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Pensioni: dal 2019 è ufficiale l’aumento dell’età a 67 anni

A partire dal 2019 si dovranno attendere 5 mesi in più per ottenere i requisiti per la pensione. Il Decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Vediamo che cosa cambia nel dettaglio.

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I lavoratori dovranno aspettare 5 mesi in più per poter ottenere i requisiti ad accedere alla pensione a partire dal primo gennaio 2019. La motivazione dell’innalzamento dell’età pensionabile sarebbe da attribuirsi alle modifiche delle speranze di vita rilevata dall’Istat negli anni che vanno dal 2014 al 2016.

Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e prevede nuovi requisiti per poter ricevere le pensioni rispetto al 2018:

  • Pensione anticipata: dal 2019 si richiederanno 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne di versamento dei contributi.
  • Lavoratori Precoci: sia per uomini che per donne che hanno versato, prima di aver compiuto 19 anni, almeno 12 mesi di contributi, saranno richiesti 41 anni e 5 mesi.
  • Lavori usuranti: in questo caso la somma tra gli anni di contributi ed età anagrafica aumenterà da 97,6 a 98. Rapportato in decimi l’aumento è di 0,4 mesi.
  • Assegno sociale. Se nel 2018 è salito a 1 anno e 7 mesi in più rispetto al 2017, dal 2019 aumenterà ulteriormente a 67 anni.

Ape Social: aumentate le categorie ma ridotti i requisiti contributivi per le mamme

Il rapporto Istat sull’adeguamento della speranza di vita ha esteso i suoi effetti anche sull’anticipo pensionistico che porta a 15 le categorie di lavoratori che svolgono lavori “gravosi”. Nel dettaglio sono:

  • operai edili e dell’industria estrattiva;
  • conduttori macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori;
  • guidatori ferroviari e personale di viaggio;
  • camionisti;
  • personale ospedaliero con lavoro a turni;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici.

In sostanza, come previsto dall’accordo firmato al Governo, riguarda quei lavoratori che non subiranno, nel 2019, l’aumento dell’età pensionabile. Questo ampliamento di platea non richiede altre risorse in quanto, allo stato attuale, le richieste a questo proposito sono inferiori a quanto si era previsto. Inoltre, per le mamme lavoratrici che vorrebbero accedere all’Ape Social è stata proposta nell’esecutivo depositato a Montecitorio, un aumento da 6 mesi a un anno la diminuzione dei requisiti contributivi per ogni figlio, fermo restando il limite massimo di 2 anni.

Pensioni: nuove regole per il 2018 e novità sulle date di accredito

I requisiti per le pensioni determinati dall’Inps riguardano prevalentemente due categorie: la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia i requisiti per accedervi sono almeno 66 anni e 7 mesi di età anagrafica e 20 anni di contributi versati indistintamente tra uomini e donne sia del settore privato che pubblico. Nella pensione anticipata, invece, sono necessari 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. In entrambi i casi indipendentemente dall’età anagrafica.

Nel 2018, inoltre, sarà modificata la data di accredito delle pensioni che non avverrà più il primo giorno del mese ma dal secondo (il terzo in caso di festività). Il posticipo di un giorno della data di accredito della pensione sarà ancora differenze a seconda che il pagamento sia fatto alle Poste Italiane oppure alla banca. A questo proposito i sindacati dei pensionati hanno richiesto l’intervento del governo per ripristinare la scadenza al primo giorno lavorativo. Si attendono notizie a riguardo. Oltre alla modifica della data di accredito delle pensioni, ci sarà una rivalutazione dell’1,1% dell’assegno previdenziale e si dovrà restituire lo 0,1% dell’aumento percepito nel 2015.

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