E' un processo terribilmente lungo quello della salvaguardia delle decine di migliaia di esodati, quelle persone che, dopo la riforma delle pensioni, si sono ritrovati senza lavoro, ma con l'impossibilità di accedere alla pensione. Il governo Monti però aveva previsto dei rimedi. Dopo i primi 65.000 ed i secondi 55.000, ieri un terzo decreto in via di approvazione ha stabilito le regole di accesso alla pensione per altri 10.000 esodati, che usufruiranno del vecchio sistema. Salgono così a oltre 120.000 i salvaguardati, anche se sussiste ancora un pesante scontro sul numero effettivo degli individui ritrovatisi in questa condizione. A dare la notizia ieri, è stato il ministro del Welfare, la (fin troppo forse) contestata Elsa Fornero, alla rete satellitare all news SkyTg24. Quest'ultimo provvedimento, per l'esattezza, riguarda 10.130 esodati. Ad usufruire del terzo decreto saranno tra gli altri, anche i lavoratori in mobilità con accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011, licenziati entro settembre 2012.
Il problema esodati è letteralmente esploso dopo la riforma delle pensioni posta in essere dal governo Monti che, aumentando l'età utile per andare a riposo, aveva creato un "buco" riguardante decine di migliaia di persone. Queste ultime, tramite accordi presi con l'azienda in crisi presso la quale erano impiegati, avevano deciso di uscire volontariamente dalla stessa, non pesando così sul suo budget, ma contando di andare in pensione entro pochi mesi. Il cambio piuttosto radicale delle regole di pensionamento però, ha generato un gap che per non poche persone si è rivelato essere anche di qualche hanno. Lo stesso governo Monti ha però gettato le basi per porre rimedio alla questione in un tempo brevissimo, inserendo le norme di tutela a scaglioni all'interno del decreto Salva Italia.
Provvedimento questo, che non comunque è bastato a fermare le polemiche. La Fornero si è infatti trovata per un periodo piuttosto lungo ad essere destinataria di critiche feroci, ma quello che più ha colpito della questione esodati, è stato l'enorme confusione sul numero reale. 130.000, 300.000, 390.000. Versioni differenti attribuite o diffuse di volta in volta a governo, Inps e Cgil. Il decreto annunciato ieri dalla Fornero, dovrà ora passare per le commissioni parlamentari di Camera e Senato (così come previsto dalla Legge di Stabilità), dove però, si spera, non dovrebbe incontrare ostacoli.
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