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Il problema dei Tir bloccati al Brennero

Il problema del blocco dei mezzi pesanti alla frontiera del Brennero dura da almeno quattro anni ed ora potrebbe aprirsi una procedura d’infrazione Ue.

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Recentemente è tornato alla ribalta il problema dei Tir che vengono bloccati al confine con l’Austria, sul confine del Brennero. La questione non è per niente nuova ed anzi dura da anni, ritardando fortemente la circolazione delle merci e intasando l’autostrada, con gravi danni all’economia. La novità di quest’anno è che i mezzi pesanti nel 2022 sono anche calati di numero, a favore del traffico di mezzi leggeri. Stiamo parlando di 2, 4 milioni nel primo caso e di 11 milioni nel secondo. Il blocco dei Tir, che non riguarderebbe la circolazione con origine o destinazione il Tirolo, la regione situata tra Italia e Austria di cui il Brennero fa parte, sta diventando una specie di ago nel pagliaio

Esistono norme internazionali regolate da trattati che prevedono la libera circolazione delle merci, ma appunto la questione del blocco dei Tir (e non solo quello) dura da almeno quattro anni, per una sorta di sistema protezionistico dell’Austria che ferma i camion transitanti dalla frontiera regolando il numero di mezzi che possono transitare ogni ora. Questo numero che nel 2022 è consistito in 300 è attivo nei giorni feriali, mentre è vietato il transito dei mezzi pesanti di notte e anche nei giorni festivi vigono appositi divieti.

I danni all’economia

Come è ovvio i gravi ritardi sulla tabella di marcia del viaggio delle merci provocano ingenti danni alle aziende, non solo italiane. Non molti giorni fa è infatti intervenuta anche l’Ue, facendo appello all’Austria nel tentativo di sbloccare la situazione, spiegando che quello del Brennero è un corridoio europeo e quindi la forte limitazione danneggia ad esempio anche la Germania, ma per ora sembra che l’Austria non voglia sentirci. I danni che derivano dalle consegne in ritardo sono più che altro a carico delle aziende, ma talvolta anche dei consumatori. Perché? Per varie ragioni, ma principalmente una forte dilatazione del tempo di consegna finisce per incidere pesantemente sui costi del trasporto. Più tempo significa meno consegne. Costi del trasporto, a carico delle aziende, che poi potrebbero non avere altro modo che scaricare questi sui loro clienti, che a loro volta li potrebbero appunto scaricare sui consumatori. Anche se non è detto che tutto ciò avvenga, il rischio è sicuramente reale. Inoltre alcune merci sono fortemente deperibili e un viaggio che al posto di durare alcune ore si trasforma in una sorta di odissea di giorni potrebbe metterle fortemente in pericolo, al punto di non essere poi più vendibili. Recentemente il ministro Salvini è intervenuto sulla questione, spiegando di essere pronto a perorare la causa cercando di aprire una procedura di infrazione in sede di Unione Europea. Una proposta è stata anche quella di permettere la circolazione in orario notturno, abolendo il doppio pedaggio in Austria.

L’incredibile vita dei camionisti

C’è anche da dire che i camion sono guidati da persone. Sulla A22 l’autostrada del Brennero, capita che possano esserci anche 20 km di coda o più. Ciò costringe gli autisti a letteralmente campeggiare in corsia, per un numero imprecisato di ore, talvolta di giorni, senza una piazzola di sosta, un ristoro e nemmeno un bagno. Se è vero che un camionista è abituato a stare sulla strada, non è certo quello il modo di farcelo stare. Sostare in un’area attrezzata con a disposizione un discreto numero di servizi o “abbandonato” sulla prima corsia dell’autostrada assieme ad una moltitudine di colleghi è decisamente diverso, e la seconda condizione è qualcosa di invivibile anche per chi è uso a stare lontano da casa per una settimana o più, dormendo nella cuccetta del suo camion.

Problemi anche per i treni

I ritardi sulla circolazione delle merci riguardano anche i treni. Nonostante c’è chi dica che per risolvere il problema del traffico sulla A22 bisognerebbe spostare un gran numero di merci da gomma a rotaia (attualmente circa un terzo di quelle transitano usano la ferrovia), un treno può perdere anche 5 ore per valicare il confine del Brennero. I motivi sono più che altro burocratici, la mancanza di condivisione di dati ad esempio può far perdere anche due ore o più. Alcune normative nazionali richiedono invece intere mezz’ore solamente per la compilazione di alcuni fogli. E’ quindi chiaro che spostando delle merci da gomma a rotaia è vero che si potrebbe forse far defluire meglio il traffico sull’autostrada, ma le merci perderebbero comunque un gran numero di ore.

In futuro entrambi i problemi potrebbero essere se non risolti almeno fortemente limitati dal cosiddetto Tunnel del Brennero, che è attualmente in costruzione.

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