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Il tempo delle donne: competenze trasversali (e digitali) per lavorare oggi

Durante il ciclo di incontri “Il tempo delle donne” si è parlato delle competenze trasversali e digitali da possedere oggi nel mondo del lavoro attraverso un’intervista ad una selezionatrice del personale

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Competenze trasversali. Questo il titolo dell’incontro tenutosi nella mattinata di domenica 4 ottobre presso il Triennale Lab della Triennale di Milano per la rassegna Il tempo delle donne. Un’intervista a Monica Rancati, direttore risorse umane di Microsoft Western Europe condotta dalla giornalista del Corriere della Sera Paolo Caruso. Davanti a un pubblico composto quasi esclusivamente da donne, la selezionatrice ha parlato della sua esperienza professionale ed in particolare del suo ruolo di Responsabile Risorse Umane per l’Europa occidentale in Microsoft.

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Inizialmente ha spiegato che le competenze digitali richieste ormai al 90% dei lavoratori non si identificano con quelle proprie degli ingegneri informatici o dei programmatori. Possederle vuol dire semplicemente utilizzare con facilità le tecnologie per essere più “performanti” sul posto di lavoro. Poi la giornalista ha introdotto i dati relativi al “gender gap” nel’ambito digitale e scientifico e in generale in quello lavorativo, ripartendo da uno dei temi caldi de “Il tempo delle Donne”. In Microsoft Monica ha affermato che si pratica una politica salariale basata sulla totale parità di genere. Parità nell’offerta di opportunità e assunzioni, che si traduce in una percentuale del 30/35% di donne tra i dipendenti .

E’ stato anche affrontato il problema della discrasia tra offerta e domanda di lavoro in ambito digitale e della difficoltà di alcune aziende di reperire personale qualificato per alcuni ruoli. Per la direttrice bisogna incentiva lo sviluppo delle competenze digitali sin dalla primissima infanzia ed è per questo che alcune società attive nel settore della tecnologia propongono attività formative nelle scuole elementari.
Dallo stress provocato dalle nuove tecnologie, di cui in questi giorni si è discusso in Francia, l’intervista è così approdata sull’argomento “smart working”, la modalità di lavoro innovativa basata sulla flessibilità di orari e di sede.

Microsoft applica lo smart working con il 100% dei dipendenti, con soddisfazione sia tra donne che tra uomini. “Bisogna tener presente – ha precisato l’intervistata -che ci sono alcuni tipi di comparti economici, come le aziende che si occupano di produzione, che non possono applicare i principi di smart working in quanto è una soluzione che si adatta meglio alle aziende di servizi”.
A margine dell’incontro ci sono stati numerosi interventi e domande.

 

A quella su come si possano acquisire queste competenze trasversali e digitali, se sia utile seguire corsi in proposito, Monica Rancati ha risposto che queste competenze si possono acquistare e far valere anche attraverso un’esperienza concreta. Ha inoltre affermato che nella sua esperienza di selezionatrice dà priorità alle persone con più esperienze pratiche elencate sul cv rispetto a quelle dotate di un bagaglio più teorico. Quello che cerca sono capacità e attitudine.

Tornando ad uno degli argomenti de “Il tempo delle donne”, l’intervistata ha raccontato che nella sua azienda si cerca sempre di creare pari opportunità anche in fase di screening dei curriculum, analizzando potenziali candidati donne e uomini nella percentuale del 50% di ciascuno. Poi dal momento che l’impresa ricerca un determinato profilo, al termine della selezione verrà scelto chi possiede il background adatto per ricoprire il ruolo ricercato, al di là della questione di genere. La direttrice ha ammesso anche che in ambito di selezione del personale una determinata attenzione alle donne si fa sempre, e che significherebbe raccontarsi una fiaba sostenere il contrario. In ogni caso, ha assicurato che nella sua esperienza, se il profilo è idoneo, piace al di là del genere e della situazione personale. Incalzata dalle domande ha poi suggerito alle nuove generazioni di studiare materie scientifiche, essere flessibili e aperte a più percorsi e mirare ad una specializzazione precisa solo in presenza di idee chiare o motivazioni particolari.

Al termine dell’intervista Monica Rancati ha citato il dato, diffuso dalla società di consulenza McKinsey, secondo cui il Pil annuo globale aumenterebbe del 26% se ci fosse una parità di genere nei ruoli professionali, lasciando così intendere, insieme alla giornalista, quanto le donne possano valere e fare la differenza nel mondo del lavoro.

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