Le frodi aziendali rappresentano un momento particolarmente spiacevole per il management che si trova a doverle fronteggiare. Subire una frode significa infatti subire delle conseguenze più o meno ingenti e perduranti e, oltre tutto, affrontare una serie di complicazioni gestionali non certo sottovalutabili (si pensi, ad esempio, al caso in cui la frode sia stata provocata da un dipendente, e all’individuazione dei comportamenti sanzionatori conseguenti). Ma quali sono le frodi aziendali più diffuse? E quali quelle più nocive?
Per rispondere alla doppia domanda di cui sopra è possibile riferirsi a un recente studio condotto dall’osservatorio di Axerta, una società specializzata nelle investigazioni societarie, finanziarie e digitali, secondo cui una quota relativamente maggioritaria delle frodi aziendali sarebbe riconducibile all’appropriazione indebita da parte dei propri indipendenti (42%).
Se alla percentuale di frodi che hanno per protagonisti i dipendenti infedeli si aggiunge anche il 21% di frodi che hanno per oggetto i furti ad opera di manager e di direttori, si arriva complessivamente a una proporzione superiore al 60%: in altri termini, in più di 6 casi su 10, l’ipotesi di frode è essenzialmente riconducibile ad un’appropriazione indebita. Da non sottovalutare anche le quote rimanenti, principalmente rappresentate dal dannoso fenomeno delle c.d. “commesse pilotate” (14%) e dalle violazioni che vengono commesse dai dirigenti delle filiali estere (11%).
Frodi aziendali: il passaggio di informazioni riservate
In ogni caso, attenzione a non confondere la frequenza di frode con la nocività delle stesse, visto e considerato che spesso alla maggiore diffusione delle ipotesi di frode non corrisponde anche un maggiore danno ai fini patrimoniali. Si scopre in tal modo che il fenomeno che risulta essere più nocivo per lo stato patrimoniale aziendale – pur non il più diffuso – è il passaggio di informazioni riservate alla concorrenza. Un fenomeno diffuso soprattutto nel settore della farmaceutica e della progettazione meccanica, che può comportare una conseguenza pregiudizievole sul breve e sul lungo termine e, in alcuni casi, una vera e propria perdita definitiva del vantaggio competitivo sviluppato internamente all’azienda.
Tra le altre ipotesi maggiormente nocive in materia di frodi aziendali spicca anche la violazione commessa dai dirigenti che gestiscono le branch estere, con ciò che ne consegue non solamente sulla correttezza amministrativa della divisione internazionale, ma di tutto il gruppo aziendale. In altri termini, anche se i furti commessi dai dipendenti sono l’ipotesi di frode più diffusa e comune, si tratta anche dell’ipotesi meno dannosa per il patrimonio aziendale. Non una buona ragione per abbassare la soglia di attenzione ma, probabilmente, un invito a concentrare lo sguardo anche altrove.
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