Quando parliamo di diversità, tendiamo a pensare alle differenze di razza, di credo religioso o di orientamento politico che possono segnare distanze profonde e generare pregiudizi pericolosi. Ma essere diversi non vuol dire solo questo: c’è chi viene allontanato perché dimostra di pensare in maniera differente, discostandosi dai canoni imperanti. E chi, al contrario, viene accettato solo perché obbedisce alle mode del momento. Cerchiamo di analizzare la situazione a fondo: se tutti pensassimo e ci comportassimo allo stesso modo, non avremmo la possibilità di metterci in discussione. Né di evolverci o migliorarci. Cogliere le peculiarità di ciascuno ed impegnarsi a valorizzare le diverse mentalità che coabitano in un ambiente di lavoro sono i presupposti da cui dovrebbe partire ogni capo “illuminato”. Che aspira a compiere significativi passi avanti.
Per innovare, occorre poter contare su una squadra variegata e ben assortita, fatta di individui che portano e sostengono diversi punti di vista. La difficoltà sta nell’armonizzare il tutto, nel trovare la sintesi tra posizioni che possono anche rivelarsi inconciliabili. E’ l’oneroso compito che spetta ad ogni bravo leader, che deve sforzarsi di trovare soluzioni di compromesso, capaci di soddisfare e gratificare tutti o perlomeno di non penalizzare o screditare alcuno. Non è un’operazione semplice. Chi ha a che fare con diverse mentalità (o intelligenze) rischia di perdere il controllo della situazione e di farsi sopraffare dal caos generale. Ogni gruppo di lavoro ha bisogno di una guida ferma e solida, ma solo quelli che riescono a far risaltare il talento di ciascuno sono destinati a fare la differenza.
Indice
Le 5 mentalità che possono determinare il successo di un’azienda
Dell’argomento si è occupato, tra gli altri, il noto psicologo statunitense, Howard Gardner, sostenitore della teoria sulle intelligenze multiple. Detta in parole povere: secondo il professore di Harvard, l’intelligenza non è un’entità unitaria, ma dinamica, che va articolata in sottofattori differenziati. C’è chi possiede un’intelligenza matematica e chi una linguistica; chi può fare affidamento su un’intelligenza interpersonale e chi su una intrapersonale. Nel suo libro “Cinque chiavi per il futuro”, pubblicato nel 2007, Gardner fornisce qualche tassello in più, proponendo una sintesi delle abilità che aiutano a vivere meglio. Quello che ne è venuto fuori è un elenco di 5 intelligenze (o mentalità) diverse che – nel contesto lavorativo – possono determinare il successo di ogni azienda. Vediamo insieme quali sono.
La mentalità (o intelligenza) disciplinare
Appartiene a chi, con metodo e dedizione, è riuscito ad eccellere nel suo campo (qualsiasi esso sia). Poter contare su professionisti di questo genere, su specialisti di indiscussa caratura, aiuterà l’azienda a prosperare. Le persone dotate di intelligenza disciplinare mostrano un’abnegazione fuori dalla norma e tendono a migliorarsi in continuazione. Sono professionisti indefessi che – di norma – stimolano anche gli altri a dare il massimo.
La mentalità (o intelligenza) sintetica
Appartiene a chi possiede spiccate doti valutative, che gli consentono di processare velocemente le informazioni che riceve e di trasmetterle, con facilità, agli altri. E’ una risorsa preziosa, che può aiutare i dirigenti a capire su cosa valga la pena investire e su cosa è meglio soprassedere. I professionisti che possono contare su una mentalità sintetica meritano di essere investiti di importanti responsabilità. Chi gli affida un incarico, raramente finisce per pentirsene.
La mentalità (o intelligenza) creativa
Appartiene a chi sceglie di non seguire i canoni già fissati ed è fisiologicamente votato all’innovazione. I creativi portano aria fresca e propongono soluzioni tanto rischiose quanto brillanti. Hanno la capacità di cambiare il mondo; chi ha la fortuna di disporre di risorse dotate di intelligenza creativa in azienda, farebbe bene a valorizzarle al massimo. E chi non ne ha, dovrebbe provvedere ad acquisirle al più presto. A meno che non voglia rimanere fermo, mentre i concorrenti sviluppano e sostengono idee nuove.
La mentalità (o intelligenza) rispettosa
Appartiene a chi ha un tasso di socievolezza elevatissimo ed ha imparato a rispettare tutti. E’ il collante di cui non si può fare a meno, se si desidera che la squadra collabori in maniera efficace, arrivando compatta alla meta. Le persone che hanno una mentalità rispettosa sanno interagire con chiunque e riescono a comunicare efficacemente in qualsiasi contesto. Investire sul loro talento relazionale procurerà risultati importanti all’azienda. Si pensi a quanti clienti si possono acquisire e fidelizzare, grazie al loro savoir faire.
La mentalità (o intelligenza) etica
Appartiene a chi osserva, in maniera imparziale, quello che fanno gli altri, curandosi esclusivamente del benessere dell’azienda. Sono dei “censori” nati, che non indietreggiano davanti a niente e nessuno. Se notano un comportamento scorretto, si affrettano a segnalarlo (anche se a perseguirlo è il loro diretto superiore) e si aspettano che venga sanzionato come merita. Chi dispone di persone dotate di questo tipo di intelligenza nella propria azienda può dormire sogni tranquilli: i paladini della correttezza non ne faranno passare una. E garantiranno un livello di eticità degno di una onlus.
La combinazione delle 5 intelligenze individuate da Howard Gardner possono determinare il successo di ogni impresa. E spianare la strada ad una crescita inarrestabile. Impegnatevi a combattere il pensiero unico e a sostenere l’armonica convivenza tra mentalità diverse che possono trasformare le vostre aziende in fucine di inestimabile valore.
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