Tom Mueller, giornalista e blogger è l’autore del libro “Extraverginità” presentato il 29 gennaio alla Camera dei deputati a Roma. Sul banco degli imputati del suo lavoro, l’olio extravergine d’oliva italiano. La presentazione del libro di Mueller, Americano che abita in Liguria è stata preceduta alcuni giorni prima dall’uscita di 15 vignette pubblicate dal New York Times e ispirate dallo stesso libro intitolate “Il suicidio dell’extravergine”. Illustrazioni di un’ipotetica filiera illecita molto esplicite e del tutto infondate. Le accuse scritte nel testo hanno dipinto il nostro paese come “un covo di truffatori”, additando e mettendo in discussione la qualità dell’olio Made in Italy. Inoltre Mueller ha definito gli organismi di controllo italiani “incapaci di effettuare le necessarie verifiche”, e i politici come “soggetti incapaci di reagire perché semplicemente al soldo delle multinazionali”, quindi complici delle frodi.
Un attacco che potrebbe essere preso in seria considerazione se non fosse per i dettagli scritti nel libro, considerati generici e in alcuni punti imprecisi. Ad esempio quando sostiene che i test che effettuano i nostri carabinieri per scoprire le frodi si basano soprattutto sul semplice odorato. Oppure quando spiega nel libro che è legale per il nostro paese importare olio d’oliva da Spagna, Marocco e Tunisia e marchiare le etichette delle bottiglie con il simbolo Made in Italy. Mentre la realtà è un’altra, la legge italiana infatti impone di indicare la provenienza delle olive estere e di parti di olio non estratto in Italia. Anche se è vero che alcune aziende di olio d’oliva “commerciale”, vendute agli spagnoli, effettuano miscele di prodotti non solo europei, ma ciò viene riportato sulle confezioni.
Lo stesso Mueller però, come Ponzio Pilato proprio nella giornata di ieri alla Camera ha preso le distanze dalle 15 tavole grafiche spiegando che: “non hanno alcun legame con me, né con il mio lavoro. Si tratta di immagini spiritose, che contengono anche verità, ma soprattutto clamorosi errori e scontano un approccio tendenziosissimo che ignora la qualità e si concentra solo sulle frodi”. Anche perché, secondo lo stesso autore: “gli effetti del vino su di noi sono chiari e repentini, mentre l’olio lavora sul corpo per vie nascoste, lente, e indugia nelle cellule e nella mente come i miti. Il vino è l’allegro Dioniso; l’olio è Atena, solenne, saggia e irriconoscibile. Il vino incarna la vita che vorremmo, ma l’olio rappresenta la vita così com’è: fruttata, pungente e con una sfumatura d’amarezza complessa – la triade sfuggente dell’extravergine”.
Anche se le frodi e gli inganni alimentari esistono davvero, per spiegare certi meccanismi illeciti bisogna approfondire e dettagliare come e dove avvengono, con documenti e prove certe alla mano. Allora si che il libro di Mueller sarebbe potuto diventare un validissimo aiuto ad aumentare i controlli e a puntare su una migliore comunicazione ai consumatori. Bisogna assolutamente colpire i disonesti, ma senza sparare sul mucchio dei produttori italiani. Anche perché il nostro paese è attualmente il primo esportatore al mondo di olio d’oliva in confezioni, con un giro d’affari che vale oltre un miliardo di euro dando lavoro ad oltre 3.000 persone, ovviamente con la consapevolezza che il prodotto viene controllato e verificato.
A questo punto impossibile non elencare le 9 principali Istituzioni ed Enti preposti all’effettuazione delle verifiche e alla lotta alla frodi nel settore agroalimentare: ICQRF- Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentare, Corpo Forestale dello Stato, NAS-Nucleo Anti Sofisticazioni e NAC-Nucleo Antifrodi dell’Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane, ASL, Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale e Laboratori di Sanità Pubblica.
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