Pensioni anticipate, lavoratori precoci e Quota 41 sono tutte parole che abbiamo sentito pronunciare spesso dagli organi istituzionali, specie nell’ultimo periodo. Quando si tratta di un argomento così attuale e complesso, però, il rischio è quello di essere bombardati di informazioni e notizie che, nella maggior parte dei casi, riescono solo a confondere le idee. Questo non aiuta sicuramente chi è interessato a saperne di più sulla questione, soprattutto a fronte del fatto che non esistono requisiti unici per tutti nel caso delle pensioni precoci. Età pensionabile e anni di contributi versati per avere la pensione anticipata cambiano e, a seconda della situazione in cui ci troviamo, dobbiamo fare un ragionamento diverso da lavoratore a lavoratore.
Indice
Lavoratori precoci: definizione e riconoscimento pensione anticipata
La pensione anticipata può essere riconosciuta solamente a determinate categorie di lavoratori, che vantano dalla loro un tot di anni di contributi versati e determinati requisiti richiesti i individuati dalla legge. Uno di questi, per esempio, è l’appartenenza alle categorie dei cosiddetti lavoratori precoci.
I lavoratori precoci sono coloro i quali hanno iniziato a lavorare (e a versare contributi allo stato) in giovane età. La legge italiana, nello specifico, ha distinto due categorie di lavoratori precoci, ovvero:
- gli iscritti alla previdenza obbligatoria entro il 31 dicembre 1995 e che possiedono almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni;
- gli iscritti alla previdenza obbligatoria dopo il 31 dicembre 1995 e che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 18 anni di età.
I primi, se nel corso della loro vita hanno versato contributi per almeno 41 anni, hanno diritto alla pensione anticipata per lavoratori precoci tramite la Quota 41. I secondi, invece, possono arrivare alla pensione anticipata solo servendosi delle maggiorazioni contributive (e quindi viene meno in questo caso il requisito dei 41 anni di contributi).
All’interno della categoria dei lavoratori precoci, compresi quelli iscritti alla previdenza sociale entro il 31 dicembre 1995, bisogna fare un’ulteriore precisazione. La pensione anticipata, difatti, non viene riconosciuta indistintamente a tutti i lavoratori precoci grazie alla Quota 41. Hanno infatti diritto a poter andare in pensione anticipatamente solo specifiche categorie di lavoratori precoci, spesso coincidenti con quelli a cui viene riconosciuta l’Ape sociale.
Pensione anticipata lavoratori precoci e pensione anticipata ordinaria: le differenze
Prima di passere in esame le categorie di lavoratori che hanno diritto alla pensione precoce, è importante fare una premessa. Dalle pensioni anticipate per lavoratori precoci bisogna distingue le pensioni anticipate ordinarie. In questo caso quelli che hanno diritto ad andare in pensione prima del tempo sono:
- gli uomini che vantano dalla loro almeno 42 anni e 10 mesi di contributi versati;
- le donne che vantano almeno 41 anni e 10 mesi di contributi versati.
Questi possono godere dell’assegno pensionistico prima del tempo grazie all’accumulo contributivo, ovvero un meccanismo che permette loro di sommare tutti contributi versati ai diversi istituti sociali e previdenziali accumulati nel corso della loro vita. Ai lavoratori precoci iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996, appartenenti alle categorie considerate più esposte al rischio (e quindi tutelate dallo Stato Sociale) basta invece solo il requisito dei 41 anni contributivi (per questo di parla di Quota 41).
Discorso a parte, in fine, va fatto per i lavoratori precoci iscritti alla previdenza obbligatoria dopo il 31 dicembre 1995 che, pur vantando 41 anni di contributi versati, non possono usufruire delle agevolazioni della Quota 41. Questi, per i lavori svolti in minore età, potranno però godere della maggiorazione contributiva, ovvero di una maggiorazione del 50% dei contributi versati per le attività svolte prima del compimento dei 18 anni.
Pensione anticipata per lavoratori precoci: le categorie che ne hanno diritto
In pensione anticipata con Quota 41 non possono andare indistintamente tutti i lavoratori precoci. Per poter usufruire di questo diritto, difatti, bisogna:
- risultare iscritti alla previdenza sociale obbligatoria entro il 31 dicembre 1995;
- vantare almeno 12 mesi di contributi versati, anche in maniera non continuativa, prima del compimento dei 19 anni di età;
- far parte di determinate categorie di lavoratori esposti al rischio e considerate tutelabili dalla legge.
Queste categorie di lavoratori sono:
- i disoccupati di lungo corso;
- i lavoratori che si occupano di assistere un parente affetto da disabilità grave entro il 2° grado (i cosiddetti caregiver);
- le persone con un’invalidità riconosciuta almeno al 74%;
- coloro che hanno svolto o svolgono lavori usuranti, notturni o gravosi per almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento o per almeno sette anni nell’arco di un decennio (nel caso dei lavori usuranti, inoltre, è fondamentale che questi abbiano impiegato il contribuente per almeno la metà della sua vita lavorativa).
Per poter usufruire della Quota 41 come disoccupati, tuttavia, è fondamentale aver perso il lavoro a causa di: licenziamento (collettivo o anche per giusta causa), dimissioni per giusta causa e/o presentate a seguito di una risoluzione consensuale, dopo avvio e conclusione della procedura di conciliazione obbligatoria. In entrambi i casi i diretti interessati dovranno dimostrare il tutto con documentazione adeguata. L’assegno pensionistico, inoltre, verrà riconosciuto anticipatamente solo se il contribuente ha smesso di percepire la prestazione di disoccupazione da almeno tre mesi. Le agevolazioni concesse con la Quota 41, infine, verranno meno se la persona che fa richiesta trova un impiego e quindi viene ricollocata.
I caregiver in pensione con Quota 41 possono usufruire dell’assegno pensionistico solo se dimostrano di stare assistendo il parente da almeno 6 mesi (precedenti al momento della presentazione della domanda). I diretti interessati dovranno procedere tramite un’autodichiarazione e, come i disoccupati, dovranno presentare documentazione valida e attestante la loro situazione.
Per quanto riguarda invece gli invalidi, questi dovranno semplicemente allegare alla domande di richiesta per la pensione anticipata i documenti attestanti l’invalidità, mentre quelli che hanno svolto lavori usuranti, notturni o gravosi devono accertarsi che le attività svolte siano tra quelle previste dalla legge.
Pensione anticipata: presentazione domanda e decadenza agevolazioni
Per poter avere diritto alla pensione anticipata il lavoratore deve prima richiedere all’Inps il riconoscimento tramite certificazione dei requisiti posseduti. Questa richiesta deve essere fatta prima del 31 dicembre e, se accettata, dà la possibilità al contribuente di presentare domanda di certificazione entro il 31 marzo e non oltre il 30 novembre. Ultimati questi passaggi, e dopo il 30 novembre, tutte le domande vengono prese in considerazione solo se lo Stato ha le risorse per sostenere la spesa. Alcuni requisiti possono essere maturati nel corso dell’anno della presentazione (come gli anni contributivi totali).
A quelli a cui viene riconosciuta la pensione anticipata con Quota 41, infine, non è concesso il cumulo di redditi. Questo vuol dire che il contribuente non può sommare all’assegno pensionistico percepito redditi provenienti da altre attività lavorative. Il mancato rispetto di questa disposizione comporta la decadenza del diritto. Il divieto di cumulo redditi, però, vale solo per gli anni che intercorrono tra il momento in cui si ha accesso all’assegno pensionistico come lavoratore precoce con Quota 41 a quelli in cui il contribuente sarebbe potuto andare in pensione anticipata ordinaria. Maturati i requisiti necessari per la pensione anticipata ordinari (42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) questo obbligo viene meno.
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