L’Ad Fiat Sergio Marchionne ha ribadito l’impegno del Lingotto a rimanere in Italia e quindi a dare lavoro a circa 80.000 persone. Marchionne lo ha spiegato ai microfoni della Repubblica delle idee, Intervistato dal giornalista Ezio Mauro direttore di La Repubblica. Il dirigente Fiat ha detto di impegnarsi a “non chiudere gli stabilimenti in Italia”. E’ poi intervenuto nuovamente anche sulla questione Alfa, precisando che la casa del Biscione “non è in vendita”.
Le parole di Marchionne si sono poi concentrate sulla questione del Made In Italy. Stimolato da Mauro, l’Ad torinese ha spiegato che per quanto riguarda alcuni modelli, il valore legato al fatto che siano prodotti in Italia “è immenso”.A titolo di esempio, Marchionne ha citato la 500, le cui vendite sia in Europa che negli Stati Uniti stanno andando a gonfie vele (pur in misura diversa, a causa delle diverse performance dei due mercati). La 500 in Usa è apprezzata perché è prodotta in Italia. Lo stesso discorso può essere fatto per quanto riguarda le auto di lusso. Una Maserati è una Maserati se è caratterizzata dal Made in Italy, sinonimo in ogni caso di alta qualità.
La questione però, ha sottolineato Marchionne è anche al contrario. Per gli americani, è fondamentale che alcuni modelli centrali di Chrysler, vengano prodotti nei luoghi storici. Il riferimento è alle Jeep Wrangler e Grand Cherokee. Se non fossero prodotte in Ohio “non sarebbero Jeep”. Il mercato a cui Fiat intende rivolgersi nei prossimi anni “è il mondo”, e così’ sarà anche per la produzione, con alcuni paletti inamovibili. L’impegno preso da Marchionne infatti va nella direzione della piena occupazione Fiat in Italia, da qui a 3-4 anni.
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