L’associazione bancaria italiana ha rilevato un incremento considerevole dei mutui erogati alle famiglie italiane e una crescita interessante di prestiti e finanziamenti concessi a consumatori e imprese. Gli istituti di credito avrebbero, insomma, cambiato passo
Le banche hanno iniziato ad allentare i cordoni della borsa? Secondo l’Abi sì. I primi 7 mesi del 2015 avrebbero, infatti, segnato un cambiamento di rotta, con gli istituti di credito meno restii a concedere finanziamenti e ad erogare mutui.
L’ultima rilevazione dell’Associazione bancaria italiana ha certificato, tra gennaio e luglio di quest’anno, un incremento del 16% (rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) dei finanziamenti concessi alle imprese e una crescita del 24,3% delle operazioni di credito al consumo, che hanno permesso agli italiani di ottenere prestiti per l’acquisto di beni a lungo desiderati. Ma è in riferimento ai mutui erogati che l’Abi ha documentato un vero e proprio boom, con una crescita dell’82,2% (sempre su base annua) che avrebbe consentito a molti connazionali di trasformare in realtà il sogno di comprare una casa tutta loro.
L’indagine – condotta su un campione di 78 banche che rappresentano l’80% del mercato nazionale – ha, inoltre, rilevato che, a luglio 2015, il numero totale di finanziamenti concessi a famiglie e imprese italiane è diminuito dello 0,1% rispetto a luglio 2014. Ma non si tratta di una notizia del tutto negativa, se si pensa che a novembre del 2013 la quota dei finanziamenti era scesa del 4,5% e che il dato dello scorso luglio ha segnato, comunque, il miglior risultato da aprile del 2012. Gli istituti di credito si sarebbero, insomma, persuasi a essere più “generosi”, nella speranza che i consumi possano riprendere slancio e l’economia ripartire.
Discorso a parte meritano poi i mutui che, come già accennato, sono aumentati in un anno dell’82,2%. Detta in cifre: le banche che l’anno scorso si erano limitate a concedere 14,605 miliardi di euro agli aspiranti acquirenti di case, ne hanno “scuciti” quest’anno 26,603. Una cifra ben più tonda di quelle rilevate nel 2013 e nel 2012 (rispettivamente 13,045 e 11,383 miliardi di euro). Infine: se i mutui a tasso variabile hanno rappresentato il 49,4% del totale richiesto, negli ultimi mesi l’Abi ha notato un’impennata di quelli a tasso fisso, scelti dal 60% dei richiedenti.
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