Del prezioso contributo che i lavoratori stranieri danno al sistema previdenziale italiano, abbiamo parlato qualche giorno fa. Ma il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione che la Fondazione Leone Moressa ha presentato ieri a Roma aiuterà a capire, fino in fondo, come gli immigrati rappresentino, numeri alla mano, una leva importante dell’economia nazionale. Con buona pace di chi considera sconveniente accoglierli nel nostro Paese.
Stando ai dati raccolti dai ricercatori della Fondazione, nel 2014, i 2,3 milioni di stranieri occupati in Italia hanno prodotto, col loro lavoro, 125 miliardi di euro pari all’8,6% del Pil. Non solo: nello stesso anno, hanno dichiarato redditi per più di 45 miliardi di euro e versato 6,8 miliardi di Irpef netta. “Dal Rapporto emerge una fotografia dell’immigrazione che non è fatta solo di sbarchi e accoglienza profughi – hanno sottolineato gli studiosi della Leone Moressa – ma anche, e soprattutto, di lavoratori integrati nel tessuto nazionale”. Gli stranieri presenti in Italia, nel 2015, hanno superato i 5 milioni e rappresentano l’8,2% dell’intera popolazione residente nel Bel Paese. Una fetta importante che, tra le altre cose, fornisce forza lavoro particolarmente “fresca”, visto che solo 1 su 100 ha più di 75 anni. Da qui il contributo importante dato alle pensioni degli italiani, grazie al regolare versamento dei contributi di cui molti di loro non potranno beneficiare. “Quasi il 10% dei lavoratori immigrati dà un contributo notevole, come flussi di cassa, all’Inps – ha spiegato il direttore scientifico della Fondazione, Stefano Solari – ma dall’altra parte, non riceve molto perché il 98% di queste persone non ha maturato alcun diritto. Tante persone lavorano in Italia per 5-10 anni, poi si spostano e perdono i diritti alla pensione”.
Ma dove lavorano gli stranieri presenti in Italia? Il 47,4% ha trovato un impiego nel settore dei servizi, il 18,5% nell’industria e il 10,8% lavora nel comparto dell’edilizia. E infatti l’incidenza massima del valore aggiunto prodotto si registra nella ristorazione (18%) e nell’edilizia (17,3%). Conti alla mano, insomma, sottraendo alla cifra della ricchezza prodotta dai lavoratori stranieri nel Bel Paese quella spesa dai nostri governanti per fronteggiare il problema dell’immigrazione, restano 3,9 miliardi di euro nelle casse del Fisco italiano. Il rapporto costi-benefici pende, insomma, a favore del contributo attivo fornito dagli occupati stranieri. Che aiutano a far andare avanti l’Italia.
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