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Lavoratrici in pensione con 35 anni di contributi anche nel 2015

<span style=”font-family: verdana, geneva, sans-serif”><span style=”font-size: 14px”><span style=”color: #000000″><img style=”display: none” class=” alignleft size-full wp-image-4294″ alt=”” src=”https://www.biancolavoro.it/wp-content/uploads/2014/01/pensioni 2014.jpg” style=”margin: 3px; width: 160px; float: left; height: 120px” width=”660″ height=”495″ />Una <strong>risoluzione parlamentare </strong>ha fatto chiarezza sulla possibilità, concessa in capo alle <strong>lavoratrici donne</strong>, di poter <strong>andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni …

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 <span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif"><span style="font-size: 14px"><span style="color: #000000"><img style="display: none" class=" alignleft size-full wp-image-4294" alt="" src="https://www.biancolavoro.it/wp-content/uploads/2014/01/pensioni 2014.jpg" style="margin: 3px; width: 160px; float: left; height: 120px" width="660" height="495" />Una <strong>risoluzione parlamentare </strong>ha fatto chiarezza sulla possibilità, concessa in capo alle <strong>lavoratrici donne</strong>, di poter <strong>andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni d’età, anche nel prossimo 2015</strong>, fruendo dell’opzione per il contributivo, una misura finora a esclusivo favore del gentil sesso nel settore pubblico e nel settore privato.</span></span></span>

 <span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif"><span style="font-size: 14px"><span style="color: #000000">L’opzione permette infatti di poter conseguire il diritto all’accesso alla pensione di anzianità fino al 31 dicembre 2015, se si hanno almeno 35 anni di contributi e un’età anagrafica di almeno 57 anni per le dipendenti, e di 58 anni per le autonome. La condizione è intuibile: le lavoratrici dovranno optare per la liquidazione della pensione secondo le regole di calcolo contributivo, passando volontariamente al nuovo regime.</span></span></span>

<span style="font-family: verdana, geneva, sans-serif"><span style="font-size: 14px"><span style="color: #000000">La risoluzione parlamentare di cui oggi parliamo si è resa necessaria per chiarire la <strong>posizione assunta dall’Inps</strong>, che ammetteva la possibilità di <strong>avvalersi dell’opzione contributiva </strong>solamente se la lavoratrice, entro il termine del <strong>31 dicembre 2015</strong>, avesse avuto la liquidazione della pensione, e non solamente la maturazione dei requisiti (ovvero, il diritto alla liquidazione). In altri termini, il limite del 31 dicembre 2015 avrebbe dovuto tenere conto anche della finestra di 12 mesi (lavoratrici dipendenti) e 18 mesi (lavoratrici autonome). In altri termini, per l’istituto previdenziale l’ultima occasione per esercitare l’opzione sarebbe stata pari al 31 maggio 2014 per le lavoratrici autonome e al 30 novembre 2014 per quelle dipendenti nel settore privato (30 dicembre 2014 per quelle del settore pubblico).</span></span></span>


Secondo la risoluzione approvata dal parlamento, invece, l’opzione contributiva sarebbe stata interpretata troppo rigidamente dall’Inps. Pertanto, il governo solleciterà l’istituto affinchè non venga applicata la finestra mobile per la decorrenza del trattamento pensionistico (né l’ampliamento in seguito alla speranza di vita), rimanendo valida la semplice maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2015. In altri termini, le donne potrebbero andare in pensione a 35 anni di contributi e almeno 57 anni di età se entro il 31 dicembre 2015 riusciranno a maturare quanto necessario.

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