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Pensioni 2018: arretrati e mancati aumenti a causa dei diritti inespressi

A causa dei diritti inespressi molti pensionati hanno percepito un assegno minore o non hanno ricevuto l’aumento che gli spettava. Vediamo perchè e come fare per recuperare le somme che spettano prima che si vada in prescrizione

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I sostanziali cambiamenti avvenuti sulle pensioni negli ultimi tempi, dalla Riforma Fornero alle Leggi di bilancio del 2017 e del 2018, hanno creato non poca confusione sia per i pensionati che per coloro che si avvicinano all’età pensionabile. Dai diritti inespressi al servizio online per calcolare la pensione futura, vediamo nel dettaglio le novità.

Pensioni 2018 diritti inespressi

Pensioni 2018: cosa sono i diritti inespressi

Grazie ad una campagna di sensibilizzazione Inca-Cgli  “Diritti inespressi-Controlla la tua pensione” sembra che siano diversi casi in cui i pensionati abbiano percepito un assegno di pensione più basso rispetto a quanto avrebbero dovuto percepire. Più precisamente sembra che una persona su quattro sia in credito verso l’Inps. Ma che cosa è successo ai pensionati italiani che hanno ricevuto un importo minore di quanto effettivamente gli spettasse? Sembra che il motivo siano i cosiddetti “diritti inespressi”, ossia tutte quelle prestazioni extra che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale eroga in aggiunta al normale assegno di pensione e che il pensionato dovrebbe rivendicare. Si chiamano Inespressi in quanto il pensionato che avrebbe diritto di averlo non ne ha mai fatto richiesta. Questo problema è sorto dal momento in cui l’Inps non ha più inviato la busta paga ai pensionati che ora è solamente consultabile online sul sito e solamente se si è in possesso del Pin. Procedura che, per delle persone anziane, risulta alquanto difficoltosa.

Queste prestazioni aggiuntive solo solitamente legate all’aggiornamento annuale della situazione reddituale del pensionato e della sua famiglia in virtù di variazioni sia della composizione del nucleo famigliare che dei loro redditi. Per questo è intervenuta la Cgil con la sua campagna di sensibilizzazione nel quale invitava i pensionati ad aggiornare la propria posizione in virtù di possibili cambiamenti sopra citati. Il motivo per cui la direttrice dell’Inca-Cgil, Cristina Moriconi, ha deciso di fare questa campagna di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale, è stato grazie alle problematiche emerse dal ricontrollo sulle pensione dei propri assistiti. E’ importante ricordare che gli arretrati potranno essere richiesti fino ad un massimo di 5 anni precedenti in quanto poi scatta la prescrizione.

Come far valere i diritti inespressi

Per far sì che i diritti inespressi non siano più tali i pensionati potranno recarsi in una sede Cgil e richiedere il controllo della loro situazione pensionistica in modo tale da affiancare la persona anziana e controllare che non sussistano crediti verso l’Inps. Nel caso in cui ci siano degli errori o dei mancati calcoli sarà fatta richiesta di ricalcolo della pensione e il recupero delle somme arretrate all’Istituto di previdenza. Sebbene si possa trattare di piccoli importi, per coloro che percepiscono una pensione minima, sono somme che possono aiutare ad affrontare problemi economici e di salute.

Pensioni: come calcolare la pensione futura

Esiste un servizio chiamato “la mia pensione futura” nel quale sarà possibile sapere sia quando si andrà in pensione, sia l’importo dell’assegno pensionistico che si percepirà al termine del percorso lavorativo. Questo è un simulatore online messo a disposizione dall’Istituto di Previdenza che permetterà di sapere la data in cui si andrà in pensione, sia di vecchiaia che anticipata, e di calcolarne l’importo. Il simulatore prende in considerazione diversi fattori tra cui la normativa in vigore, l’età, la retribuzione e l’età del lavoratore. Per eccedere a questo servizio si dovrà fare una richiesta specifica all’Inps che rilascerà al richiedente il codice Pin. In ogni caso è anche possibile usufruire di questo calcolatore anche se si è in possesso di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS) oppure di un’identità Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale. Il servizio online di “la mia pensione futura” permette inoltre il controllo dei contributi versati all’Inps (nel caso ne mancassero si potrà farne comunicazione attraverso la funzionalità di segnalazione contributiva); avere una stima fra l’ultimo stipendio percepito e la prima rata di pensione e molto altro.

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