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Offerte di lavoro anonime: non sono vietate se il centro per l’impiego ne è informato

email pervenuta a La Posta di Bianco Lavoro Desidero farvi i complimenti poiché non ho mai visto un’offerta anonima su bianco lavoro. Ho controllato e tutte riportano gli estremi precisi dell’inserzionista. Tuttavia su grossi quotidiani nazionali e locali e siti web spesso ci sono offerte che provengono da “primaria azienda” o “gruppo leader”, etc… e …

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anonymusemail pervenuta a La Posta di Bianco Lavoro

Desidero farvi i complimenti poiché non ho mai visto un’offerta anonima su bianco lavoro. Ho controllato e tutte riportano gli estremi precisi dell’inserzionista. Tuttavia su grossi quotidiani nazionali e locali e siti web spesso ci sono offerte che provengono da “primaria azienda” o “gruppo leader”, etc… e poi email tipo gmail, hotmail, yahoo,  etc… che può creare chiunque quindi!!! Ma non dovrebbero essere vietati per legge questi annunci? Ho sentito che le aziende non posso pubblicare in maniera anonima! Mi confermate questo?

Renata G. – Napoli

La risposta di Marco Fattizzo, direttore di Bianco Lavoro ed esperto in Politiche del Lavoro

Intanto ringrazio per i complimenti e confermo che Bianco Lavoro non concede in nessun modo ad alcun inserzionista di pubblicare in forma anonima. Ogni offerta di lavoro pubblicata sul portale riporta la ragione sociale esatta con la quale identificare l’azienda (che sia una azienda privata o una agenzia per il lavoro). Per motivi etici e di trasparenza Bianco Lavoro ha deciso quindi fino ad ora di non consentire offerte anonime, dando la possibilità al candidato di sapere sempre da chi arriva l’offerta e di conseguenza prendere informazioni sull’azienda o agenzia per il lavoro.

Detto questo entro nel dettaglio della situazione: il Decreto Legislativo 276/2003 vieta di fatto la pubblicazione di offerte anonime, arrivando addirittura a prevedere una sanzione elevata (si parte da 4.000 euro) per il sito o il giornale che pubblica un’offerta di questo genere. L’unico modo per restare “anonima” per l’azienda sarebbe quindi quello di affidare la ricerca ad una società di selezione o somministrazione (con autorizzazione ministeriale quindi) che spende il proprio nome.

Tuttavia l’anno successivo al detto Decreto, il Ministero del Lavoro ha fatto un mezzo passo indietro ed ha pubblicato ed inoltrato agli addetti ai lavori una circolare, la numero 30 del 21 luglio 2004, che recita testualmente: “se il potenziale datore di lavoro vuole di fatto conservare l’anonimato la comunicazione in oggetto potra’ essere veicolata, a titolo oneroso o gratuito, per il tramite un soggetto autorizzato o accreditato ovvero, gratuitamente, per il tramite dei centri dell’impiego della sede/residenza del committente che si faranno garanti nei confronti dei titolari dei dati inviati in risposta all’annuncio, del rispetto di quanto stabilito in materia di trattamento dei dati personali. In quest’ultimo caso, ai fini del controllo da parte della Amministrazione di vigilanza, gli editori e i gestori di siti sui quali sono pubblicati detti annunci inviano entro 10 giorni dalla pubblicazione al Centro per l’impiego competente, anche per il tramite della concessionaria di pubblicita’, il nominativo del committente, con gli estremi del codice fiscale se persona fisica o della partita IVA se persona giuridica, e il testo della relativa ricerca con indicata la posizione di lavoro oggetto della inserzione.

Insomma, facendo un riassunto: si possono pubblicare offerte di lavoro in forma anonima su siti e giornali a patto di inviare al Centro per l’Impiego di riferimento entro 10 giorni dalla pubblicazione, una comunicazione con il riferimento dell’offerta ed i dati completi dell’inserzionista (compresa partita iva e tutto il resto).

Anche se non espressamente previsto dalla circolare appare pacifico che in qualsiasi momento il cittadino possa verificare che ciò sia stato fatto interpellando il centro per l’impiego di riferimento.

Ne consegue quindi che (anche se a noi, ribadisco, non piacciono e su bianco lavoro non le permettiamo) le offerte anonime che si trovano sui grossi quotidiani e siti web difficilmente sono fuori legge, in quanto le concessionarie di pubblicità importanti sono ormai ben organizzate a questo sistema ed all’invio sistematico di comunicazioni ai centri per l’impiego di riferimento.

Allego una reale comunicazione inviata da una concessionaria di pubblicità ed accettata dal Centro per l’Impiego di riferimento (che la rende pubblica) riferita ad un annuncio anonimo proprio nella sua zona:
anonimo

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