Su un campione di 15.000 candidature inviate negli ultimi tre mesi ad oltre 4.000 offerte di lavoro differenti, l’Osservatorio Bianco Lavoro (divisione di biancolavoro.it con compiti di analisi e statistiche sul mercato del lavoro) ha analizzato le relative lettere di presentazione. Il risultato è devastante: solo 705 (appena il 4,6% quindi) sembrano scritte in maniera corretta.
I criteri usati per definire una “lettera di presentazione” corretta sono stati:
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Nessun errore di battitura o grammatica
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Lettera scritta appositamente (o almeno adattata) per la candidatura in oggetto
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incisività della lettera: il selezionatore capisce in pochi secondi che il CV allegato è in linea con l’offerta ed è invogliato ad aprirlo
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non essere un semplice “copia/incolla” di parte del contenuto del CV
Oltre il 90% delle lettere di presentazione non fa alcun riferimento al titolo dell’annuncio per il quale ci si candida, né tanto meno al contenuto ed ai requisiti richiesti. Questo agli occhi del selezionatore dà la chiara idea che il candidato utilizzi la stessa lettera per presentarsi ogni volta in maniera identica, senza tentare di dare l’impressione di candidarsi “proprio” a quella offerta e dare quindi più “valore” alla propria candidatura.
Un risultato sconfortante è anche quello degli errori: il 41% delle lettere contiene almeno un errore: di battitura, grammatica, punteggiatura oppure maiuscole e minuscole vengono utilizzate a sproposito. Di questo 41% circa una metà è da considerarsi con errori gravi, tali da rendere addirittura incomprensibile la lettera stessa.
Nel 5% dei casi viene addirittura utilizzato il gergo dei giovani e degli sms (xchè, x al posto di “per”, xò, utilizzo dei segni + e – al posto del testo “più” e “meno”, per non parlare delle faccine “emoticon” tristi o felici…).
Nel 55% dei casi il candidato, che probabilmente non ha idea di cosa scrivere nella lettera di presentazione, “incolla” alcuni pezzi del CV, di solito la parte esperienza e studi.
Il lavoro dell’Osservatorio Bianco Lavoro non si è fermato qui, sono stati infatti intervistati trecento candidati a cui sono state chieste le motivazioni della mancanza di cura nella lettera. Nel 80% dei casi la risposta è stata “Non considero la lettera di presentazione utile, credo che le aziende non la leggano”, per questo motivo la lettera viene “incollata” senza lavorarci su più di tanto o spendere tempo per adattarla.
Al contrario le cento aziende intervistate dichiarano nel 85% dei casi di leggere la lettera di presentazione e di aprire il CV solo quando essa è convincente, i CV senza lettera o con lettera non “ad hoc” vengono aperti solo in seconda battuta, come riserve insomma.
Le aziende dichiarano inoltre nel 60% dei casi di rispondere alle candidature anche dando esito negativo, ma solo quando la candidatura non è generica ma si può evincere dalla lettera che è stata fatta appositamente per il proprio annuncio. Ecco quindi un altro aspetto a favore di una “buona lettera”: più chance nel ricevere una risposta.
Vi è chiaro comunque, dalle interviste ai candidati e dalle modalità di candidatura, che in ogni caso la cultura della lettera di presentazione, ed anche chi la considera importante e vorrebbe averla fatta “come si deve” non sa come fare.
Bianco Lavoro si impegna quindi nei prossimi giorni a preparare una breve e concisa mini-guida al fine di farne comprendere l’importanza e soprattutto spiegare: come preparare una lettera vincente ed adattarla in pochi minuti ad ogni candidatura.
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