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Dormire bene per lavorare meglio

Secondo alcuni studi scientifici, chi dorme di più intasca uno stipendio più tondo. Ecco perché è importante destinare la giusta attenzione al sonno

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Ricordate il detto: Chi dorme non piglia pesci? Iniziate a tenerlo in minore considerazione perché, stando a quanto documentato da una serie di ricerche, dormire bene (e tanto) significa lavorare meglio. E quindi produrre e guadagnare di più. A differenza di quanto si è a lungo pensato, chi destina poco tempo al sonno finisce per compromettere le proprie prestazioni professionali. E rischia di guastare i rapporti con gli altri. Per questo, molte aziende hanno iniziato ad attrezzarsi, concedendo ai propri dipendenti la possibilità di schiacciare un pisolino in ufficio. Ma non solo: ci sono strutture dove è possibile dormire per il tempo che si desidera, in modo da poter tornare al lavoro energici e rinvigoriti.

Chi più dorme, più guadagna

A riabilitare la “nobiltà” del sonno sono stati degli studi scientifici, che hanno evidenziato l’importanza del dormire bene in relazione al lavoro che si deve svolgere. Partiamo dallo studio realizzato da due docenti americani: Matthew Gibson del Williams College del Massachussetts e Jeffrey Shrader dell’Università della California. Secondo quanto da loro verificato, il sonno ha un valore economico ben preciso, visto che dormire un’ora in più permette di guadagnare l‘1,3% in più, nel breve periodo, e il 5% in più, nel lungo periodo. Come dire che prima si va a dormire, più lo stipendio si arrotonda. Ma c’è di più: la stessa ricerca ha rilevato che chi non riposa a sufficienza apprende mediamente il 40% in meno di chi si fa invece una bella dormita, con ripercussioni evidenti sul lavoro nel quale rende (ovviamente) di meno.

A rischiare di più sono i manager

E’ quanto ha sostanzialmente confermato un altro studio americano condotto dalla Sleep Research Society su un campione di 37 giovani tra i 18 e i 25 anni. Secondo l’istituto, la carenza di sonno compromette, in maniera vistosa, la capacità di cogliere alcuni segnali che ci vengono inviati dalle persone che ci stanno accanto. In pratica, se dormiamo poco o male, siamo meno reattivi e – di conseguenza – meno performanti e produttivi. “La carenza di sonno – hanno spiegato gli studiosi della Sleep Research Society – ha conseguenze sul sistema neurale e indebolisce l’identificazione di segnali affettivo-sociali di base”. Cosa significa? Che a lungo andare, chi si ostina a fare le ore piccole e a non riposare come dovrebbe rischia di perdersi alcuni passaggi fondamentali al lavoro. O – peggio ancora – di equivocare e sottostimare alcuni comportamenti dei colleghi. E a rischiare di più, secondo uno studio realizzato dalla McKinsey & Company, sono i manager. Se non dormono a sufficienza, il buon funzionamento della loro corteccia prefrontale viene compromesso e faticano più del dovuto a dare indicazioni, risolvere problemi, individuare punti di vista alternativi ecc… Per non parlare del fatto che, chi dorme poco e male, tende a fidarsi di meno degli altri ed a fraintendere di più. Non proprio quello che serve per fare un buon lavoro di squadra.

Dalle nap room alle strutture per la siesta

Appurato dunque – con grande soddisfazione dei “dormiglioni” – che concedersi un buon sonno significa predisporsi a lavorare meglio, molti dirigenti “illuminati” si sono organizzati di conseguenza. Come? Predisponendo l’allestimento delle cosiddette “nap room” (letteralmente, stanze del riposino o della “pennichella”) dove i dipendenti possono schiacciare un pisolino, prima di rimettersi al lavoro. E’ una pratica che in America ha già riscosso un certo successo, mentre in Italia fatica ad affermarsi. A vincere le ritrosie dei dirigenti del Bel Paese potrebbero essere, però, i risultati di alcuni studi scientifici secondo i quali: chi si concede di chiudere gli occhi, per una ventina di minuti, in ufficio (magari dopo pranzo) può  rendere di più, incrementando del 40% la sua creatività e del 30% la sua produttività.

Senza considerare che, col sonno degli altri, ci si può anche guadagnare parecchio. Lo hanno capito bene due imprendiori di Madrid, che hanno dato vita alla “Siesta and Go”. Di cosa si tratta? Di una struttura, strategicamente ubicata in una zona piena di uffici e negozi, dove i dipendenti, sfiancati dai ritmi di lavoro e stressati dai capi, possono fermarsi a riposare un po’.  A prezzi, tutto sommato, accessibili. Trenta minuti in una stanza singola – attrezzata di letto, attaccapanni e comodino – costa 7 euro; mezz’ora su un letto a castello costa 5 euro; mentre chi vuole risparmiare ulteriormente, può optare per la stanza confort dotata di poltrona e puff appoggia-piedi che costa solo 1 euro e 50 centesimi. Il servizio offerto dalla “Siesta and Go”, che garantisce il massimo silenzio e relax ai suoi ospiti, prevede anche la fornitura di un paio di comode pantofole, di un giornale e di una tazza di caffè. Da gustare al risveglio, prima di lasciare la struttura e tornare più ritemprati al lavoro.

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