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Lavoro con paga bassa: accettarlo o no?

E’ difficile capire se sia o meno il caso di accettare un lavoro con paga bassa. Esistono però dei pro e dei contro da tenere ben presenti

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E’ un problema veramente difficile che riguarda soprattutto i lavoratori, o gli aspiranti tali, più giovani, ma a dirla tutta non solo loro, in un mercato del lavoro non esattamente stabile: accettare un lavoro con paga bassa può comunque risultare conveniente o è meglio rifiutare a prescindere? Quali sono i pro e i contro di una decisione di questo tipo? Qualcuno potrebbe chiedersi “Perché, esistono anche dei pro?” Beh, sì, in determinate situazioni. Vediamo quindi meglio di cosa stiamo parlando, suggerendo alcuni ragionamenti da fare nel caso ci si trovasse nella situazione di dover accettare o meno un lavoro mal retribuito.

lavoro con paga bassa

Facciamo però prima una premessa importante: quasi nessun parametro è assoluto, di conseguenza un lavoro pagato poco per qualcuno, potrebbe essere sufficiente per qualcun altro. Certo, è ovvio che lo stipendio debba garantire almeno una sussistenza decente al lavoratore. Se la cifra è più bassa la cosa diventa sicuramente un problema non trascurabile, anche se sono diverse le situazioni in cui molti giovani potrebbero comunque essere in grado di accettare un lavoro mal pagato (perché magari vivono ancora coi genitori, oppure adottano uno stile di vita molto poco dispendioso) Fin qui tutto bene, ma quando accettare e quando no? Stante le esigenze personali, alcuni parametri standard esistono ed è giusto conoscerli. Ne abbiamo individuati cinque per parte. Ovvero cinque vantaggi e cinque svantaggi che un giovane potrebbe trovarsi a valutare nell’accettare un lavoro che prevede uno stipendio basso.

Lavoro con paga bassa: i pro

Un primo vantaggio è quello dell’acquisizione di esperienza. Se si è molto giovani e non si è ancora entrati nel mondo del lavoro, o lo si è fatto saltuariamente, un impiego che preveda un’entrata economica poco allettante, se stabile, potrebbe comunque essere conveniente, in quanto permetterebbe al giovane di acquisire l’esperienza necessaria a trovare più avanti un lavoro più redditizio, oppure a crescere all’interno della stessa azienda, guadagnando di più e ricoprendo ruoli più importanti. Partire dall’alto è difficile e talvolta dannoso, in quanto se non si è sufficientemente preparati ed esperti, si rischia di bruciarsi una carriera che invece potrebbe essere fulgida.

Un secondo vantaggio è quello che riguarda il cosiddetto networking, ovvero lo sviluppo di competenze lavorative e sociali atte a sviluppare relazioni importanti ed utili per il futuro, sia lavorativo che non. In questo senso, se l’ambiente di lavoro è interessante, e si riesce comunque a sopravvivere decentemente, può risultare conveniente guadagnare poco per un certo periodo, in previsione di sviluppi futuri decisamente più redditizi. E’ utile a tal proposito individuare esattamente il posto migliore. Di lavori pagati poco ce ne sono una marea, ma quello “giusto” in ottica futura non è certo così facile da trovare

Lo sviluppo delle competenze è un altro parametro molto importante che potrebbe convincere molti giovani ad accettare temporaneamente un lavoro pagato in maniera non proprio desiderabile, al puro scopo di acquistare un ottimo bagaglio di competenze da spendere poi in futuro, nella stessa azienda, crescendo, o in un’altra in grado di offrire garanzie maggiori. Certamente questo è un parametro molto utile in un mercato del lavoro dinamico che premia chi vuole fare carriere attraverso le proprie conoscenze. In un mercato del lavoro che dinamico lo è meno, potrebbe risultare più complicato far valere le competenze acquisite sacrificando un po’ d’indipendenza economica. Quindi è importante valutare molto bene se nel proprio settore lavorativo, tale sacrificio, pur temporaneo, possa essere poi ripagato in futuro dal sistema.

La flessibilità è il quarto parametro da considerare se si vuole prendere in considerazione la decisione di accettare o meno un lavoro con paga bassa. E’ infatti vero che molti posti di lavoro, non offrono molto dal punto di vista economico, ma hanno una serie di altri vantaggi non indifferenti. Uno di questi è sicuramente la flessibilità, ovvero quella pratica per la quale diviene molto più facile conciliare la vita privata ed il lavoro. Ad esempio un lavoro part-time con orari flessibili può essere molto adatto a chi è genitore. Un lavoro in cui non ci sono orari precisi, ma si lavora per obiettivi consente praticamente a chiunque di gestire al meglio la sua vita privata. Insomma, si viene pagati un po’ meno, ma si è anche soggetti a uno stress molto minore.

Un altro parametro importante è quello che potremmo definire possibilità di carriera. Come accennato prima, iniziare con una paga bassa, potrebbe però portare vantaggi di altro tipo anche nella stessa azienda. Molte realtà infatti offrono percorsi di formazione, tante volte anche personalizzati o quasi, che fungono, o comunque possono fungere da trampolino di lancio per i più giovani. Quindi non è certo detto che un inizio di carriera lavorativa che dovesse prevedere un’entrata economica limitata, non si trasformi poi in un’ottima opportunità lavorativa sotto ogni punto di vista.

Lavoro con paga bassa: i contro

Come esistono i pro, esistono anche i contro rispetto al fatto di accettare un lavoro con paga bassa. Il primo “contro” è anche quello più ovvio: uno stipendio insufficiente, potrebbe non permettere il coprire le spese quotidiane e mensili, rendendo così inutile lo stesso atto di andare a lavorare, almeno se la si vede dal mero punto di vista economico. Quindi il consiglio è uno solo e non potrebbe essere più chiaro. Mediare sugli introiti economici al fine di ottenere altri vantaggi, ha sicuramente senso, ma prima fatevi i vostri conti. Se guadagnate 800 euro e ne spendete 850, non è il lavoro che fa per voi.

Al contrario dell’acquisizione di competenze, dal punto di vista dei contro nell’accettare un lavoro con paga bassa, può verificarsi il problema esattamente contrario, ovvero il fatto che le competenze già in possesso del lavoratore possano un giorno venire svalutate. Perché? Perché un’azienda potrebbe non capire la ragione per la quale un lavoratore formato abbia accettato di lavorare per una paga troppo bassa, anche se è un giovane agli inizi o quasi. Inoltre, chi paga poco, potrebbe non prevedere alcuna formazione, facendo così invecchiare le competenze in possesso dei lavoratori, rendendole così molto meno appetibili, quando non inservibili. Il consiglio è quindi di accettare una situazione del genere solo se strettamente necessario e ovviamente per il minor tempo possibile.

L’insoddisfazione lavorativa è un altro problema da tenere presente. Chi guadagna poco, se non ha neanche prospettive di crescita, potrebbe risultare fortemente frustrato dal fatto di operare magari anche in maniera esperta, a fronte di una paga che non permette di togliersi troppe soddisfazioni. Questo è ovviamente un sistema che lavora in perdita, riducendo le capacità delle persone, visto che perdono progressivamente l’interesse a mettersi in gioco. Anche qui il consiglio è quello di valutare molto bene se inserirsi volontariamente in questo tipo di situazione. E nel caso si decida di farlo, cercare di tenere sempre pronto il cosiddetto “piano b”, che può consistere ad esempio in una ricerca continua o perlomeno periodica di un impiego più soddisfacente.

Collegata al punto precedente, vi è poi la questione della difficoltà a pianificare il futuro. Un lavoro malpagato non permette di fare progetti, né di pianificare investimenti personali. Questo può ovviamente portare ad una sorta di depressione, o comunque ad un abbattimento del morale, che a sua volta influisce sia sulle prestazioni lavorative che su quelle che gestiscono la vita privata. Si vive insomma un po’ alla giornata, cercando di arrabattarsi alla meglio, ma senza poter avere nella testa un concetto preciso di vita. E questo ovviamente non può che portare a qualcosa di negativo.

Un’ultima cosa a cui stare molto attenti è ovviamente il fatto che possa sussistere uno sfruttamento del lavoratore. Un posto dove si viene pagati poco, che non offre niente ed è magari affetto da una forte componente di stress, è certamente qualcosa da evitare come la peste, a meno che non sia una mera questione di sopravvivenza, ma anche in questo caso bisogna certamente convincersi che la necessità di trovare un posto migliore sia quanto mai impellente, in quanto in un ambiente come quello descritto poche righe sopra, non è certo possibile restare per sempre. La si potrebbe infatti pagare cara, alla lunga. Il problema più frequente, ed è un vero e proprio inganno, è quello per il quale si pensa comunque di poter resistere a tempo indeterminato, mentre invece non è mai così, quindi, non fatelo. Scappate il prima possibile da un posto di lavoro che non è in grado di offrire niente di buono.

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