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Lavorare come musicista sulle navi da crociera

Se si vuole evadere dalla solita routine, lavorare come musicista sulle navi da crociera può essere un’ottima opportunità.

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Sono tanti i giovani, ma anche meno giovani, che giocano questa carta, un po’ per lo stile di vita, un po’ per fare una nuova esperienza, ma anche per lo stipendio che, se pur non altissimo, in proporzione al lavoro vale la pena. Quello che un musicista deve sapere è che, lavorando nei locali si può guadagnare bene, ma il lavoro può anche non essere continuativo. Molto dipende dalla reputazione che ci si costruisce, dall’agenzia che si ha alle spalle e dalla fortuna. Lavorando sulle navi da crociera, al contrario, si ha garantita un’intera stagione, i guadagni sono leggermente inferiori al caso appena illustrato, ma si ha la certezza di avere uno stipendio fisso per qualche mese e pochissime spese.

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Lavorare come musicista sulle navi da crociera: requisiti

A differenza delle altre figure richieste sulle navi da crociera, quella del musicista non è soggetta a particolari requisiti se non, ovviamente, le capacità in ambito musicale. Qualche compagnia può richiedere un diploma, soprattutto se si è musicisti classici che dovranno esibirsi con un’orchestra, oppure un curriculum con le eventuali esperienze maturate.

Un requisito che potrebbero chiedere è una certa presenza, ma non è indispensabile. Generalmente ci si imbarca da aprile a ottobre, ma il periodo viene stabilito di volta in volta per ogni contratto che può quindi variare dai quattro ai sei mesi circa. Da qualche anno è obbligatorio, anche per questa figura, un attestato che dimostri la partecipazione a corsi di salvataggio e di interpretazione dei segnali di sicurezza.

Lavorare come musicista sulle navi da crociera: mansioni

Per quanto riguarda la mansione di musicista, solitamente, le assunzioni vengono affidate a delle agenzie di spettacolo che assumono il musicista e lo somministrano in un secondo momento alle compagnie da crociera, quindi il contratto potrebbe essere stipulato tra queste e le agenzie che, a loro volta, si regoleranno direttamente col musicista. Questo, in buona sostanza, significa che l’agenzia si terrà una percentuale sul cachet dell’artista. Possono comunque esserci casi in cui, ma accade solo per le piccole compagnie, che il musicista venga assunto direttamente dalla compagnia di navi da crociera. Fino a qualche anno fa la paga era discreta, complice la crisi, anche in questo settore, gli stipendi hanno subito un ritocco verso il basso.

Orario di lavoro e stipendio del musicista

Si può quindi percepire una paga giornaliera che varia dai 50 ai 70 euro. La discriminante è data dalle quotazioni dell’artista, se è conosciuto avrà, logicamente, un cachet più alto. Chi è alle prime armi dovrà accontentarsi di una paga più bassa. Le ore di lavoro, in compenso, sono massimo cinque ma, a conti fatti, si finisce per suonare per tre o quattro ore, escluse le pause. Su certe navi l’orario di lavoro va dalle 18 alle 24 circa, ma anche per gli orari dipende dalle politiche di ogni singola compagnia.

I musicisti non hanno le restrizioni applicate agli altri dipendenti della nave, per cui, sempre che il regolamento non lo proibisca, possono frequentare tanto la zona passeggeri quanto la zona destinata al personale. Naturalmente si dovrà condividere la cabina con altro personale, ma generalmente si tratta di altri musicisti.

Lavorare come musicista sulle navi da crociera: testimonianze

Davide è un pianista salentino che ha lavorato per quasi 18 anni sulle navi della Costa Crociere. La sua esperienza è abbastanza positiva. Lui racconta che, sulle navi dove ha lavorato, non poteva frequentare tutte le zone indistintamente, ma poteva accedere a delle aree comuni con indosso divisa e targhetta indicante nome, nazione e mansione. «La mia esperienza è tutto sommato ottimale», racconta «ho guadagnato abbastanza bene e ho messo via tutto, non avevo grosse spese. Vitto e alloggio sono garantiti sulla nave. Avevo molto tempo a disposizione e qualche volta non sapevo come impiegarlo. Potevo scendere dalla nave e visitare i luoghi in cui si faceva tappa, ma bisognava rientrare a bordo mezz’ora prima degli ospiti.

L’unica cosa che mi è pesata è stata la gerarchia della nave. Il capo orchestra, spesso e volentieri, non era molto affabile. Alcuni tendono a impartire ordini su come devi gestire la tua vita a bordo, ma a parte questo ho socializzato con buona parte del personale. Ho potuto anche interagire con gli ospiti, ma so che su molte navi questo non è consentito. Consiglio comunque l’esperienza perché ti da la possibilità di impegnare il tempo in cui non lavori per studiare lo strumento, o per rilassarti. Tutti i musicisti dovrebbero imbarcarsi almeno una volta

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