Trasformare la propria casa in un luogo dove accogliere bambini. Sempre più spesso in Italia mamme giovani e meno giovani decidono di occuparsi anche dei “figli degli altri”, trasformando le mura domestiche in luogo di lavoro, un modo per creare occupazione alle tante donne disoccupate. La “Tagesmutter“, un mestiere diffuso ormai in mezza Europa e che da qualche anno sta prendendo piede anche in Italia. Ovviamente non si tratta di un’alternativa al nido e alle strutture pubbliche ma semplicemente un completamento. Un mestiere non solo frutto della crisi economica ma nato anche dal fatto che molte donne devono drammaticamente scegliere tra lavoro e famiglia, tra avere figli e farsi una professionalità. Questo tipo di figura è un aiuto alle mamme che hanno un lavoro, ma allo stesso tempo creano occupazione, perchè disposte a reinventarsi una professione appunto come quella della Tagesmutter.
Sono migliaia i casi in Italia soprattutto nel Centro-Nord, donne che in casa hanno figli della stessa età dei bambini che accolgono. Ma quali sono i passi da seguire per poter diventare tagesmutter? Per stare in regola con la legge del nostro paese, bisogna seguire e superare un corso teorico-pratico con lezioni di pedagogia, psicologia, igiene e anche diritto. Inoltre avere una casa che rispetti criteri di abitabilità per i piccoli, di sicurezza, igiene e ordine è prerogativa. Ma in sostanza ogni comune potrebbe avere regole “burocratiche” diverse per poter intraprendere questo percorso. Secondo i dati del centro Dalponte: due tagesmutter su tre hanno scelto questo lavoro per la passione e l’amore verso i bambini. Ma non solo, tra gli altri motivi infatti può prevalere anche la possibilità di lavorare e contemporaneamente seguire l’educazione dei propri figli. Infine c’è anche la soddisfazione personale che questa professione può dare.
Buona parte di chi fa questo mestiere viene da precedenti esperienze di lavoro, soprattutto come impiegate, commesse o baby sitter. Le ore che in media i bambini trascorrono con una tagesmutter sono dalle 3 alle 5 ore, per 5 giorni settimanali e 12 mesi l’anno, estate compresa. Ogni famiglia che si affida a questa figura professionale richiede disponibilità, flessibilità e continuità educativa. Secondo Paolo Stefanini, presidente del centro Dalponte: “Le tagesmutter integrano le strutture pubbliche, non fanno loro concorrenza”. Generalmente le cooperative, con cui le famiglie stipulano un contratto di servizio, dispongono di tutor ed esperti che prestano consulenza ed eseguono controlli. Per una spesa che in generale è contenuta quando si ha necessità, affidare i propri figli in un ambiente familiare dove persone qualificate li fanno convivere con altri bambini è davvero un’ottima soluzione.
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