Secondo i dati ISTAT a febbraio 2011 il tasso di disoccupazione è pari all’8,4%,diminuendo dello 0,2% rispetto a gennaio e dello 0,1% rispetto all’anno precedente, ciò in un quadro di ripresa dell’inattività.
Nello specifico l’istituto nazionale di statistica rileva che a febbraio di quest’anno gli occupati sono 22,814 milioni, in aumento dello 0,1% rispetto a gennaio 2011, ma in calo dello 0,3% su base annua, diminuzione che riguarda la sola componente maschile.
Alla luce di questi dati l’ISTAT registra un tasso di occupazione pari al 56,7%, invariato rispetto a gennaio e in calo dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i disoccupati, il loro numero, pari a 2,088 milioni, diminuisce del 2% su base mensile e dell’1% su base annua, tale flessione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Inoltre, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,1% rispetto al mese precedente, mentre il tasso di inattività resta stabile al 38%.
Nel quarto trimestre 2010 invece si è registrato un record per il tasso di disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 29,8% dato più alto dal 2004. Ma a febbraio 2011, il tasso di disoccupazione giovanile scende al 28,1%, con una diminuzione congiunturale dell’1,3%. Un dato, secondo l’Istituto nazionale di statistica, comunque alto se confrontato con i grandi Paesi europei.
Sempre dai dati ISTAT emerge che nel quarto trimestre del 2010 gli occupati a tempo pieno hanno registrato un nuovo calo -1,2%, rispetto al quarto trimestre 2009, mentre sono aumentati del 7,9% quelli a tempo parziale, ma si tratta esclusivamente di part-time involontario. Inoltre l’istituto di statistica sottolinea che il calo dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato sia il 0,7%, mentre cresce il numero dei dipendenti a termine con un +5,1% .
Dai dati emerge un quadro che mette in risalto come la diminuzione della disoccupazione sia in realtà un aspetto solo di apparente ripresa, infatti, si arresta la crescita della disoccupazione pur restando ai livelli massimi dal 2004, rispetto a febbraio 2010, mese in cui la disoccupazione aveva toccato livelli altissimi, siamo ancora con 65mila unità di lavoro in meno; infine si conferma l’anomalia del mercato del lavoro italiano, dove il calo dei disoccupati si accompagna alla crescita del numero degli inattivi, divenuto prevalentemente maschile, mentre il dato dell’inattività femminile è disastroso.
Il lavoro che si produce è in maggioranza precario o a part time involontario e questo testimonia una ripresa di scarsa qualità con un calo dei diritti delle persone che lavorano.
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