Il patrimonio artistico e culturale italiano è tra i più importanti al mondo, ma non sempre viene adeguatamente promosso e valorizzato, soprattutto se facciamo un confronto con l’estero. La domanda di turismo storico-culturale è in aumento in tutto il mondo, il nostro patrimonio meriterebbe una maggior considerazione, soprattutto se consideriamo l’enorme potenzialità che tutto ciò avrebbe in ambito occupazionale. Molto complessa è in Italia la situazione per coloro che sperano di trovare un’occupazione nel comparto pubblico dei Beni Culturali. Oltre al fatto che l’occupazione nel settore dei beni culturali si caratterizza da una elevata incidenza del lavoro atipico, part-time e stagionale. Malgrado queste difficoltà, sembra che i laureati in “Beni Culturali” non si arrendano davanti a tali difficoltà.
Indice
Quali sono le agevolazioni e gli incentivi in questo settore
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela e valorizza il patrimonio storico e artistico della nazione”, questo è ciò che afferma l’ Art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana. Il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, ha introdotto significativi cambiamenti relativi alle erogazioni culturali a favore della cultura. In particolare: l’art. 40, prevede una riduzione degli adempimenti amministrativi per le imprese e per i cittadini che intendono effettuare erogazioni liberali a favore dei beni ed attività culturali; l’art. 42 , prevede che le somme elargite da soggetti pubblici e privati, per fini rientranti nei compiti istituzionali del Ministero per i beni e le attività culturali, siano riassegnate, con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze al Ministero per i beni e le attività culturali. (Circolare n.222/2012 – DG-OAGIP).
Un altro riferimento normativo è quello del 5 ottobre 1999 è stato firmato un Protocollo d’intesa con quattro importanti associazioni di volontariato (Arci, Auser, Archeoclub e Legambiente), per sviluppare l’attività nel campo dei beni culturali. Il protocollo, aperto alla firma di tutte le altre associazioni di volontariato, fornisce un nuovo quadro di riferimento per i rapporti fra il Ministero ed il mondo del volontariato e prevede il possibile ricorso al contributo dei volontari in numerose attività fra le quali:
- il prolungamento dell’orario dei musei,
- l’ampliamento dei servizi culturali e di accoglienza anche in occasione di mostre,
- la sistemazione di archivi e cataloghi,
- la realizzazione di circuiti assistiti nei siti archeologici.
Un incentivo per favorire l’occupazione in questo settore e promuovere il nostro patrimonio culturale è quello relativo alla Legge 19 luglio 1993, n. 236 – art. 1bis,in cui sono previsti interventi per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile nei settori della fruizione di beni culturali, del turismo e della manutenzione delle opere .In particolare con agevolazioni per la creazione di nuove imprese giovanili operanti nei settori della fruizione di beni culturali. La legge concede agevolazioni finanziarie per le spese di investimento ritenute ammissibili sotto forma di finanziamento a tasso agevolato e di contributo a fondo perduto e per le spese di gestione sotto forma di contributo per i primi anni di attività.
Numerosi interventi e agevolazioni sono stati programmati nell’ambito della Comunità Europea. Con i trattati di Maastricht prima e di Amsterdam si è stabilita la base legale per le azioni comunitarie nel settore culturale, in particolare per la conservazione e promozione del patrimonio culturale comune. Da allora, la Comunità ha adottato azioni concernenti la protezione del patrimonio mobile e immobile (dai musei alle collezioni, alle librerie e agli archivi), del patrimonio archeologico e naturale, delle tradizioni e usanze linguistiche con programmi specifici e azioni trasversali. L’intervento della Comunità Europea nel settore culturale si traduce pertanto in azioni concrete attraverso programmi d’azione comunitaria, finalizzati alla realizzazione degli obiettivi fissati dai trattati.
Nel 1996 con la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio, è stato istituito il primo programma di sostegno alle attività artistiche e culturali di dimensione europea, “ il programma Caleiodoscopio” (gennaio 1996 – dicembre 1998). Nell’ambito di questo programma sono state finanziate le manifestazioni “La città europea della cultura” e “Il mese culturale europeo”, integrate poi in un’unica azione “Capitale europea della cultura” nell’ambito di un programma quadro. Successivamente, sempre del Parlamento e del Consiglio, è stato attivato il primo programma di sostegno al settore del libro e della lettura, il programma Arianna (gennaio 1997-dicembre 1998). Infine, il programma Raffaello, specificatamente dedicato alla protezione e salvaguardia delle opere artistiche. Questi primi tre programmi settoriali (beni culturali, produzione letteraria e artistica) hanno aperto la strada ad una vera e propria politica di intervento comunitario nel settore della cultura e della protezione dei beni culturali.
Quali sono gli sbocchi professionali in Italia per i laureati in Beni Culturali e Acheologia
La ricerca e la tutela del patrimonio dei beni storici culturali e archeologici in Italia è di esclusiva competenza dello Stato. Qualsiasi iniziativa, anche privata, può essere realizzata soltanto tramite concessione, convenzione e autorizzazione da parte dello Stato. Un laureato in Archeologia e Beni culturali non può agire autonomamente nell’intraprendere attività che comportino la ricerca ed il prelievo dal terreno di materiale archeologico o di reperti storici e culturali. Nello specifico potrà assumere, a seconda del percorso prescelto, compiti di responsabilità professionale in enti pubblici e privati:
- archivi,
- biblioteche,
- musei provinciali e comunali,
- enti locali,
- fondazioni,
- centri e istituti di ricerca preposti alla tutela, alla conservazione e alla gestione dei beni archeologici, artistici, archivistici e librari, senza escludere altri ambiti, quali ad esempio l’editoria e altre forme di comunicazione, le organizzazioni turistiche.
I laureati del corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali potranno aspirare ad un’occupazione presso le istituzioni che mirano alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale attività di schedatura e catalogazione dei beni storico-artistici, di utilizzare le strumentazioni per il monitoraggio dello stato conservativo delle opere e di collaborare alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico attraverso esposizioni temporanee, visite guidate, redazione di materiali illustrativi e didattici. Con la laurea in Conservazione dei beni culturali si fatica di più a trovare un posto di lavoro in Italia, ma la situazione in questo periodo di crisi non è facile neanche all’estero, anche se vi sono delle possibilità in più. Tuttavia, in questo campo si può trovare occupazione presso enti pubblici o costituendo imprese e cooperative per la promozione e l’organizzazione di eventi culturali oppure rivestire ruoli creativi nel campo della comunicazione commerciale.
Dove un giovane laureato in Beni Culturali o Archeologia, può cercare lavoro
Dopo il conseguimento della laurea in Beni Culturali e Archeologia, solitamente si può iniziare ad inviare il proprio curriculum vitae ad enti che gestiscono direttamente scavi, ricerche archeologiche, primi tra tutti Soprintendenze, Musei e Università, per proporsi come collaboratori e consulenti esterni. Le modalità di selezione per l’assegnazione dell’incarico non sono uniformi e variano tra l’inclusione in elenchi di professionisti accreditati, la selezione comparativa per curriculum, la chiamata diretta.
Guida turistica
Un altro interessante ambito professionale può essere quello della Guida Turistica. L’esercizio di questa attività è regolato da bandi emanati da enti locali (Regioni e Province) che indicono prove d’esame per il rilascio del “patentino”. In questo caso l’Archeologo potrà sicuramente sfruttare il proprio bagaglio culturale acquisito grazie alla formazione universitaria, accettando al contempo la sfida di aggiornarsi anche su ambiti diversi quali storia e storia dell’arte moderna e contemporanea, lingue straniere, legislazione turistica. Spesso però le condizioni contrattuali e retributive non sono delle migliori.
Archeologo
Lavorare nel settore archeologico è molto stimolante dal punto di vista scientifico ma anche da quello della incisività e utilità “sociale” della figura professionale dell’Archeologo, è però al momento questa figura molto limita nel suo sbocco professionale, in quanto non è inclusa obbligatoriamente tra la documentazione utile alla redazione degli strumenti urbanistici. Negli ultimi anni è però entrata in vigore la normativa sull’Archeologia Preventiva: argomento molto complesso, soggetto anche a recenti aggiornamenti da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che prevede la redazione della Valutazione di Impatto Archeologico (VIArch) da allegare obbligatoriamente alla progettazione di opere pubbliche. Per poter redigere e firmare una VIArch è necessario aver conseguito, oltre la laurea quadriennale di vecchio ordinamento o quinquennale di nuovo ordinamento, anche il diploma di Specializzazione o un Dottorato. Le norme di Archeologia Preventiva prevedono anche interventi sul terreno (scavi, ricognizioni) nelle aree in cui è prevista la realizzazione di opere pubbliche. Dopo una discreta esperienza maturata nel campo archeologico si può anche pensare di diventare imprenditori e di creare una società (o cooperativa etc.) specializzata in campo archeologico. Si tratterà di consorziarsi con altri colleghi archeologi e professionisti di altre discipline, per partecipare a bandi, appalti e incarichi da parte della pubblica amministrazione: non solo scavi, ma anche editoria, divulgazione, turismo culturale etc.
Ricerca scientifica e tutela
I laureati in Conservazione dei Beni Culturali possono sfruttare il proprio corso di studi presso l’ Amministrazione dei Beni Culturali (Ministero, Soprintendenze): ricerca scientifica e tutela. Le Soprintendenze costituiscono gli organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (nelle Regioni a Statuto Speciale, come la Sicilia, l’istituzione competente, piuttosto che il Ministero, è l’Assessorato ai Beni Culturali). La funzione di questi uffici è quella di tutelare, innanzi tutto tramite strumenti legislativi, il patrimonio artistico (quindi anche quello archeologico) e quella di promuovere la ricerca e la fruizione. A questo settore si accede per concorso pubblico.
Ricercatore CNR
Un’altra possibilità può essere il CNR (Centro Nazionale di Ricerca) un’ istituzione pubblica finanziata dallo Stato. In ambito archeologico esso promuove, attraverso numerosi istituti in varie sedi italiane, progetti di ricerca e corsi di alta formazione spesso in collaborazione con altri enti pubblici e privati, sia italiani che internazionali. I giovani laureati possono partecipare ai progetti, frequentare i corsi e usufruire di borse di studio partecipando ai bandi di selezione. I ricercatori del CNR a tempo indeterminato sono assunti per concorso pubblico. Durante tutto il percorso formativo e il successivo percorso professionale un valido sostegno è fornito dalle varie associazioni di categoria degli Archeologi, che promuovono e tutelano la figura professionale, organizzano dibattiti su temi scientifici e deontologici e offrono la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento su tematiche spesso non contemplate dai piani di studio universitari, quali sicurezza sul lavoro, questioni contrattuali e fiscali.