Dalla Commissione Ue e dal Fondo europeo per gli investimenti arrivano i nuovi finanziamenti europei atti a supportare i desideri di tutte quelle persone che desiderano frequentare un corso di studi all’estero, nell’ambito del programma Erasmus +. In particolare, i due partner hanno lanciato un bando per poter selezionare banche e istituzioni finanziarie interessate a collaborare con il mondo universitario al fine di concedere un totale di 3 miliardi di euro di finanziamenti a 200 mila ragazzi potenzialmente interessati, da qui al 2020.
Cerchiamo di saperne un po’ di più.
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Finanziamenti europei, ecco come funzionerà il meccanismo
Il meccanismo funzionerà attraverso una chiamata a manifestare interesse (già lanciata negli scorsi giorni dal Fei) a cui potranno partecipare banche, organismi di garanzia, fondi e altri soggetti dichiarati ammissibili. Dopo il processo di selezione il Fei selezionerà gli intermediari che potranno rendere disponibili agli studenti i nuovi finanziamenti europei.
Stando al regolamento dell’iniziativa, potranno presentare domanda di partecipazione al processo di selezione “gli intermediari finanziari pubblici e privati operanti in uno o più dei Paesi interessati dal programma Erasmus+ e autorizzati a concedere prestiti e finanziamenti a persone fisiche in base alle leggi nazionali che hanno recepito la direttiva 20008/48/EC del Parlamento Ue e del Consiglio del 23 aprile 2008 relativa agli accordi di finanziamento ai consumatori”.
Corsi all’estero, come verranno finanziati gli studenti
Una volta terminata tale fase, si potrà entrare nel vivo attraverso il meccanismo di finanziamento agli studenti: stando a quanto affermano gli auspici comunitari, la concessione dei prestiti inizierà già entro il 2015. Ogni studente parte del programma potrà fare domanda per accedere a un finanziamento di non oltre 12 mila euro nel caso di permanenza all’estero inferiore all’anno, e 18 mila euro per i corsi pluriennali.
Rientrano all’interno del programma per l’ottenimento di un prestito tutti i Paesi membri dell’Unione Europea (e quindi, naturalmente, anche l’Italia) con l’aggiunta di Islanda, Macedonia, Turschia, Licechtenstein, Norvegia.
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