Scoraggiati, confusi e delusi dal proprio percorsi di studio: è questo il profilo sintetico dei giovani che abbandonano il progetto formativo, una silenziosa popolazione che in Italia raggiunge il 18,8 per cento del totale, con una proporzione che è di 5 punti percentuali superiore alla media europea. Ne ha discusso, nel corso delle ultime settimane, una ricerca da parte dell’Isfol, che nella Capitale il 5 giugno 2012 ha presentato il report “Le dinamiche della dispersione formativa: dall’analisi dei percorsi di rischio alla riattivazione delle reti di supporto”.
L’indagine dell’Isfol, realizzata su un campione di 1.500 giovani usciti dalla scuola secondaria di primo grado (giovani diplomati e qualificati e/o giovani fuoriusciti “prematuramente” dai percorsi), non traccia certamente un profilo positivo sul fronte del comparto formativo e professionale italiano. “E’ un’indagine di tipo qualitativo” – precisa il direttore generale dell’Isfol, Aviana Bulgarelli – “che studia i motivi dell’abbandono tra i giovanissimi tra i 14 e i 17 anni”, rilevando come “una delle cause più rilevanti sia data dalle difficoltà che i ragazzi incontrano nel percorso scolastico: un percorso accidentato, con bocciature o valutazioni basse o ritenute non corrispondenti alle aspettative, può determinare un effetto scoraggiamento”.
Ma non solo, poiché attribuire al solo deterioramento morale conseguente al percorso “accidentato” sarebbe certamente una conclusione ingenua. “Un’altra causa di abbandono” – prosegue infatti il direttore – “è che alla fine della terza media molti ragazzi dicono che non sanno cosa fare, che sono confusi. Questo è un dato molto grave, perché vuol dire che questi giovani non hanno cercato né sono stati contattati da orientatori che possano supportarli nella scelta. Sono situazioni ad alto rischio di disagio sociale, mentre dovrebbero essere le prime ad avere assistenza da parte dei servizi di orientamento scolastico e al lavoro”. Ne consegue la necessità di poter sviluppare le reti di supporto istituzionale, che possano aiutare la famiglia nelle scelte più adeguate nella fase di avvio e di prosecuzione del percorso formativo.
Quello che manca nella Penisola – emerge tuttavia dalla ricerca – sono anche “percorsi alternativi di istruzione. Per questo è importante implementare subito l'apprendistato. Non bisogna abbandonare questi giovani a loro stessi, perché quello della dispersione è un problema in termini di costi umani e sociali ma anche economici” – conclude il direttore.
In sinergia rispetto a quanto già elaborato da Isfol, e presentato pochi giorni fa a Roma, è inoltre il prossimo appuntamento organizzato presso l’Auditorium dell’Istituto, in Corso d’Italia 33, previsto per il prossimo 22 giugno, data nella quale gli analisti dell’istituto presenteranno i risultati dell’indagine “Esiti formativi ed occupazionali dei percorsi triennali”, organizzato dall’Area “Politiche ed offerte per la formazione iniziale e permanente”. All’interno della giornata illustrativa, che si occuperà di analizzare l’efficacia dei piani di studio triennali universitari, sono previsti alcuni interessanti spazi di approfondimento.
Il programma prevede infatti la presentazione dei risultati dell’indagine da parte dell’Area Isfol competente, e la successiva sessione di commenti da parte di Lucia Scarpitti (Dirigente Divisione II Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Giovanni Desco (Istruzione e formazione professionale, DG per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), Maurizio Drezzadore (Presidente del gruppo di lavoro Istruzione e Formazione, V Commissione CNEL), Antonio Teodoro Lucente (Rappresentante di Forma, Associazione nazionale Enti di formazione professionale), Giorgio Rembado (Presidente ANP, Associazione Nazionale Dirigenti e Alte professionalità nella scuola).
La partecipazione al seminario è riservata su invito. Per maggiori informazioni, è possibile contattare il referente dell’iniziativa, Enrica Marsilii, al numero di telefono 06 85 44 72 50 o all’indirizzo di posta elettronica e.marsilii@isfol.it.