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Cinque aspetti da considerare prima di andare a lavorare all’estero

Se state pensando di andare a lavorare all’estero, è meglio prepararsi bene considerando alcune questioni fondamentali. Ecco cinque aspetti importanti di una scelta che potrebbe letteralmente cambiarvi la vita.

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Andare a lavorare all’estero è una di quelle decisioni che potrebbero cambiarci la vita in modo radicale. Le emozioni in gioco sono tante, le cose da organizzare ancora di più. Ecco cinque aspetti da tenere in considerazione se si decide di emigrare.

I 5 aspetti da considerare prima di partire

Una piccola premessa è d’obbligo: ogni situazione è un caso a sé, le variabili in gioco possono cambiare in modo significativo a seconda, ad esempio, dell’età, se si parte da soli o in compagnia, se si tratta di un Paese relativamente vicino oppure oltreoceano. Ma quelle che seguono sono linee generali che risulteranno utili in ogni caso.

Lasciare il certo per l’incerto

Di solito la scelta del Paese di destinazione non è mai azzardata puntando a caso il dito sulla cartina geografica. In alcuni casi il motivo è una concreta prospettiva di lavoro, in altri la presenza di amici o parenti già insediati da tempo. In ogni caso il primo dubbio che si affaccia nella mente è: e se poi non va? Ecco che allora è importante tenere in considerazione che nessun Paese è perfetto: andare a lavorare all’estero infatti non è sempre la soluzione migliore. La valutazione deve guardare sempre al quadro generale della propria situazione personale, che chiaramente deve risultare migliorata rispetto a quella di partenza. Soprattutto per quanto concerne l’aspetto lavorativo, meglio sondare il terreno in anticipo.

La conoscenza della lingua

Molti pensano che sia un aspetto di cui tenere conto a posteriori, una volta arrivati nel Paese di destinazione, ma non è proprio così. Lavorare all’estero, ma anche semplicemente viverci senza sapere la lingua locale è indubbiamente un ostacolo. È vero che stando sul posto i tempi di apprendimento si riducono notevolmente ma l’isolamento e lo sconforto che derivano dal non poter comunicare possono rappresentare un grande ostacolo nella fase iniziale, oltre a richiedere un enorme carico di energia per potersi inserire il prima possibile. Al di là dell’importanza che riveste sia nel cercare lavoro sia nel rapportarsi con i colleghi una volta ottenutolo, la conoscenza della lingua è fondamentale anche nei momenti di svago e di vita quotidiana: dalla tv al cinema, dalla richiesta d’informazioni per la strada alla spesa nei negozi, tutto sembrerà incomprensibile! Meglio dunque organizzarsi per tempo e magari seguire un corso di base.

Logistica e distanza

Certo, scegliere di andare a vivere in Francia o in Germania non è la stessa cosa che trasferirsi a Las Vegas. Molto dipende dal carattere personale ma dal punto di vista psicologico (e anche del costo del biglietto) sapere di poter coprire la distanza con la città di origine con un’ora di volo anziché quindici può giocare un ruolo importante a favore della serenità e della tranquillità individuale e di tutta la famiglia. È bene quindi riflettere anche su questo aspetto.

Burocrazia e aspetti pratici

Sono aspetti a cui soprattutto i più giovani di solito non prestano la dovuta attenzione: il cambio della valuta (nel caso in cui non ci sia l’euro) e il costo della vita, la necessità di visti o permessi particolari per potere entrare nel Paese, come ottenere la cittadinanza per residenza, prendere in affitto un appartamento e aprire un conto in banca. Sarà fondamentale anche informarsi su come funziona il sistema sanitario e il welfare (quali bonus e incentivi ad esempio si possono richiedere).

Si calcola che in media occorrano sei mesi per potersi ambientare, espletare tutte le formalità burocratiche ma anche conoscere la città e il sistema di trasporto, il quartiere in cui si abita per individuare ad esempio i supermercati più adeguati, la posta più vicina, le sedi dei vari uffici di cui si ha bisogno e via di seguito. Sono aspetti pratici che in seguito diventeranno parte della nostra vita quotidiana a cui non faremo più caso, ma che all’inizio possono far sentire sopraffatti. Anche il clima gioca un ruolo importante e può influire non poco sull’umore: ci sono Paesi in cui la pioggia continua a luglio e appena 20°C ad agosto sono la normalità!

Difficoltà e momenti di solitudine

Condizioni che tutti quelli che lasciano la propria città si trovano ad affrontare prima o poi. Per coloro che partono con famiglia e figli, l’impatto è di sicuro più dolce e mitigato ma per chi parte e va a vivere da solo, il rientro a casa alla sera può davvero rappresentare il momento più difficile della giornata. Non avere nessuno con cui scambiare due chiacchiere o prendere un caffè al bar o con cui uscire il sabato sera o trascorrere la domenica non è certo una condizione ideale per la gran parte delle persone.  

Passato il momento di sconforto e solitudine occorrerà rimboccarsi le maniche e pensare che comunque le amicizie non tarderanno ad arrivare. In molte città i musei sono aperti la domenica (anche con ingresso gratuito) o ci sono parchi bellissimi in cui andare a fare una passeggiata. Per aumentare le probabilità di conoscere gente ci si può iscrivere in palestra o a un corso di ballo, usare app per incontri (romantici e non), ma è importante anche conoscere la cultura e le abitudini del posto: a Parigi ad esempio andare in un cafè littéraire per leggere un libro sorseggiando un caffè o al cinema da soli, è una cosa assolutamente normale. Ricordiamoci anche che ovunque esistono associazioni che mettono in contatto tra loro viaggiatori ed espatriati.

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