Quando sentiamo parlare di gas e luce, pensiamo automaticamente ai rincari, alle bollette sempre più salate. Ma in realtà cosa sappiamo di preciso sul mercato dell’energia? La liberalizzazione di questo settore è iniziata a fine anni novanta. Il decreto legislativo del 23 maggio 2000 n. 164 ha liberalizzato le attività di importazione, trasporto e dispacciamento, distribuzione e vendita di gas naturale. Il processo si è concluso nel 2003, anno a partire dal quale tutti i clienti, e non solo le grandi imprese, possono scegliere scegliere il fornitore di gas che offre il servizio migliore.
La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica è avvenuta invece con il decreto legislativo del 16 marzo 1999 n. 79. Come per il gas, il percorso della liberalizzazione è stato graduale. All’inizio ha riguardato solo le grandi imprese e poi dal 1° luglio 2007 anche privati e aziende di piccole e medie dimensioni.
Ma la vendita di gas e luce non è regolata del tutto dal principio della libera concorrenza. Sono infatti ancora in vigore due diversi regimi di mercato: il “mercato a maggior tutela” e il “mercato libero”.
Il mercato di gas e luce: libero o a maggior tutela?
Nell’ambito del servizio denominato a maggior tutela, le condizioni economiche e contrattuali sono decise dall’Autorità per l’Energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi), con un prezzo dell’energia che viene aggiornato 4 volte all’anno.
Nel mercato libero sono i fornitori a fissare le proprie tariffe e i consumatori sono liberi di scegliere l’offerta a loro più congeniale. Secondo i dati forniti dall’Aeegsi, i prezzi del mercato libero si rivelano più cari del 15-20%. Secondo l’ente, dei vantaggi del mercato libero hanno usufruito solo le grandi aziende, mentre per le famiglie e le PMI è rimasto più conveniente il mercato a maggior tutela. È per questa ragione che l’abolizione del “mercato tutelato”, che doveva avvenire per il gas già dal 2015 e per l’elettricità a partire dal giugno di quest’anno, è slittata al 2018.
Secondo il Monitoraggio dei mercati retail dell’Autorità per l’energia per gli anni 2012-2013, ha scelto il mercato libero circa il 25% dei clienti elettrici domestici e il 22% nel gas. Anche se la maggior parte delle famiglie continua a rimanere nel perimetro del mercato tutelato, il tasso di cambio del venditore di gas e luce in Italia, pari al 7,6%, è superiore a quello della media dei paesi Ue, che si attesta sul 5,6%.
Condizioni contrattuali poco chiare, servizi aggiuntivi, bollette esose: queste le ragioni che hanno indotto il Governo, su iniziative delle associazioni a tutela dei consumatori, a prorogare il definitivo abbandono delle tariffe imposte dall’authority. Ed è proprio la scarsa trasparenza delle bollette e l’approccio poco innovativo delle società del settore che disincentiva il cambio del proprio fornitore di gas e luce.
È vero però che gli utenti più giovani, soprattutto nelle grandi città, sono più attenti nella scelta dell’operatore da scegliere e si informano attraverso Internet.
Ed è esclusivamente sul web che corre anche il mercato dell’energia in Inghilterra: dalla bolletta all’assistenza verso gli utenti. Di questo si sono accorti Marco Bernardi e Massimo Bello, durante un viaggio oltremanica. Da qui è nata l’idea che li ha portati poi a fondare Wekiwi, startup di proprietà del Gruppo Tremagi Holding S.r.l..
Questa società è il primo fornitore di gas e luce italiano esclusivamente digitale. L’obiettivo è quello di rivolgersi ai millenials, agli utenti più giovani che prediligono Internet, attraverso un’azienda social e trasparente. Mercoledì 11 maggio i due founder hanno presentato l’azienda nello spazio di coworking di Talent Garden, a Milano e noi di Bianco Lavoro siamo andati a capire come funziona questa nuova realtà del mercato dell’energia.
Un operatore completamente digitale
L’utente può sottoscrivere il contratto direttamente online. Non ci saranno più chiamate dai call center o venditori porta a porta. Dopo di che l’utente deve fornire i dati relativi ai suoi consumi di gas e luce, e se non è in grado di farlo, può caricare sul sito una vecchia bolletta e ci penserà direttamente Wekiwi a valutare la quantità d’energia di cui il cliente ha bisogno. Si occupa Wekiwi anche della pratica di recesso con il vecchio fornitore.
In base al proprio profilo di consumo, l’utente opta per una carica mensile, che verrà fatturata in anticipo. Anche il periodo di fatturazione si può scegliere: bimestrale, trimestrale, quadrimestrale. E se si rispetta la carica assegnata e si usufruisce dell’assistenza interamente online ci saranno sconti.
La bolletta è interamente digitale, un documento dinamico html che offre una panoramica trasparente su consumi e costi. E se i consumi superano la carica scelta? In questo caso viene fatturato quanto consumato in eccedenza e si perderà il diritto allo sconto.
Anche se, per evitare un consumo di energia maggiore rispetto alla carica, Wekiwi ha creato un’applicazione che consente di monitorare le quantità di elettricità o gas utilizzata. Quindi la grande novità è che non ci sarà nessun consumo stimato esclusivamente dal fornitore.
Il termine “Wekiwi” nasce dall’unione di due parole inglesi, “We” come “noi” e “Kiwi” come abbreviazione di Kilowatt. Attraverso un approccio digitale, improntato alla trasparenza e forte di prezzi competitivi, Wekiwi vuole invertire la rotta in un mercato in cui, nonostante la liberalizzazione, vengono ancora praticate condizioni poco chiare e tariffe esose. La cosa che resta invariata è l’addebito del Canone Rai, su quello, ha scherzato Bello, non può promettere sconti.
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