Sei un lavoratore in nero quando svolgi una qualsiasi prestazione lavorativa, in qualunque ambito a meno che non sia un’azienda familiare o uno stage e sei privo di un contratto di lavoro o di un contratto per fornire un servizio,oppure non hai una busta paga e vieni pagato in contanti risultando disoccupato. Il lavoro irregolare …
Sei un lavoratore in nero quando svolgi una qualsiasi prestazione lavorativa, in qualunque ambito a meno che non sia un’azienda familiare o uno stage e sei privo di un contratto di lavoro o di un contratto per fornire un servizio,oppure non hai una busta paga e vieni pagato in contanti risultando disoccupato.
Il lavoro irregolare invece può assumere diverse forme: lavoro grigio, lavoro parzialmente irregolare e lavoro elusivo.
Il “lavoro grigio”, è un lavoro che formalmente è regolare, ma che contiene in sé elementi di irregolarità:
– un orario di lavoro diverso (spesso ti fanno lavorare più ore di quanto consentito per legge);
– una parte del pagamento avviene “fuori busta” (cioè percepisci un salario diverso da quello contrattuale);
– si è inquadrati in un modo diverso dalle mansioni che effettivamente svolgi (sei in realtà un operaio specializzato o lavori alla reception di un albergo).
Il lavoro si definisce parzialmente irregolare nei seguenti casi:
– se durante la prestazione non si rispettano alcune norme relative ai versamenti previdenziali o assicurativi;
– se non si rispettano i diritti sindacali, in particolare quanto prevede il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in materia di straordinario, ferie, riposi e malattie.
Il lavoro in elusione è invece legato alla nascita dei contratti atipici. Gli imprenditori fanno uso spesso di contratti non conformi al lavoro subordinato che consentono di evitare obblighi e spese come le ferie, i contributi, e la tredicesima.
Esaminiamo i diversi casi:
1.Il più comune di è l’assunzione come lavoratore autonomo, anche se si hanno orari ed incarichi ben definiti dal datore di lavoro. Cioè sei un lavoratore subordinato ma non lo sai perché, per definizione, il lavoratore autonomo non ha vincoli al di là della scadenza entro la quale deve terminare la sua prestazione.
2.Al lavoratore autonomo viene detratta dallo stipendio la ritenuta d’acconto, oppure è costretto ad aprire la partita IVA ed a pagarla di tasca sua come un libero professionista. Questo espediente è utilizzato soprattutto nelle “nuove professioni”, quelle meno regolamentate, per lo più da piccole aziende.
3.Altre forme sono usate nelle cooperative che, oltre ad un numero fisso di soci, usano come tappa buchi un numero variabile di persone. Per verificare se lavori in nero oppure no, è semplice, visto che anche nelle cooperative è previsto un prospetto paga oltre ai soldi dello stipendio.
4.Un altro caso è quando si è assunti a contratto di collaborazione a progetto per svolgere un lavoro tipicamente inserito nel ciclo produttivo, con orari fissati, senza alcuna autonomia e sottoposti agli ordini dal superiore. Si tratta infatti di un lavoro subordinato mascherato, che permette al datore di fissare il compenso e soprattutto di versare meno contributi previdenziali.
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