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Lavoro, controlli su 70.000 aziende: 6 su 10 hanno evaso i contributi

L’intensa attività di controllo sulla regolarità delle imprese messa in atto dalle autorità, nei primi sei mesi del 2013 ha portato alla luce un dato molto preoccupante: su oltre 70.000 aziende ispezionate, quasi 45.000 sono risultate non in regola con il versamento dei contributi lavorativi. Sostanzialmente 6 attività su 10. I dati sono stati diffusi …

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L’intensa attività di controllo sulla regolarità delle imprese messa in atto dalle autorità, nei primi sei mesi del 2013 ha portato alla luce un dato molto preoccupante: su oltre 70.000 aziende ispezionate, quasi 45.000 sono risultate non in regola con il versamento dei contributi lavorativi. Sostanzialmente 6 attività su 10. I dati sono stati diffusi dal Ministero del Lavoro. Ciò che ha forse destato la maggiore sorpresa, in senso negativo, è l’incredibile aumento percentuale rispetto allo scorso anno: più 117%. In pratica le irregolarità sono più che raddoppiate. La cifra evasa (accertata) si aggira sui 260 milioni di euro.

L’apparente miglioramento della situazione riguardante le violazioni degli orari di lavoro, che hanno fatto registrare un calo del 25% rispetto all’anno precedente, sarebbe in realtà, appunto, solo apparente. Se è vero che il numero di tali violazioni è calato, la ragione, ha spiegato il Ministero nella nota, è  “riconducibile alla contrazione delle ore lavorate nell'attuale periodo di difficile congiuntura economica”. Insomma, le suddette  ore lavorate sono di meno in senso assoluto, di conseguenza anche il numero di violazioni è minore.  E’ il lavoro, quindi, a mancare. Il calo delle irregolarità nel primo semestre 2013, di fatto  non sarebbe dipeso da una maggiore tendenza al rispetto delle regole, ma, per così dire,  da una mera modifica delle esigenze a livello strutturale.

Sostanzialmente identica la percentuale di lavoratori trovati in situazioni di nero totale (quasi 23.000), mentre un poco incoraggiante più 39% è stato registrato per quanto riguarda l’abuso delle forme contrattuali. Quella pratica cioè, che prevede l’utilizzo di contratti di lavoro di tipologia differente rispetto al reale scopo per il quale sono stati progettati.  Sono quei “ fenomeni di abuso nell'uso delle tipologie lavorative flessibili – si legge nella nota – che mascherano fenomeni di lavoro subordinato, come le collaborazioni a progetto, le associazioni in partecipazione non genuine e le finte partite Iva”.  

Quel 60% di aziende risultate  irregolari una volta passate al setaccio da ispettori e Carabinieri, è sicuramente un dato su cui riflettere, ma va detto che per il Ministero del Lavoro, una percentuale  così alta di scoperte violazioni  è soprattutto frutto di “una maggiore capacità dei servizi ispettivi del Ministero di indirizzare l'attività di controllo verso obiettivi mirati,  individuati anche attraverso una efficace analisi dei dati esistenti nelle banche dati disponibili”.

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