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Lavoro dei sogni? Occhio a lasciare la strada vecchia per la nuova…

Inseguire il lavoro dei sogni e lasciare il proprio impiego è una bellissima cosa, ma probabilmente non è roba per tutti. E anche quando lo si fa, bisogna avere chiari in mente alcuni concetti fondamentali.

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Non è raro imbattersi in articoli che illustrano, spesso anche in modo piuttosto specifico, come raggiungere il lavoro dei sogni. Solitamente lo si può fare in due modi: o ci si candida (e si ha l’enorme fortuna di venire scelti) per qualche offerta tanto particolare quanto ambita come ad esempio diventare assaggiatori di cioccolato, bevitori di birra, viaggiatori per vari mesi l’anno o grandi autori di coccole (per fare solo qualche esempio), oppure, il lavoro dei sogni bisogna, per così dire, costruirselo, magari lasciando il proprio di lavoro, che sì, certo, ci mantiene dignitosamente, ma che non è esattamente quel che volevamo dalla vita. Tutto giusto e tutto legittimo, ma occhio a lasciare la strada vecchia per la nuova…non è tutto oro quel che luccica, e anche quando è davvero oro, ci vuole un bel po’ di tempo prima di poterlo toccare con mano.

Bill Gates, Steve Jobs e gli altri

lavoro dei sogni

Non è per niente raro che come esempio di persone che hanno raggiunto il massimo, il top del top, vengano citati Bill Gates (Microsoft) e Steve Jobs (Apple). Due indiscutibili fenomeni, due persone che hanno creduto fino in fondo in ciò che facevano, diventando dei guru mondiali e contribuendo senza alcun dubbio a cambiare il mondo. Fin qui tutto bene.

Quel che non sempre viene spiegato così chiaramente però, è che entrambi (e non solo loro), il successo che oggi tutti conosciamo non lo hanno raggiunto dall’oggi al domani. Nessuno dei due si è svegliato proprietario di un colosso mondiale. Dietro a Microsoft e Apple ci sono anni  di intuizioni geniali, ma anche di durissimo lavoro, quest’ultimo fatto anche da errori e delusioni che non tutti avrebbero il coraggio di sopportare. Per questo, prima di abbandonare il lavoro per costruirsi la propria fetta di leggenda è sempre meglio pensarci una, due, dieci volte.

Il caso di Elon Musk

Volendo fare un esempio contemporaneo, potremmo citare Elon Musk, patron di Tesla, l’auto di lusso completamente elettrica che ha già raggiunto, almeno in parte, il mercato di massa e che ha il dichiarato scopo di rivoluzionare il mondo degli autoveicoli. Se è vero che Musk ha già raggiunto grandissimi risultati dall’inizio della sua esperienza (2003) ad oggi, è anche vero che il tutto è ancora in itinere. La “guida autonoma” infatti, altro obiettivo di Tesla, non è ancora una realtà vera e propria. Anche se molti grandi progressi sono già stati fatti e altri ne verranno, la cosa potrebbe anche finire, per così dire, male. I sistemi computerizzati di guida autonoma potrebbero non divenire mai così evoluti da poter essere immessi sul mercato di massa (improbabile, ma attualmente non sene può ancora avere la certezza), oppure sì, ma non essere accettati dallo stesso mercato. Uno dei più grandi quesiti in merito, più volte sottolineato dagli esperti di settore, è infatti questo: siamo proprio così sicuri che la generalità degli esseri umani con necessità di spostamento accetterà di buon grado di affidare la propria vita ad un computer?

Ma facciamo per un attimo un passo indietro: abbiamo detto che Musk con la sua Tesla ha già raggiunto grandissimi risultati. Verissimo, incontestabile, ma anche per lui ci sono voluti diversi anni. Siamo nel 2019, la sua avventura è iniziata nel 2003 e le prime Tesla furono commercializzate nel 2012, ovvero 9 anni dopo. A questo bisogna aggiungere che non stiamo parlando di un imprenditore spuntato fuori improvvisamente dal nulla. Musk si era già distinto, per usare un grosso eufemismo, alcuni anni prima con PayPal (il rivoluzionario sistema di pagamento entrato ormai nella vita di tutti i giorni) e con altre operazioni imprenditoriali milionarie ugualmente fenomenali ma meno note. Tra le altre sue ambizioni, la più grande è sicuramente quella di riuscire a portare l’essere umano su Marte. Si tratta, anche in questo caso di un’impresa a cui lavora da anni e a suo stesso dire ce ne vorranno altri dieci prima di poterla realizzare.

Un paio di consigli? Eccoli

Una buona partenza

Questa è imprescindibile, ma per ottenerla bisogna avere molta, molta calma. Partire piano è fondamentale; non bisogna strafare, o spendere più di quanto si ha e soprattutto è meglio rinunciare a fare grandi progetti molto aleatori basandosi su proprie convinzioni non verificate. Lasciare un lavoro sicuro per intraprendere un’impresa, pur bellissima ma basata su convincimenti personali e non su dati concreti può condurre a risultati devastanti. Potrebbe andar bene lo stesso ovviamente, ma probabilmente non lo farà. Il lavoro dei sogni non è una chimera, ma non è neanche qualcosa che si può agguantare da un giorno all’altro accelerando forzatamente i tempi. Inoltre, una buona idea rende talvolta un po’ presuntuosi, e l’essere presuntuosi falsa la percezione di ciò che si fa e di ciò che si può fare, scoprendo il fianco ad errori fatali. I grandi progetti sono quelli che cambiano il mondo, ma inseguirli di corsa e senza conoscere bene la strada è un mezzo suicidio, lavorativamente parlando.

Costruire il cambiamento giorno dopo giorno

Se si è così “pazzi” da pensare di poter cambiare il mondo è bene sapere che si ha una dote posseduta da pochi. Chi non sogna non va certo molto lontano. Ma di quel sogno, una volta che la decisione presa è quella di tramutarlo in un lavoro, vanno sapientemente gestite le tappe. Aggiungere un piccolissimo tassello ogni giorno è molto più utile ed efficace che cercare l’exploit da telegiornale. Ciò che permette un grande successo, è ciò che si è fatto in tutto quel lunghissimo tempo in cui lo si è duramente inseguito, non ciò che viene raccontato dai grandi mass media una volta raggiunto. Quest’ultima è una conseguenza, bellissima certamente, esaltante senza dubbio, ma pur sempre una conseguenza.

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