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Lavoro e maternità: l’esperienza di Greta

Il connubio lavoro e maternità non è mai facile. Una domanda che spesso si pongono le mamme lavoratrici è: come conciliare queste due componenti fondamentali nella vita di una donna? Come ritagliarsi il proprio spazio professionale dopo la nascita di un bambino? In Italia, si sa, è molto difficile. A confermarcelo sono i dati dell’Istat …

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Il connubio lavoro e maternità non è mai facile. Una domanda che spesso si pongono le mamme lavoratrici è: come conciliare queste due componenti fondamentali nella vita di una donna? Come ritagliarsi il proprio spazio professionale dopo la nascita di un bambino? In Italia, si sa, è molto difficile. A confermarcelo sono i dati dell’Istat che trimestralmente ci mettono davanti al divario di genere che ancora esiste nel mercato del lavoro nostrano.

Ad esempio, negli ultimi dati pubblicati, relativi allo scorso aprile, il tasso di occupazione si riconferma superiore tra gli uomini, arrivando al 66,3%. Tra le donne è rimasto invariato al 47,6%. Allo stesso tempo il tasso di disoccupazione è cresciuto del +4,2% tra le donne, arrivando al 12,8%, mentre quello maschile è sceso di 0,1% punti attestandosi al 10,8%. Il divario di genere resta alto anche nel segmento degli inattivi: infatti l’incidenza di questa categoria sulla popolazione si attesta al 25,4% tra gli uomini e al 45,4% tra le donne (-0,3 punti percentuali).

Il gender gap che contraddistingue il nostro paese è stato anche rilevato dall’OCSE (Organismo per la Cooperazione e lo sviluppo economico internazionale) che nel “Glass-ceiling index”, i cui dati sono stati rielaborati dallEconomist, ha mostrato come l’Italia sia uno dei peggiori paesi “to be a working woman”. Nella ricerca sono stati analizzati diversi parametri, come l’accesso all’istruzione superiore, il divario tra gli stipendi, il grado di occupazione. È emerso che l’Italia è posizionata al di sotto della media dei valori raggiunti da tutti i paesi analizzati. Le donne infatti sono spesso costrette a scegliere tra famiglia e carriera e non riescono a coniugare lavoro e maternità.

Con il Jobs Act sono stati estesi i congedi parentali fino ai sei anni di età del bambino ed è stata anche flessibilizzata la loro fruizione. Ciononostante conciliare lavoro e maternità resta difficile: senza politiche di welfare più incisive sarà difficile invertire la rotta. Molte mamme però con la maternità e l’arrivo di un figlio hanno indirizzato diversamente anche la loro vita professionale, sfruttando il cambiamento per dedicarsi di più alle proprie passioni e recependo nuovi stimoli.

congedo-parentale
lavoro e maternità

La storia di Greta

Abbiamo ascoltato la storia di Greta Amadori, che dopo una carriera nel mondo dell’organizzazione degli eventi in alcune aziende, è diventata una wedding planner, approdando così verso una nuova professione che le ha consentito di provare a coniugare lavoro e maternità e allo stesso tempo di riutilizzare le competenze acquisite in tanti anni di lavoro.

“Da quando ho iniziato a lavorare mi sono sempre occupata di organizzazione di eventi aziendali. Per tredici anni sono stata una dipendente. Poi nel 2013 la società in cui lavoravo è stata acquisita e mi hanno licenziata. In quel periodo non ero ancora incinta. Ricordo di aver terminato il rapporto di lavoro all’inizio dell’estate, ma già a settembre volevo rimettermi in gioco. E quindi ho deciso di reinventarmi per far qualcosa per conto mio e non dover più dipendere dagli altri. Così ho iniziato il mio percorso per diventare wedding planner” – ci ha raccontato.

Greta ci ha spiegato di aver scelto questa professione poiché rientra nell’ambito dell’organizzazione di eventi, settore in cui aveva già delle competenze specifiche, anche se, ha precisato:”l’organizzazione di un matrimonio investe dettagli e esigenze particolari, organizzare eventi aziendali coinvolge aspetti diversi”.

“In realtà non saprei dire cosa sia scattato dentro di me – ha poi continuato – ogni tanto si accendono delle lampadine e per me, quest’idea, è stata una di queste.” Anche se Greta si è subito resa conto che questo percorso non è facile perché lo scoglio è farsi conoscere, ci ha spiegato, per questo è molto importante il passaparola tra le persone. Per iniziare ha frequentato un corso con l’Associazione Wedding Planner,per approfondire l’argomento e valutare le differenze tra il mondo degli eventi e quello dei matrimoni, poi ha creato un sito online, dedicandosi nel frattempo alla pubblicità sui social.

Subito dopo l’inizio di questa avventura Greta ha scoperto di aspettare una bambina.

Greta_Amadori

Come gestire lavoro e maternità?

“Durante la gravidanza mi sono dedicata a un matrimonio importante, che ha assorbito molto tempo. Anche se c’è da dire che l’attività da wedding planner non costringe ad essere sempre operativi dall’ufficio.”

Così le abbiamo chiesto se con questa professione si riesca a conciliare famiglia e lavoro

“Nì – ha risposto Greta, – durante la gravidanza ho lavorato fino all’ultimo giorno, ma non essendo sempre in ufficio, non è stato troppo faticoso. Dopo la nascita di mia figlia ho potuto interrompere il mio lavoro per qualche mese, avendo solo un matrimonio da organizzare. Conciliare lavoro e maternità è stato per me più difficile durante l’ultimo periodo perché la bambina, nel suo primo anno di vita, ha avuto bisogno di più attenzioni e quindi ho faticato per trovare un equilibrio tra la famiglia e l’attività di wedding planner. ”

In ultimo abbiamo domandato a Greta quali siano i pro e i contro di una vita da freelance, soprattutto dopo la maternità. “Sicuramente la totale libertà nella gestione del tempo è il vantaggio più grande – ci ha assicurato – ma anche il fatto di gestire il lavoro in maniera autonoma anche in termini di creatività è un aspetto più che positivo.”

Tra le criticità di questa condizione lavorativa Greta ha messo al primo posto la totale assenza di garanzie e tutele. “E poi durante la gravidanza mi è mancata la possibilità di essere a casa gli ultimi mesi e vivere in serenità, supportata da un’indennità, questo momento così importante nella vita di una donna” – ha ammesso.

Anche se Greta, al momento, non tornerebbe indietro: “Dopo la nascita di mia figlia ho capito che è più importante dedicarmi a lei e alle sue esigenze e riuscire a gestire il mio lavoro in modo autonomo .”

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