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Lavoro, resta il divario tra il Nord e il Sud del Paese

Tra la città di Bolzano e quella di Vibo Valentia intercorre una distanza considerevole, che non chiama in causa soltanto i chilometri, ma anche i punti percentuale dei rispettivi tassi di occupazione. Secondo l’ultimo report della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, infatti, Bolzano è la città italiana con il più alto tasso di occupazione …

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Tra la città di Bolzano e quella di Vibo Valentia intercorre una distanza considerevole, che non chiama in causa soltanto i chilometri, ma anche i punti percentuale dei rispettivi tassi di occupazione. Secondo l’ultimo report della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, infatti, Bolzano è la città italiana con il più alto tasso di occupazione (pari al 71,4%), mentre Vibo Valentia quella con il tasso più basso (fermo al 35,8%). Il divario tra il Nord e il Sud del Paese viene rilevato in molti punti dello studio che conferma l’immagine di un’Italia che procede a due velocità. E che fatica ad allinearsi alle performance dei Paesi europei più solidi e competitivi.

La rilevazione della Fondazione studi ha preso il via dallo screening dei dati sul lavoro forniti dall’Istat nel 2015, snudando – come già accennato – l’arretratezza di un Mezzogiorno che arranca in maniera evidente. Qualche esempio? La provincia di Crotone risulta essere quella con il più alto tasso di disoccupazione in generale (pari al 32,2%, quasi il triplo della media nazionale), mentre Cosenza guadagna il triste primato di provincia italiana con il più alto tasso di disoccupazione giovanile femminile (svettato all’84,4%). E a confermare il divario tra il Nord e il Sud del Paese è la classifica che la Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha elaborato, sulla scorta di un indice di efficienza del mercato del lavoro che non ha solo tenuto conto del tasso di occupazione, ma anche dell’incidenza dei Neet, del rapporto tra gli occupati uomini e donne, del numero dei contratti standard e del numero degli occupati con alte qualifiche. A occupare le prime 5 posizioni della classifica nazionale sono state: Milano, Bologna, Trieste, Monza e Bolzano; mentre Crotone, Trani, Andria, Barletta e Agrigento si sono posizionate nei gradini più bassi.

E c’è di più: il divario tra l‘occupazione maschile e quella femminile, che a livello nazionale si attesta al 18,3%, al Nord tende a scendere e al Sud a salire. Per intenderci: Bolzano è la città con il più alto tasso di occupazione femminile (pari al 64,3%), mentre Caltanissetta quella che (in termini statistici) riserva meno opportunità alle donne, visto che solo il 22,5% di loro riesce a trovare un impiego. E infine le stime che certificano la differenza tra il tasso di occupazione degli stranieri e quelli degli italiani. La media nazionale segna una distanza di circa nove punti percentuale, a favore degli stranieri il cui tasso raggiunge il 66,6% (contro il 57,4% degli italiani). Con il Sud che – ancora una volta – consegna i risultati più eclatanti. A Napoli, ad esempio, il tasso di occupazione degli stranieri (pari al 58,3%) risulta nettamente superiore a quello degli italiani (34,8%), ma anche a Bari (72,1% contro 46,7%), a Palermo (64,6% contro 39,9%) e a Catania (68,1% contro 39,4%), lo scarto appare più che significativo.

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