Un articolo apparso oggi sul Fatto Quotidiano , spiega come le banche riescano a guadagnare dalla Cassa integrazione. A scanso di equivoci, va detto che la pratica è del tutto legale ed anzi talvolta toglie letteralmente le castagne dal fuoco ai lavoratori rimasti senza stipendio. Secondo il giornale diretto da Antonio Padellaro, è stato messo a punto un vero e proprio prodotto bancario, la cosiddetta “anticipazione sociale”, che ha la funzione di erogare i soldi della Cassa integrazione guadagni straordinaria e straordinaria in deroga, soldi che dovrebbero arrivare ai lavoratori dal Ministero e che però spesso ritardano. Così, gli istituti di credito anticipano le somme dovute per poi guadagnare sugli interessi, che hanno tassi differenti da banca a banca.
Il prodotto in questione non è certo quanto di più proficuo possa esistere, ma i guadagni ci sono e sono sicuri. I soldi che anticipati infatti, tornano nelle casse della banca erogatrice. Provenienza, il Ministero del Welfare, che sopra ci paga gli interessi, ovvero il margine di guadagno della banca. Per giunta, spiega ancora l’articolo del Fatto, nelle casse degli istituti italiani sono recentemente arrivati anche i soldi della Bce, prestati ad un tasso piuttosto basso, lo 0,75%. Una sicurezza in più. Il pezzo, che entra poi nei tecnicismi delle differenze regionali, risulta ancora più interessante anche per un’altra ragione. Il fenomeno infatti sarebbe in crescita.
D’altra parte non è così difficile immaginare il perché. Con la crisi che non accenna a contrarsi e le aziende sempre più in difficoltà, il trend del ricorso alla Cassa integrazione (nelle sue diverse forme) è tutt’ora in aumento. Di conseguenza, o i pagamenti ministeriali arrivano puntuali, o altrimenti subentra , almeno per i primi sette mesi, l’anticipazione sociale, che copre appunto i suddetti ritardi. Una situazione questa che nel 2013 potrebbe riguardare, almeno a livello potenziale, anche i destinatari della Cassa integrazione guadagni non straordinaria. I pagamenti di quest’ultima sono sempre stati anticipati dall’Inps, ma la norma che prevede questa possibilità, scrive ancora il Fatto, “non è stata prorogata per il 2013”. Di conseguenza, nel caso si verificasse una simile ipotesi, ad elargire le somme previste dall’ammortizzatore sociale dovrà essere il Ministero e, in caso di suoi ritardi, le banche, con il sistema dell’anticipazione sociale.
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