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Il capo che non risponde alle mail manda messaggi sbagliati

Non rispondere a una richiesta di aiuto non è solo fastidioso, ma può essere anche dannoso. Scopriamo perché

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Ci sono giornate in cui il tempo sembra non passare mai e altre in cui scorre via troppo velocemente. Quando si è impegnati col lavoro o sopraffatti dalle responsabilità, il rischio di trascurare qualcuno esiste eccome; ma una cosa è dimenticare di rispondere al messaggio di un amico che organizza una partita di calcetto, altra cosa è dimenticare di rispondere alla mail di un collaboratore che ha bisogno di aiuto. Cerchiamo di essere chiari: ogni messaggio merita una risposta (anche frettolosa e sintetica), soprattutto quando riguarda il lavoro. Ecco perché consideriamo quanto meno discutibile l’atteggiamento di quei manager che scelgono di ignorare sistematicamente le richieste di attenzione dei loro sottoposti. Se anche tu sei un capo che non risponde alle mail, fermati un momento a riflettere: col tuo comportamento, puoi creare seri problemi e veicolare messaggi sbagliati. Meglio prenderne coscienza e intervenire per tempo.

Se sei arrivato a ricoprire il ruolo che rivesti è perché hai dato prova delle tue capacità. Ma non adagiarti troppo sugli allori: quando si ha la responsabilità di coordinare un gruppo di lavoro, non ci si può permettere di mollare la presa né tantomeno illudersi che i collaboratori se la cavino da soli. Un capo che si rispetti ha il dovere di non far mancare mai il suo sostegno ai dipendenti e di seguirli ed orientarli, ogni volta che ne hanno bisogno. Nessuno pretende la tua disponibilità incondizionata, ma non puoi neanche pensare di staccare il telefono o ignorare le mail, ogni volta che ti senti stanco. Perché tra le competenze che non possono mancare a un buon capo, c’è anche la capacità di gestire più cose contemporaneamente e di mantenere un canale comunicativo fluido con chiunque lavori al suo fianco.

I messaggi sbagliati del capo che non risponde alle mail

Se non rispondi alle mail dei tuoi dipendenti è perché in fondo sai che – essendo il loro superiore – te lo puoi permettere, ma attento a non perdere il senso della misura e della buona educazione. Ignorare gli altri e chiuderti in una “torre d’avorio” ti si ritorcerà contro; se non altro perché, con la tua manifesta noncuranza, invierai messaggi sbagliati ai tuoi collaboratori. Quali? Te ne indichiamo due tra quelli messi in fila in un articolo pubblicato sul sito Undercover Recruiter (che abbiamo letto e rielaborato in maniera personale). Quando un capo sceglie di non rispondere alle chiamate o alle mail dei suoi subordinati dice sostanzialmente loro quanto segue:

Fate quello che vi dico e non curatevi di quello che faccio io

Un capo deve dare, innanzitutto, il buon esempio, inducendo i suoi sottoposti a seguire la linea da lui tracciata. Ecco perché è evidente che, quando pretende il massimo dagli altri ma si spende poco (o niente) per andare incontro ai loro bisogni, c’è qualcosa che non va. Nessun manager, per quanto bravo nel suo lavoro, può sperare di conquistarsi la stima e la reale collaborazione delle persone che coordina, se non darà seguito, con fatti concreti, alle istruzioni che impartisce e se si ostinerà a perpetuare comportamenti incoerenti ed ipocriti. Non si può predicare l’importanza del confronto e della collaborazione e poi tenere la porta sistematicamente chiusa. E’ un cattivo esempio che rischia di riverberarsi sulle scelte dei dipendenti che potrebbero trattare con altrettanta approssimazione i loro clienti. Il capo che predica bene e razzola male ricorda, da vicino, il Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi che, in uno dei passaggi più iconici del film, spiega ai malviventi con cui stava giocando a carte e che, a differenza sua, finiranno in galera: “Mi dispiace, ma io sono io e voi non siete un ca….”.

Ho di meglio da fare, non meritate il mio tempo né tantomeno la mia attenzione

Un capo che non risponde alle telefonate o alle mail dei suoi dipendenti sta sostanzialmente dicendo che le loro richieste non sono sufficientemente importanti o interessanti da meritare una risposta. Non è un comportamento educato né tantomeno sano: i lavoratori che vengono ignorati dai loro responsabili iniziano, di norma, a dubitare delle loro capacità, si mettono pesantemente in discussione e riversano sul lavoro le loro ansie e le loro insicurezze. Non solo: un manager che si comporta in questo modo si presta a diffondere una cultura del non rispetto destinata a fare sfaceli. Chi non dimostra considerazione per gli altri, difficilmente la riceverà in cambio, anche da chi – per contratto – deve sottostare alle sue direttive. Il risultato? Un ambiente di lavoro in cui non si instaura la giusta sintonia tra chi ha la responsabilità di stare al comando e chi deve eseguire i compiti è un ambiente improduttivo, segnato da frustrazioni e disistima diffuse.

Non rispondere equivale a perpetuare una forma di violenza

Meglio non sottovalutare la pericolosità di lasciare inevase delle domande perché al lavoro può creare più di un problema. Quando i collaboratori non riescono a comunicare col loro capo (perché si rende irreperibile), può succedere di tutto. O quasi. A riflettere sul tema è stata anche la giornalista Elisabetta Ambrosi, che in un articolo pubblicato qualche tempo fa su un sito online, ha annotato: “Ogni domanda che resta senza la sua naturale conseguenza, qualcuno che gli risponda, è una piccola, ma forse anche grande, forma di violenza, un modo profondamente scorretto di fare ciò che dovrebbe essere bandito, radicalmente biasimato”. “La non risposta  – ha rincarato la giornalista – alimenta i peggiori dubbi. L’immaginazione si scatena, senza avere alcun elemento a cui aggrapparsi e con un grande logorio emotivo, nel tentativo di fare ipotesi che nella maggior parte dei casi sono sbagliate, senza senso”. Un capo che non risponde alle mail o alle chiamate non rischia solo di inficiare il lavoro dell’intero gruppo, ma anche di minare le certezze e di attentare all’entusiasmo dei singoli collaboratori. Meglio tenerne conto e correre ai ripari; una risposta cortese non costa nulla e può fare guadagnare moltissimo.

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