolo del web perché alla Festa della Rete sono arrivato tra i primi cinque youtuber italiani.
Qual è la differenza tra un vlogger e uno youtuber?
Diciamo che quella degli youtuber è una macro categoria e comprende tutti quelli che si mettono sulla piattaforma e fanno video. All’interno della piattaforma ci sono delle sezioni: c’è quella HOW TO (come fare ndr) quella delle ricette, del make up, quella dedicata ai giochi, quella degli intrattenitori. Ci sono tante sottocategorie che dipendono dall’attività svolta e anche da Youtube stesso, che indica le categorie in cui inserire il video. Io metto i video all’interno della categoria “blog e politica” e perciò sono un vlogger. Ma in ogni caso non è tanto l’indicazione della categoria a delimitarla, quanto chi realizza il video e il suo contenuto.
Quali sono i guadagni che trai dalla tua attività su Youtube?
A livello di visualizzazioni i guadagni sono pochi. Possono viverne solo i grandi intrattenitori, quelli che fanno milioni di visite, come i gamers (quelli che si occupano di videogiochi ndr). Altrimenti gli introiti delle visite sono veramente pochi. Per un canale come il mio, ad esempio, si parla di soli 300-400 euro al mese e quindi una cifra insufficiente per mantenersi. La mia fonte di guadagno principale sono per lo più le attività esterne, come quella di influencer per campagne pubblicitarie. Inoltre ho iniziato un’attività di consulenza in ambito comunicazione e web markenting a livello professionale per privati e aziende. L’ho creata a partire dalla piattaforma. Poi c’è chi cerca di guadagnare attraverso il merchandiser, oppure sponsorizzano brand e mettendo a disposizione il canale per fini pubblicitari. C’è chi vende le proprie creazioni, c’è chi fa corsi. Chi non guadagna a sufficienza dalle visualizzazioni su Youtube cerca di fare più cose possibili per diventare uno youtuber professionista a tutti gli effetti.
Quali sono le tue prospettive future?
Io ho due obiettivi in mente: il primo è quello di far crescere il mio canale in termini numerici. Adesso ho circa 50.000 iscritti, l’obiettivo è farlo arrivare a quota 100.000, migliorando anche i video. Tutto ciò vorrei farlo per cercare degli investitori che mi aiutino a creare una sorta di giornale. Vorrei trovare dei ragazzi che lavorino con me su particolari tematiche e quindi far convogliare tutto in una rivista destinata agli iscritti interessati ai temi che già tratto. L’idea di rivista che ho in mente sarebbe interamente online e credo che potrebbe attrarre anche degli investimenti di tipo pubblicitario. In parallelo voglio continuare a migliorare la qualità dei video e sto cercando qualcuno che si occupi di montaggio. Il secondo obiettivo è quello di aumentare l’attività nel campo della comunicazione e del web marketing. In questo modo il mio canale avrà una sorta di doppio binario: da una parte le attività legate a questi settori e dall’altra la rivista.
Per diventare uno youtuber servono molti seguaci. Qual è il segreto per attirarli e farli rimanere tali?
Il discorso è molto complicato. Prima di tutto bisogna sapere a chi ci si rivolge poiché ogni social ha le sue regole e il suo pubblico. È necessario individuare il settore nel quale lanciarsi e il suo tipo di audience. Per farlo bene, bisogna prima osservare chi ce l’ha fatta, chi è diventato famoso e copiare, per capire come funziona il canale, perché si dedica a quell’attività, i pro e i contro delle azioni che compie. È necessario fare un’analisi insomma. Per diventare uno youtuber ci vogliono le idee chiare: chi improvvisa è destinato a fallire. La prima cosa da fare è conoscere il mezzo, studiarlo, capirne le regole e i meccanismi. Per quanto riguarda il mio settore, ho capito che è importante creare una discussione. La gente vuole discutere. Infatti sul web i primi spazi diventati popolari sono stati i forum, poi Facebook. I luoghi e le occasioni per discutere con sconosciuti delle proprie idee, nella vita reale, sono pochi. Solo il web riesce a mettere a contatto una moltitudine vastissima di persone che hanno varie idee. I canali come il mio aiutano ad arricchirsi attraverso la discussione, a migliorarsi e a restare informati. Magari altre persone hanno idee diverse sull’uso di Youtube, ma questa è la mia opinione personale su come far funzionare un canale e quindi attrarre iscritti. Ad esempio nel settore dei videogiochi, il pubblico è composto da ragazzi molto giovani, immaturi; a giocare molta importanza è il ruolo del sogno, della passione. E quindi il meccanismo di un canale nell’ambito del gaming è sicuramente diverso dal mio.
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