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Italiani e startup italiane al Web Summit 2022: reportage con foto e video interviste

Al Web Summit 2022 di Lisbona abbiamo incontrato un po’ di italiani e startup italiane, ecco chi sono e cosa ci hanno detto

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Il Web Summit è considerato il più grande evento tech al mondo. L’edizione 2022 ha attirato a Lisbona oltre 70 mila visitatori qualificati provenienti da oltre 160 Paesi. Qualificati perché per partecipare occorre appunto dichiarare che lavoro si fa, quale è lo scopo della nostra partecipazione e soprattutto pagare un biglietto piuttosto salato.

In particolare l’evento è frequentato da moltissimi VC, alias società di venture capital (capitale di rischio), che vanno a supportare le aziende in cui già investono e che espongono, oppure vanno a cercarne di nuove da finanziare. Un numero per inquadrare il livello di questo fenomeno: all’edizione 2022 del Web Summit erano presenti aziende di Venture Capital che complessivamente hanno sottoscritto il 30% di tutti gli investimenti fatti nel mondo negli ultimi 12 mesi, 102 miliardi di dollari sui 362 totali. Questo perché la vera anima del Web Summit sono le start-up e le scale-up presenti, le migliaia di nuove aziende tech provenienti da tutto il mondo in cerca di occasioni e contatti per crescere ancora, per ‘scalare’ appunto (quasi 2300 in questa edizione).

Noi di Bianco Lavoro abbiamo partecipato a otto edizioni del Web Summit e naturalmente eravamo presenti anche quest’anno. Abbiamo parlato con tantissimi visitatori italiani e conosciuto molte delle tante aziende italiane che avevano lo stand, alcune di esse ospitate nella sezione di ITA – Italian Trade Agency, l’agenzia Governativa che supporta lo sviluppo commerciale delle nostre imprese all’estero e promuove l’attrazione di investimenti esteri in Italia.
Queste aziende un domani potrebbero avere centinaia, migliaia o decine di migliaia di dipendenti come già è capitato ad ex startup che conosciamo tutti e che ora dominano l’economia mondiale come Apple, Amazon, Google e Microsoft, giusto per dire le più facili.
Una nota che fa capire l’altissimo numero di start-up e scale-up espositrici: gli stand sono minuscoli, alcuni grandi solo un metro e cambiano ognuno dei tre giorni di durata dell’evento. Ovvero ogni giorno la stessa postazione è occupata da una azienda diversa. Ecco chi abbiamo incontrato a Lisbona.

Feel Venture investe sui giovani italiani

Antonio Baccari e Giorgio Barbagli sono di Feel Venture, un fondo di Venture Capital con sede a Londra che che finanzia progetti di startup in tutto il mondo ma in cui almeno uno dei soci sia di nazionalità italiana. La strategia di Feel Venture è quella di aiutare i nuovi imprenditori non solo con investimenti di capitale ma soprattutto mettendoli in rete con selezionate PMI italiane che possono così investire ulteriormente nelle startup che sono più vicine ai loro problemi, in grado cioè di offrire, alle PMI che investono, delle soluzioni tech da impiegare subito. Quella di Feel Venture è insomma una vera e propria community con eventi online, eventi fisici (per ora in Lombardia e Piemonte) che mette insieme startup e aziende tradizionali nel ruolo di investitrici.

Con aptus.ai al rispetto delle norme pensa l’intelligenza artificiale

C’è una startup, con sede a Pisa, che è partita nel 2018 con la mission iniziale di “permettere a ogni persona di consultare digitalmente e comprendere leggi, contratti, libri, articoli – in due parole: ogni testo”.
Poi i fondatori si sono accorti della distanza siderale tra la quantità e la complessità delle norme che regolano molti dei business attuali e le capacità delle aziende di farvi fronte e di essere compliant con esse in ogni momento.
Abbiamo incontrato Luca Sidoti, media planner di Aptus.ai, che ci ha raccontato come oggi il software da loro sviluppato aiuti le banche, e le grandi aziende in generale, a trasformare la compliance da costo operativo puro a potenziale vantaggio competitivo.
Aptus.ai aiuta infatti le aziende ad intercettare il cambiamento normativo, in quanto il suo software è capace di ‘leggere’ tutte le norme che riguardano quel particolare business e di trasformarle in un formato ‘machine readable’ – quindi comprensibile ad un computer dotato di intelligenza artificiale – così che si possa poi fare, sempre in modo automatico, una analisi di impatto delle nuove norme sulle procedure e le policy dell’azienda. Così facendo l’azienda risparmia tante risorse che possono invece concentrarsi sulla parte più creativa e di impatto ovvero il cambiamento delle policy e delle procedure aziendali per sfruttare al meglio quel particolare cambiamento normativo.
La forza della tecnologia di Aptus.ai è che prescinde dal tipo di norma, dunque le applicazioni, che adesso sono principalmente sul mondo fintech, un domani potrebbero riguardare il mondo crypto, quello assicurativo, quello energetico o altri settori ad alta complessità normativa.

Cognivix, la vista AI che mancava alla smart manufacturing

Cognivix è una startup con sede in provincia di Bologna, che ha costruito una tecnologia in grado di colmare un gap molto importante che si ha negli impianti di smart manufacturing, in altre parole nelle fabbriche dove a operare per la maggior parte sono i robot. Quando da un cesto il robot deve prelevare oggetti che non sono tutti uguali il robot va in crisi perché non sa come prenderli a meno che non sia stato programmato prima per farlo per ogni singolo oggetto diverso, un compito che, anche se estremamente ripetitivo, finora è stato affidato all’uomo perché un umano, ad esempio, sa che una banana (leggera, morbida) va presa in un modo diverso da un cocomero (pesante, duro). Come ci hanno raccontato Daniele Bernardini e Leonardo Tassini la tecnologia di Cognivix è in grado di donare la vista intelligente ad ogni robot che fa picking di oggetti così che il robot sia in grado di prendere l’oggetto giusto nel modo giusto.

contents.com, contenuti generati con intelligenza artificiale

I contenuti testuali, magari in più lingue, sono cruciali per qualsiasi azienda che operi online, che sia un blog, un e-commerce o un’attività che produce prodotti o servizi. Abbiamo incontrato Laura Tolentino di contents.com, un’azienda con sede a Milano specializzata nella creazione di contenuti testuali con l’ausilio fondamentale dell’intelligenza artificiale, alla sua seconda partecipazione al Web Summit.

Forequest, l’advertising diventa immersivo

Fare pubblicità efficace online è sempre più difficile, l’attenzione è veramente il bene più prezioso che abbiamo, contesa com’è da tutte le 1000 attività online che facciamo ogni giorno.
Forequest è una startup, con sedi a Milano e Lecce, che sta creando una realtà immersiva alimentata dall’intelligenza artificiale che permette ai brand di ingaggiare gli utenti in challenge simili a quelle che i giocatori devono fare nel popolare gioco per smartphone Pokemon Go.
Come ci ha spiegato il CTO di Forequest Amir Alamo, che abbiamo incontrato a Lisbona, gli utenti della loro applicazione di realtà aumentata sono ingaggiati con dei progetti di sostenibilità e per la salvaguardia dell’ambiente, solitamente organizzati da Agenzie Non Governative. I budget che i brand investono in questo canale di advertising vengono poi in parte devoluti da Forequest alle NGO che così vengono sostenute anche finanziariamente.

Con 4Gift fai regali che non possono essere rifiutati

A tutti sarà capitato di dover fare un regalo, magari costoso, ed essere nella spiacevole situazione di non conoscere perfettamente i gusti o la taglia del destinatario/destinataria. 4Gift è la scale-up italiana, con sede a Milano, che ha creato una esperienza di acquisto che consente al destinatario di personalizzare il proprio regalo. La tecnologia di 4Gift si aggancia all’e-commerce del brand così che chi fa un’acquisto, al momento del pagamento, viene trasferito sul sito di 4Gift che da lì in poi si occupa di tutto ciò che succede dopo, con il destinatario del regalo che vivrà una sorta di anticipazione grafica online del regalo che riceverà tramite 4Gift e potrà inserire le informazioni mancanti prima di riceverlo sul serio o magari scegliere qualcosa di simile.
Giorgio Finzi, CEO di 4Gift che abbiamo incontrato a Lisbona, ci ha raccontato che la sua azienda, fondata nel 2015, conta oggi una quarantina di collaboratori, è in forte crescita ed è apprezzata da brand dell’abbigliamento di lusso come Gucci ed altri brand noti con cui collabora con successo.

Giano, il simulatore che aiuta le start-up a non farsi male

L’ecosistema delle startup ormai muove cifre imponenti, tuttavia la sua caratteristica principale è che per ogni startup che ce la fa tantissime (la grande maggioranza) altre falliscono. Per aiutare le startup a non fallire alla prima difficoltà servirebbe un simulatore che aiuti a testare le strategie di business magari in mercati simulati così che, come fanno i piloti nei simulatori di volo, chi guida una startup possa testare in anticipo gli effetti delle proprie azioni senza farsi male. Il CEO Simone Gabbriellini ci ha raccontato che esattamente questo è ciò che promette Giano il simulatore di Manent.ai, una startup che ha costruito questo software che riesce a simulare la vita economica di una startup. La startup, che ha sede in provincia di Pisa, è nella fase del POF (proof of concept) e sta già lavorando con alcune startup internazionali. Il servizio verrà venduto a subscription e consentirà un pacchetto di simulazioni.

Gymnasio, l’intelligenza artificiale per il fitness online

Negli ultimi tempi, complice la pandemia che ci ha tenuti tutti in casa, si è sviluppato molto il settore del fitness online. Son nate così molte piattaforme che mostrano dei video che insegnano e guidano le persone che fanno attività fisica da casa, una sorta di Netflix per fare esercizi in autonomia. Ma per alcune discipline, come lo yoga, ci sono degli esercizi che devono esser fatti correttamente altrimenti non servono a nulla oppure possono essere addirittura dannosi.
Gymnasio è la startup milanese fondata nel 2021 che ha elaborato la tecnologia che consente di verificare la corretta esecuzione degli esercizi tramite intelligenza artificiale.
Come ci ha raccontato Andrea Rotella, uno dei co-founder che abbiamo incontrato a Lisbona, il software di Gymnasio guarda il video del nostro esercizio, lo confronta con quello corretto già caricato in piattaforma e ci dice quanto e dove abbiamo sbagliato così da rendere l’esperienza del fitness online più coinvolgente e soprattutto più utile.
Gymnasio non è una piattaforma autonoma ma può integrarsi come un plug-in a tutte le piattaforme di fitness online. Al momento le piattaforme che integrano Gymnasio sono già 5 in Europa e molte altre stanno facendo il trial.

Hacking Talents, una piattaforma per l’intelligenza emotiva

Per crescere non servono solo i capitali di rischio, serve anche che i talenti che sono in azienda possano esprimere tutto il loro potenziale. Federica Pasini è la CEO di Hacking Talents, un’azienda tutta al femminile con sede a Milano, che ha costruito una piattaforma digitale in grado di supportare le aziende che vogliono allenare l’intelligenza emotiva dei propri collaboratori così da migliorare la loro connessione e la loro performance all’interno dell’organizzazione.

Hdemie, l’app che ti aiuta a entrare nelle forze armate

Hdemie è una startup con sede a Foggia che aiuta i ragazzi che vogliono prepararsi ai concorsi delle forze armate e di polizia. I corsi tradizionali, in presenza, costano parecchio (2000-5000 euro) e sono dunque difficili da seguire per tutti. Hdemie ha creato video corsi strutturati come se fossero una serie tv Netflix e una piattaforma-simulatore dotata di algoritmi di intelligenza artificiale e di machine learning, che dunque propone test personalizzati in base al livello di preparazione e report statistici sull’utente.
Con il suo metodo Hdemie è in grado di fornire una preparazione adeguata e completa per tutti i candidati delle forze armate e di polizia italiane e presto di quelle europee.

Helpet, agli imprevisti con i tuoi animali ci pensa l’app

Anton Carlo e Barbara Santoro sono due giovani fratelli che hanno trasformato una disavventura in una startup. Amanti degli animali, qualche anno fa, in seguito ad un controllo di polizia con il loro cane, scoprono che per essere in regola serve portare con sé, sempre, i documenti di vaccinazione dei propri animali. Con un background assicurativo alle spalle capiscono che c’è uno spazio di mercato e creano un’app per proprietari di cani e gatti, fatta come un social network dove il profilo lo ha il proprio animale, che serve per gestire tutte le incombenze che i proprietari hanno. Ora con Helpet, questo il nome dell’app e della startup che ha sede a Roma, i documenti di vaccinazione naturalmente stanno dentro l’app del telefono e sono sempre pronti per un eventuale controllo. L’app, gratuita, è fatta molto bene e conta già adesso tantissimi utenti.

Hercle, la tecnologia che fa funzionare le crypto

Il mondo delle crypto è abbastanza oscuro e poco comprensibile a chi in qualche modo non ne faccia già parte. Tuttavia a tutti non sfuggirà che per far funzionare le emissioni e gli scambi delle crypto come i bitcoin e tutti gli altri token meno famosi serva una infrastruttura tecnologica avanzata. Fornire la tecnologia per far funzionare i digital asset e per il market making è ciò che fa Hercle, una startup con sede a Milano, già attiva da qualche anno ma che recentemente ha ricevuto un round di finanziamento e che dunque ha iniziato a crescere reclutando persone.
Hercle fornisce la sua tecnologia a banche o hedge fund, conta una decina di collaboratori ed è il partner ideale per tutti coloro che intendono emettere nuovi token e listarli sui vari mercati.

MeteoSales, la profilazione utente a prova di GDPR

Questa è una startup che interesserà soprattutto chi ha un sito di vendite online.
Chi gestisce e-commerce sa che è quasi impossibile estrarre tanti dati dalle transazioni e-commerce per profilare anonimamente gli utenti, cioè senza infrangere le rigide regole del GDPR. MeteoSales, startup romagnola, presente anch’essa nella sezione curata da ITA – Italian Trade Agency, associa alle transazioni i dati di contesto, anche quelli meteorologici, così da poter riconoscere dei pattern e predisporre una strategia di conversione migliore. Abbiamo parlato con il fondatore, Leandro De Aguiar, che ci ha spiegato che a differenza di altri trend che scompaiono dopo qualche tempo, l’influenza del clima sul comportamento dei consumatori è costante. L’algoritmo e l’intelligenza artificiale di MeteoSales lavorano per associare prodotti, banner e Call To Action a condizioni meteorologiche specifiche nei vari siti di e-commerce, vendendo meglio e convertendo di più.

Moveo, il tech che aiuta a camminare

Moveo è una startup medtech, con sede a Padova, che davvero ha un grande impatto sulla vita di chi utilizza il suo servizio/prodotto. Moveo ha realizzato infatti dei dispositivi leggeri, semplici e comodi che aumentino l’autonomia, l’indipendenza e la qualità della vita di bambini e adulti con difficoltà del cammino. Grazie a numerosi studi e prove il team guidato dal CEO Fausto Panizzolo, che abbiamo incontrato a Lisbona, ha realizzato degli speciali tutori per il cammino costituiti da una cintura e due cosciali. Questi tre elementi indipendenti sono collegati tra loro da un meccanismo che immagazzina l’energia generata nella prima fase del ciclo del passo per restituirla nella seconda fase, aiutando così la spinta dei flessori d’anca e portando, di conseguenza, a un miglioramento funzionale del cammino. Gli speciali tutori di Moveo aiutano dunque le persone con rallentamenti motori a camminare in modo più funzionale e per maggiori distanze.

SmartWay, l’all inclusive per il lavoro da remoto

Quando il lavoro da remoto diventa sistematico per un team intero potrebbe nascere l’esigenza di trovare un bel luogo organizzato (diverso da una sede aziendale) da cui lavorare tutti insieme.
Questa è proprio l’esigenza che soddisfa SmartWay, una startup BtB con sede a in provincia di Siena, che mette in connessione proprietari di strutture (alloggi e luoghi di lavoro come i coworking) in splendidi borghi italiani con aziende che vogliono offrire ai propri remote workers un luogo, diverso dalla propria residenza abituale, dove poter lavorare magari in team per un periodo più o meno lungo. Retreat, team building, hackathon possono così essere svolti in località italiane in mezzo alla natura, al mare, in montagna o in collina, invece che in uffici spesso ubicati nelle grandi città.
Laura Cacciatori di SmartWay ci ha anche raccontato che la sua azienda ha un team di 6 persone, è operativa da circa un anno e mezzo in 11 borghi e già annovera tra i suoi clienti realtà importanti come Everli e Deliveroo. In ogni borgo dove opera, SmartWay ha un Town Angel, una sorta di community manager, che garantisce il collegamento delle attività locali con la struttura organizzativa centrale. Da febbraio 2023 sarà operativa una vera e propria piattaforma online sullo stile di Airbnb dove poter interagire e connettersi direttamente con i borghi già convenzionati.

Soccerment, la data intelligence applicata al calcio

L’adozione della data intelligence spesso aumenta la produttività fino a trasformare alcuni business e farli evolvere in qualcos’altro. Soccerment è una startup con sede a Milano, già in un avanzato stadio di sviluppo (oltre 20 persone), che applica la data intelligence al gioco del calcio e lo fa in due modi. Nicolo’ Antonio Gasparini, VP marketing & sales, ci racconta che da un lato, tramite algoritmi di data science che elaborano dati che vengono forniti da provider terzi, la sua azienda è in grado di creare report e analisi approfondite delle performance di giocatori di calcio per le squadre di serie A. Dall’altro, con la creazione di un parastinco smart (cioè dotato di sensori che trasmettono dati), colleziona ed elabora dati originali del gioco tecnico dei giocatori di calcio così da creare report sulle performance dei giocatori ancora più avanzati rispetto a quelli basati sui semplici rilevatori GPS che normalmente indossano i giocatori e che forniscono le prestazioni atletiche (velocità, tempo di corsa, distanza percorsa ecc.). Essendo dati tecnici relativi al gioco del calcio questi dati possono essere usati anche dalle scuole calcio nei programmi di formazione dei giovani calciatori oppure dai giocatori singoli che si vogliono migliorare.

Wyblo, la nuova piattaforma italiana per l’e-learning

Il periodo della pandemia ha mostrato a un pubblico vastissimo le potenzialità non solo del lavoro da remoto ma anche della formazione da remoto. Wyblo è una startup italiana con sede in provincia di Cuneo, che ha costruito una nuova Learning Experience Platform, per le aziende che erogano corsi da remoto, che automatizza le pratiche amministrative e permette di migliorare i percorsi formativi online grazie alle analitiche in tempo reale. Abbiamo incontrato Stefano Marchese, uno dei fondatori di Wyblo, che ci ha parlato dell’esperienza di Wyblo al Web Summit.

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