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Lavorare troppo? Per le donne può rivelarsi fatale

L’eccessivo carico di stress può provocare seri problemi alla salute. Ecco perché le donne in carriera dovrebbero imparare e cautelarsi di più

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La notizia farà gongolare le più pigre, quelle che ogni mattina raggiungono l’ufficio controvoglia e contano le ore che le separa dall’uscita. Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università statale dell’Ohio ha rivelato che lavorare troppo può causare danni seri alla salute delle donne che dovrebbero, quindi, correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. Cosa vuol dire concretamente? Che intrattenersi in ufficio oltre le canoniche 40 ore settimanali implica un carico di stress che, sommato alle responsabilità familiari, può far capitolare anche le lavoratrici più rocciose. E affaticare oltremodo il loro cuore. Per non parlare dei rischi di contrarre tumori, di ammalarsi di diabete e di soffrire di artrite.

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image by pathdoc

La ricerca portata a termine dai ricercatori statunitensi, e pubblicata sul Journal of Occupational ad Environmental Medicine, ha preso in esame un campione di 7.500 persone (tra uomini e donne) monitorate per ben 32 anni. Cosa è venuto fuori? Che il troppo lavoro può fare molto male alle donne e parzialmente bene agli uomini. Per essere più precisi, l’indagine ha rilevato, innanzitutto, che il 56% degli interpellati lavora mediamente dalle 41 alle 50 ore a settimana, il 13% dalle 51 alle 60 ore a settimana e un risicato 3% rimane in ufficio (o in fabbrica) per più di 60 ore a settimana. E se la cosa può causare solo qualche “problema” agli uomini; per le donne, invece, può rivelarsi un rischio mortale. Secondo i ricercatori dell’Ohio, infatti, le ladies che lavorano tra le 50 e le 60 ore a settimana vedono aumentare il rischio di ammalarsi di diabete, artrite, tumore o di avere problemi cardiaci. E se appartengono alla categoria delle “stakanoviste” – e restano in ufficio per più di 60 ore a settimana – il rischio risulta addirittura triplicato.

“Le donne, soprattutto quelle che devono destreggiarsi in più ruoli – ha spiegato il dottor Allard Dembe, coordinatore dello studio – accusano di più gli effetti di un lavoro intenso, che apre la strada a diverse malattie e disabilità”. Quello che espone maggiormente le lavoratrici più instancabili al rischio di ammalarsi è, infatti, il combinato casa-lavoro. Ovvero il fatto che – una volta uscite dall’ufficio – devono farsi carico delle incombenze che le aspetta a casa dove hanno solitamente dei figli da accudire o dei genitori anziani da curare. Il carico di stress che ne deriva può essere deleterio per la loro salute.

Discorso diverso, per il cosiddetto “sesso forte”. La ricerca della Ohio State University ha, infatti, dimostrato che gli uomini che lavorano dalle 40 alle 50 ore a settimana rischiano solo di avere seri problemi di artrite. E che quelli che rimangono in ufficio più a lungo risultano paradossalmente meno esposti al rischio di cadere in depressione – o di contrarre malattie cardiovascolari e respiratorie – rispetto ai colleghi che non vanno oltre le canoniche 8 ore giornaliere. Quello che se ne può dedurre è che, essendo gli uomini meno oberati dagli impegni extra-lavorativi (non sono solitamente loro a fare la spesa, a ritirare i panni dalla lavanderia, ad accompagnare i figli alle lezioni di calcetto o i genitori dal medico), gli stessi uomini traggono benefici dal loro “stakanovismo”. Lavorare tanto li fa sentire dinamici e procura loro un certo benessere psico-fisico. Mentre le donne in carriera dovrebbero tenere in maggiore considerazione la loro salute e cautelarsi il più possibile, anche con l’aiuto delle aziende che le hanno assunte. Che potrebbero, per esempio, proporre loro di svolgere parte del lavoro da casa o stabilire che si sottopongano a periodici controlli medici.

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