Il calcolo ha quasi dell’incredibile. in Italia nel 2022 i posti vacanti riguardanti persone laureate sono stati 370.000 a causa del cosiddetto mismatch, ovvero il mancato incontro, tra domanda e offerta di lavoro. Sostanzialmente le imprese offrono dei determinati posti, che però non vengono ricoperti da nessuno perché i colloqui non vanno a buon fine. Ciò accade in gran parte per la scarsità di candidati, ma anche per la mancanza di competenze adatte di questi ultimi quando ci sono. E questo è un problema non da poco, visto che sostanzialmente genera un mancato sviluppo aziendale e quindi anche economico. 370.000 è un numero decisamente alto, ma se lo si spiega con l’espressione “un posto su due” rende ancor meglio l’idea. Significa che su due offerte di lavoro, una resta insoddisfatta se si tratta di laureati. Precisando ancora meglio possiamo dire che la metà dei posti di lavoro per persone con alta istruzione viene o disertata o resta, per così dire, vuota.
Quali professioni?
Ma quali sono le professioni più ricercate per le quali addirittura il 50% delle offerte non va a buon fine? Un dato interessante e su cui ragionare è anche questo e cioè che non esistono settori specifici: si va dagli informatici ai medici, dai matematici ai filosofi e dagli economisti agli ingegneri. In pratica una buona parte dei percorsi di studio conta fino ad un certo punto rispetto al fatto di soddisfare l’offerta di lavoro, cosa che ricordiamo non avviene solo per mancate competenze, ma anche perché spesso i possibili candidati proprio non si presentano, o addirittura non esistono in riferimento ad una determinata zona. Ovvero se ci sono, sono troppo lontani.
Un po’ di numeri
Nel 2022 la ricerca di laureati ha riguardato 782.000 offerte di lavoro, su per giù. In oltre il 47% dei casi, le aziende hanno dovuto faticare come dannate per riuscire ad occupare il posto offerto. La ricerca e la selezione del personale infatti è durata anche oltre 5 mesi. Questa in un paese con una disoccupazione non trascurabile è sicuramente un’anomalia significativa. Un dato che dà un significato aggiuntivo è che l’anno scorso le imprese avevano previsto in totale oltre 5 milioni di ingressi nel mondo del lavoro, cioè più dell’11% in più del 2021, e più del 12% del 2020. Ciò vuol dire che questi 370.000 posti che per un buon periodo sono rimasti vacanti si sono inseriti in un contesto di forte aumento dell’offerta di lavoro. Il dato è cresciuto di 9 punti percentuali rispetto all’anno prima, quando si era attestato a circa il 38% I profili più ricercati in numeri assoluti, nel 2022 sono stati quelli riguardanti gli economisti, con 207.000 ingressi previsti. Di questi, oltre 74.000 sono stati di difficile reperimento. Ma ragionando in percentuale, quelli più complicati da trovare sono stati i medici-odontoiatri, per i quali si è faticato molto in oltre il 68% dei casi. A seguire, ma comunque sopra il 60% alcuni indirizzi riguardanti le facoltà ingegneristiche.
Cosa non va
Come accennato il mancato incontro tra domanda e offerta è dovuto alla scarsità di candidati, al fatto che molte volte anche esistendo non vengano ai colloqui e ad una terza variabile: ovvero il candidato esiste e si presenta, ma nonostante il percorso di studi effettuato non risulta avere le competenze adatte. Un master può certamente aiutare molto, ma ciò sembra essere colpa di un sistema dell’orientamento non particolarmente performante ed anche del fatto che ci sarebbero troppi atenei con troppe facoltà uguali, per le quali gli sbocchi non sono particolarmente grandi quantitativamente parlando, mentre per altre facoltà ci sono troppi pochi atenei che le propongono, lasciando così scoperto il fianco ad una futura mancanza di candidati per discipline importantissime come quelle mediche, ingegneristiche o informatiche.
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